"Ofelia in the Dog Days" è il testo di Emanuele Tirelli che attraverso contributi diretti di ex pazienti, familiari e associazioni e a una parte drammaturgica che rivisita la protagonista shakesperiana, punta i riflettori su anoressia e bulimia. A teatro e in libreria

Azzurra Cancelleri del M5S ha presentato di recente una proposta di legge alla Camera dei Deputati per tutelare la salute delle modelle e combattere l’anoressia.
Stefano Tavilla e la sua associazione Mi Nutro di Vita stanno lavorando da molto tempo per dare un riconoscimento istituzionale alla Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla organizzata ogni 15 marzo. Intanto, l’anno scorso, solo in Italia, 3240 morti sono state causate da anoressia e bulimia (dati Sdo - Scheda di Dimissione Ospedaliera), che insieme al disturbo da alimentazione incontrollata costituisce i Dca – Disturbi del comportamento alimentare.

La sensazione di molti è che ci sia sempre più bisogno di parlarne, anche perché ne soffrono più di tre milioni e mezzo di italiani: le conseguenze possono essere devastanti, ma la strada per uscirne restituisce una nuova vita.
“È importante ripetere sempre che la guarigione è possibile. Che la forza di volontà esiste, ma il desiderio di autodistruzione può essere addirittura più forte, ed è quello che va contrastato. Alle persone che ne soffrono è sempre meglio non dare giudizi sul loro corpo, anche se sono positivi. Il mio consiglio è quello di spostare il discorso sullo stato d’animo, perché la malattia è tutto il dolore che c’è dietro al sintomo, ed è quello che va affrontato”.

Francesca Savorelli è l’autrice di queste parole, che lo scrittore e giornalista Emanuele Tirelli ha raccolto in “Ofelia in the Dog Days” (Navarra Editore, pp. 88, 10 €) tra contributi diretti di ex pazienti, familiari e associazioni. E che vede anche la partecipazione di Laura Dalla Ragione, consulente del Ministero della Salute per i Dca e direttrice della Rete Disturbi del Comportamento Alimentare dell’Usl Umbria 1.

Ognuno racconta la propria storia, difficile, intensa, che gli esperti, quanto a caratteristiche, avvicinano a quelle dei tossicodipendenti. In questo modo, però, ai dati numerici viene attribuita la giusta umanità, quella che non traspare da tabelle e statistiche, e che invece riguarda ognuno di quei corpi, incluse le vite di parenti e amici che ne accompagnano i giorni.

Ma l’Ofelia di Tirelli (che nel 2016 ha vinto il Premio Angelini per l’infanzia con l’articolo La nuova droga si chiama anoressia pubblicato da L’Espresso) contiene anche la drammaturgia omonima. Il punto di partenza è l’amore della giovane shakespeariana (qui malata di anoressia e bulimia) alla quale vengono cambiati secolo, età e prospettive di vita. Passando attraverso certe suggestioni fornite in “Amleto ovvero le conseguenze della pietà filiale” di Jules Laforgue e da Heiner Muller nel suo “Die Hamletmaschine”, il finale pensato dal Bardo viene invece ribaltato, mentre la scena si divide continuamente tra la casa in cui la protagonista vive da sola (e dove il fidanzato Amleto va a trovarla) e lo studio dello psicoterapeuta che la segue. Il testo, nato anche per il palcoscenico, debutta infatti il 15 dicembre al Teatro Herberia di Rubiera prodotto da Caracò Teatro, riprende dal 9 febbraio a Corinaldo (Ancona) e prosegue a Caserta, Foggia, Salerno, Genova…

“Cerchiamo di parlarne sempre – scrive Tavilla nell’introduzione che ha firmato per questo volume - per evitare che nessuno, neanche chi non conosce questo argomento, possa trincerarsi dietro facili stereotipi e alimentare la diffusione di messaggi sbagliati. E poi ascoltiamo, perché c’è bisogno di non sentirsi soli, di avere qualcuno accanto. Penso che il grande lavoro fatto da Emanuele Tirelli negli ultimi anni vada proprio in queste direzioni, coltivando la giusta sensibilità che meritano tutte le persone che soffrono di questi disturbi”.

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