Fabrizio Obbialero, chirurgo plastico torinese, ha dovuto combattere per anni contro i soprusi e le minacce del padre, che non ha mai accettato la sua omosessualità. A raccontare la storia è lui stesso, dopo che il giudice gli ha riconosciuto il danno da stress causato dalle offese paterne. Quella che adesso il 48enne conduce con il suo compagno è “una vita normalissima”, ma per anni è stata piena di ostacoli: il padre, geometra torinese in pensione, nel 2018 è arrivato ad assoldare un uomo affinché aggredisse il figlio per “spezzargli le dita”, in modo che non potesse più fare il chirurgo. L'uomo, oggi 80enne, nel 2020 ha patteggiato 2 anni di carcere nel 2020, con l’accusa di lesioni aggravate e stalking. Ora è arrivata la condanna dal tribunale civile di Asti, che ha riconosciuto alla vittima un “danno biologico” causato “dalla condotta vessatoria e violenta” del padre per il suo comportamento omofobo.
Dopo che Obbialero, nel 2016, aveva dichiarato il suo orientamento sessuale ai genitori, erano iniziati gli “atteggiamenti denigratori” e le “aggressioni” da parte del padre, di cui sono state vittime anche il compagno del chirurgo e la madre, “colpevole” di aver più volte preso le difese del figlio. “La pietra dello scandalo fu quella volta in cui un vicino di casa del mare avvisò mio padre di aver visto sul terrazzo della nostra casa me insieme a un famoso attore omosessuale. Mi tolse le chiavi di quella casa, i miei genitori litigarono e poi mia madre chiese la separazione, fu l’ultima goccia”, ha raccontato il chirurgo al Corriere Torino.

Il padre ha creato anche profili falsi, sui social, per insultare pubblicamente il figlio. Le vessazioni sono tantissime: dalle accuse pubbliche al medico di far uso di droga, all'ingaggio di qualcuno disposto a tagliare le gomme della sua automobile, dietro compenso. I comportamenti del padre hanno causato nel chirurgo una “sintomatologia psicopatologica che configura un disturbo dell’adattamento con sintomi ansiosi e depressivi”, secondo la consulenza tecnica dei medici legali, riportata nella sentenza di condanna civile del tribunale di Asti del 22 marzo: la quotidianità del 48enne era stata alterata dai comportamenti paterni. Anche dopo il patteggiamento dell'uomo, infatti, Obbialero aveva raccontato di continuare a temere per la sua incolumità, così come per quella di chi aveva accanto.
La decisione del giudice è destinata a fare scuola: pochissime volte prima d’ora il danno biologico è stato riconosciuto per un caso legato all’omofobia. “Non ho mai pensato di usare la mia situazione per una battaglia civile o politica, né ho intenzione di farlo adesso. Però sono contento di come sono andate le cose: penso che quello che si riconosce in questa sentenza sia un passo avanti per tanti”, ha dichiarato Obbialero.