Attualità
aprile, 2023

Catena di smontaggio: L’Espresso in edicola e online da domenica 30 aprile

Il Primo Maggio, giornata del lavoro: «Ma quale lavoro?». Le promesse del Governo che si scontrano con la mancanza di fondi. Il crollo della terna «Dio, patria, famiglia», le difficoltà nello scalzare il dominio del trasporto su gomma. E l’arte di sparire. Questo e molto altro sul numero in arrivo. E in anteprima per gli abbonati digitali

Dalla tuta blu al camice bianco, dalla fatica manuale alla tastiera del computer. Si celebra il Primo Maggio mentre il lavoro degli operai cambia con la tecnologia. Ma i salari restano bloccati e la coscienza di classe sparisce. «Primo Maggio, giornata del lavoro. E dei milioni di precari, sotto-occupati, disoccupati. La dignità non può dipendere dal reddito», ricorda, infatti Massimo Cacciari. Anche perché, scrive il direttore Alessandro Mauro Rossi nell’editoriale: «Il lavoro è diventato più precario, i salari non aumentano, anzi la vita di tutti i giorni si è fatta più dura».

 

Eppure, Cipputi esiste e resiste. «Senza, l’Italia alzerebbe bandiera bianca», spiega Gloria Riva. Gli operai producono tanto e scioperano poco: rappresentano una buona fetta di Pil ma la coscienza di classe è sparita. «Volete guadagnare un po’ di più per far fronte all’aumento del costo della vita? Allora movimentate 165 colli l’ora»: Maurizio Di Fazio racconta le condizioni dei lavoratori in uno degli hub più importanti della logistica alimentare del Nord.

 

Così il ridimensionamento simbolico del Primo Maggio, quella giornata che i padroni non sopportano, «dice molto della polverizzazione e della svalutazione del lavoro, che ha travolto non solo le generazioni più giovani», scrive Francesco Torchiani. Mentre Eugenio Occorsio spiega le recenti trasformazioni del mercato occupazionale: tra il 2021 e il 2022 più di tre milioni di italiani hanno lasciato l’impiego, molti ne hanno trovato un altro, spesso part-time. Ma sono tanti anche quelli che hanno deciso di dire basta a condizioni inaccettabili.

 

Tante promesse e pochi soldi
Niente recupero dell’inflazione per 3 milioni di statali. Nulla di fatto per la riforma delle pensioni. Cuneo fiscale ridotto di poco: gli annunci del Governo si scontrano con la mancanza di fondi. Fa il punto Vittorio Malagutti.

 

Dagli amici (europei) mi guardo io
Il disegno di Giorgia Meloni per acquisire autorevolezza a Bruxelles si scontra con le posizioni ultrasovraniste dei suoi alleati. Perché, come spiega Carlo Tecce, non è facile abbandonarli né farli tacere.

 

La famiglia è un’altra cosa
Come dimostra Sergio Rizzo la terna «Dio, patria, famiglia» è in crisi: crolla il numero dei figli nati da coppie sposate, i riti civili sono di più delle unioni religiose e i divorzi sono esplosi dopo la riforma delle separazioni. I numeri smentiscono i proclami dei parlamentari.

 

Merci sul binario morto
L’Europa chiede all’Italia di aumentare il trasporto su ferrovia dall’11 al 20 per cento entro il 2030. Ma, scrive Gianfrancesco Turano, scalzare il dominio della gomma, l’85 per cento del totale, sembra impossibile.

 

Alla fiera dell’evanescenza
Svanire, sciogliersi nel nulla. Dileguarsi senza lasciare tracce, scomparire. Per gioco, per ideologia, per non dover spiegare: dalla cancel culture al ghosting, Elvira Seminara spiega perché il sottrarsi è la tentazione più forte di oggi.

 

E poi, l’Italia paese di bestie feroci di Paolo Biondani, l’effetto valanga dell’immobilismo dell’Unar, Ufficio antidiscriminazioni del Dipartimento pari opportunità, di Simone Alliva, “Io e Nanni coppia in crisi”, il colloquio di Claudia Catalli con Margherita Buy. E come sempre molto altro: approfondimenti, inchieste, rubriche, sguardi critici e punti di vista sulla realtà vi aspettano su L’Espresso, in edicola e online.

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