Attualità
18 luglio, 2025Il settimanale, da venerdì 18 luglio, è disponibile in edicola e in app
Le mani divise tra due tastiere, la testa nascosta dal cappuccio di una felpa, il volto invisibile dietro l’icona di un lucchetto aperto, segno di una truffa online riuscita: sulla copertina del nuovo numero de L’Espresso, sullo sfondo fatto da una schermata di numeri, c’è un’immagine simbolica del “Criptocrime”, l’industria dei ricatti scatenata dal diffondersi delle monete virtuali. Un’inchiesta di Alessandro Longo e un articolo di Daniele Mastrogiacomo ricostruiscono la rete di aggressioni, rapimenti, torture che negli ultimi mesi ha colpito Europa e America. E mentre Eugenio Occorsio racconta i limiti del tentativo di agganciare il bitcoin al dollaro, il direttore Emilio Carelli dedica il suo editoriale a come l’utopia libertaria di una finanza senza controlli si è rivelata il nuovo paradiso della criminalità.
Le pagine di cronaca italiana parlano del caos della legislazione sui monopattini (l’articolo è di Carlo Tecce) e dell’ipotesi “ius soli” (di Giuliano Torlontano), sempre più improbabile dopo la bocciatura di Piersilvio Berlusconi (a cui è dedicato l’Indiscreto di Marco Antonellis). Sergio Rizzo indaga sul giro di collaboratori del governo, Fabiana Martini entra nei dettagli del dossier sugli abusi della Chiesa nella diocesi di Bolzano, Franco Corleone denuncia il piano del governo di creare un servizio segreto penitenziario. A Torino intanto gli antiabortisti perdono una battaglia (ne scrive Alice Dominese). E mentre Sebastiano Messina lamenta l’eclissi delle primarie, Enrico Bellavia invita a onorare i 33 anni dall’omicidio di Paolo Borsellino valutando, finalmente, l’intero contesto che ha portato alla strage.
La sezione Esteri parte dalla Cina (un articolo di Federica Bianchi analizza le strategie di Donald Trump e Xi Jinping che mettono l’Europa in difficoltà), e arriva agli Stati Uniti (Manuela Cavallari e Donatella Mulvoni sottolineano quanto guadagnano i privati grazie al piano carcerario di Trump) e alle Filippine, dove Greenpeace denuncia lo sfruttamento turistico che annulla i risultati delle oasi marine (di Silvia Perdichizzi). Una serie di inchieste mette a fuoco i nuovi capitoli del cammino verso l’autocrazia di Russia (di Fabio Lovati), Georgia (di Olivia Acland, Ingrid Gercama e Stefano Vergine), Turchia (Ylenia Gostoli) e Iran (di Leonardo Pini). E Giuseppe De Marzo invita la diplomazia a cambiare passo, per ottenere dai Paesi decisioni unitarie e concrete contro il riscaldamento globale.
Come ogni estate in Sicilia torna la siccità, figlia della malagestione dell’acqua prima che delle temperature sempre più alte; ne scrive Gloria Riva, con due interventi di Carmelo Traina e di Alan David Scifo. Di incendi si occupa invece Felice Florio, che racconta il paradosso dei vigili del fuoco volontari, sempre più necessari e sempre più bistrattati. Carlo Cottarelli consiglia come migliorare la banca dati sulla Sanità, Luigi Buttiglione spiega perché il dollaro resiste all’ottovolante dell’amministrazione Trump e Fortunato Costantino risponde alla copertina de L’Espresso sugli “Stati Uniti d’Europa” deplorando le regole eccessive che sono la zavorra dell’Unione. A chiudere le pagine di economia, Marco Montemagno riferisce il risultato di una chiacchierata con Grok 4, la superintelligenza artificiale, e Rita Plantera firma un ritratto di Peter Kern, l’americano che ha appena comprato La Perla: un finanziere che piace alla destra, alla sinistra e persino ai sindacati.
Leggere Ennio Flaiano è sempre un piacere: Susanna Turco ci guida alla scoperta di alcuni inediti, arguti commenti quotidiani usciti anonimi sulla “Voce Repubblicana”. Claudia Catalli intervista Kevin Spacey, Mattia Insolia incontra Scott Turow, la scrittrice giapponese Murata Sayaka presenta in anteprima il suo intervento, disturbante e provocatorio, per il festival romano Letterature. E L’Espresso chiude con qualche spunto di conversazione o di meditazione: un libro (di Flavia Turpia, recensito da Antonio Maria Bellini) e una lettera a Stefania Rossini sul femminicidio riaccendono il dibattito su quella che un tempo si chiamava “la condizione femminile", Diletta Bellotti rilancia le denunce contro il fast fashion e Loredana Lipperini invita a resistere alle pressioni della destra finanziaria e governativa che pretende non solo di ridisegnare il futuro, ma anche di riscrivere il passato.
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Criptocrime - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
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