Alle Opere fra il 1800 e il 1870 è dedicato il nono volume della Letteratura Italiana diretta da Alberto Asor Rosa. È un periodo fervido. Alessandro Manzoni, con
“I promessi sposi” scrive il più bel romanzo italiano. Giganteggia Giacomo Leopardi, il poeta dei “Canti” e delle riflessioni sulla filosofia, sulla vita e sulla letteratura con
“Zibaldone” e le
“Operette morali”. Splendidi e commoventi sono i
“Sepolcri” e
“Le ultime lettere di Jacopo Ortis” di Ugo Foscolo. Vincenzo Monti traduce in versi l’
“Iliade” di Omero; Francesco Maria Piave scrive
“La Traviata” per Giuseppe Verdi; il milanese Carlo Porta, in dialetto, firma
“La Ninetta del Verzee”. Ma il più grande
“in dialetto” è Giuseppe Gioacchino Belli.