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Cultura
ottobre, 2006

La crudeltà del mondo in uno scatto

A Perpignan la 18esima edizione del festival di fotogiornalismo "Visa pour l'image". Un viaggio nella sofferenza degli uomini nelle immagini dei nuovi talenti e nelle retrospettive dedicate ai reporter più celebri

Visa pour l'image, il festival di Perpignan nato nel 1989 per rendere omaggio al fotogiornalismo, dopo diciotto anni continua con coerenza a dare spazio a quel giornalismo fatto di vita sul campo, nel quale uomini e donne corrono tutti i rischi necessari e indispensabili per fornire informazioni corrette, precise, non travisate, tramite un'immagine, uno scatto, un istante rubato in un determinato momento.
Nell'edizione di quest'anno, in 30 esposizioni gratuite organizzate in diversi luoghi della città, sono stati trattati argomenti difficili. Come l'immigrazione dall'Africa verso l'Eldorado europeo rappresentato dalle Canarie o quella dal Sud America verso il sogno statunitense via treni merci in transito in Messico.

Ma è stata raccontata anche la storia di una rivoluzione riuscita, quella del popolo nepalese contro lo Shah che ha dovuto (nell'aprile 2006) rinunciare ad alcune delle sue prerogative e restituire il potere al parlamento. E poi ancora la tragedia del terremoto che in Kashmir ha ucciso 75 mila persone. Al centro del lavoro di molti fotoreporter presenti a Perpignan l'Africa e la sua sofferenza. E il ciclone Katrina, che ha devastato New Orleans nel settembre 2005, è stato oggetto di un'esposizione collettiva.

Delle retrospettive hanno reso omaggio ai nomi più prestigiosi  della fotografia, come l'americano Elliott Erwitt della Magnum, Marie-Laure de Decker di Gamma o Henri Huet dell'Associated Press, scomparso in Laos nel 1971.
Soprendente la foto-riflessione di Eric Baudelaire, realizzata appositamente per Visa pour l'image e richiesta dal Ministero della Cultura e della Comunicazione francese, che mette in guardia contro le immagini costruite. E crea il dubbio contro le verità ufficiali. La scena si direbbe inquadrata in Iraq dopo un attentato in un palazzo, giusto nel momento in cui intervengono i caschi blu.  In realtà è stata scattata su un set di Hollywood durante una pausa di lavoro di un telefilm. Un modo anche per sottolineare il fatto che quest'anno ci sono pochissime foto recenti d'Iraq, a Perpignan ma anche sui nostri giornali, perché ormai nessun media vuole inviare fotografi in quel paese in cui i rischi di sequestro sono troppo elevati.

Il direttore e fondatore di Visa, Jean-François Leroy, può vantarsi di aver "scoperto" un certo numero di grandi fotoreporter: Stanley Greene presente già nel '94, Laurent Van der Stockt nel '92, Lise Sarfati nel '95, Paolo Pellegrin nel '91 e per questa edizione ha voluto attirare l'attenzione sui giovani fotografi Tomas van Houtryve, 31 anni, presente con un reportage sul Nepal, Diego Levy, 32 anni, e Alvaro Ybarra Zavala, appena ventiduenne, che hanno affrontato il tema "i bambini del dolore".
Il festival ha accolto professionisti da una sessantina di paesi, dal Giappone all'Australia e oltre 170 mila persone.

Info:
Visa pour l'Image

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