E così il rappresentante di Dio sulla Terra,
Papa Francesco, incontrerà il Signore del Cyberspazio,
Eric Schmidt, presidente di Google. L'incontro, in forma privata, avverrà domani, secondo quanto riporta il
quotidiano londinese “Guardian”, riprendendo un tweet del vaticanista Iacopo Scaramuzzi, e con Schmidt ci sarà l'uomo che fa spesso lo accompagna negli incontri di alto profilo:
Jared Cohen, un ex funzionario del Dipartimento di Stato, che oggi guida “Google Ideas”, il think tank che si propone di usare la tecnologia per affrontare sfide politiche complesse.
Dettagli sui temi che verranno discussi nell'incontro non ce ne sono, ma il Guardian ricorda come il pontefice abbia usato la piattaforma digitale di
Google, Hangouts, in più di un'occasione per chattare con studenti di tutto il mondo e come la condanna di Francesco per il capitalismo più selvaggio non possa non riguardare un mondo come la Silicon Valley, di cui Google è l'esponente di punta. Eric Schmidt e Jared Cohen hanno scritto insieme un libro sulla loro visione del futuro, della tecnologia e della politica: “ The New Digital Age: Reshaping the Future of People, Nations and Business”.
La prima volta in cui Jared Cohen è finito sullo schermo radar dell'opinione pubblica mondiale è il 2011, quando
WikiLeaks, in collaborazione con un team di media internazionali, tra cui “l'Espresso”, rivelò i file dell'agenzia di intelligence privata americana “Stratfor”: nelle email,
gli analisti di Stratfor analizzavano il personaggio Cohen, i suoi viaggi in giro per il mondo e una fonte raccontava come "nel 2008 è diventato chiaro che il governo degli Stati Uniti aveva bisogno di una pubblica diplomazia su internet. E così Jared Cohen, che allora stava al Dipartimento di Stato, giocò un ruolo importante".
Nelle email interne, in cui gli analisti di Stratfor commentavano senza sapere che poi queste comunicazioni sarebbero diventate pubbliche, l'agenzia si dimostra critica per i viaggi di Cohen nei paesi della primavera araba e discutono il possibile ruolo di Cohen nel portare avanti l'agenda del “regime change”
per conto di alcuni elementi della Casa Bianca. Nel 2011, Eric Schmidt e Jared Cohen chiesero un incontro al fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, allora agli arresti domiciliari nella magione edwardiana di un sostenitore di WikiLeaks: Ellingham Hall.
L'incontro fu l'occasione per Assange di mettere a punto una profonda analisi e critica dell'impero di Google, che è alla base della recensione del libro di Schmidt e Cohen da parte di Assange,
pubblicata dal New York Times nel 2013 e poi del suo libro “Quando Google ha incontrato WikiLeaks” (
Stampa Alternativa, 2015), in cui il creatore di WikiLeaks analizza il tecnoimperialismo di Google, che sta “costruendo un nuovo idioma per il potere globale degli Stati Uniti nel XXI secolo, un idioma che riflette l'unione sempre più stretta tra il Dipartimento di Stato e la Silicon Valley, incarnata da Schmidt, Ceo di Google, e da Cohen, ex consigliere di Condoleeza Rice e di Hillary Cliton, che è oggi il direttore di Google Ideas”.