Inchiesta
Esclusivo: soldi russi alla Lega, ecco i documenti che svelano le bugie di Salvini
Dopo l'incontro al Metropol di Mosca la trattativa di Gianluca Savoini per finanziare il partito è andata avanti per mesi. L'inchiesta con le carte segrete sull'Espresso in edicola da domenica
La trattativa per finanziare la Lega con soldi russi non è finita il 18 ottobre 2018. È proseguita anche dopo l'incontro nella hall dell'hotel Metropol, a Mosca, di cui avevamo scritto in esclusiva cinque mesi fa. L'Espresso, in edicola da domenica 21 luglio, pubblica i documenti esclusivi della proposta commerciale indirizzata a Rosneft dieci giorni dopo il summit di affari e politica in cui era presente Gianluca Savoini, ex portavoce e uomo di assoluta fiducia del ministro Matteo Salvini. Le condizioni indicate nella proposta, preparata da una banca d'affari londinese di cui riveliamo il nome, ricalcano esattamente quelle di cui hanno discusso Savoini e gli altri interlocutori al tavolo del Metropol.
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C'è di più. Grazie ad altri documenti, L'Espresso è in grado di svelare che la negoziazione è andata avanti almeno fino a febbraio, a tre mesi dalle elezioni europee stravinte dalla Lega di Salvini. Lo prova una nota interna di un'altra società di Stato russa, Gazprom, e la risposta inviata direttamente a Savoini dalla banca londinese rappresentata al tavolo di Mosca dall'avvocato Gianluca Meranda. In questa risposta, Meranda cita esplicitamente Eni come compratore finale della maxi fornitura petrolifera, allegando una lettera di referenza commerciale della società di Stato italiana.
Eni ci ha fatto sapere “di non aver preso parte in alcun modo a operazioni volte al finanziamento di partiti politici».
Savoini, Meranda, Rosneft e Gazprom non hanno invece risposto alle domande de L'Espresso. I documenti in nostro possesso rendono però inverosimile la versione di Savoini, secondo cui quella riunione del Metropol è stato «solo un incontro casuale in cui la politica non c’entra nulla, i soldi alla Lega neppure».