In un uomo che si sente piccolo piccolo può nascere all'improvviso un sogno, un progetto grande grande che gli cambia la vita. Se poi l'uomo ha 44 anni ed è un americano frustrato nel lavoro e malamente divorziato, allora l'unico sogno possibile è ammazzare il presidente degli Stati Uniti. È questo il sogno di "The Assassination" (2004), film d'esordio dello sceneggiatore Niels Mueller interpretato da Sean Penn; un sogno realmente vissuto da Sam Bicke, venditore di mobili di Baltimora, che, nel 1974, aveva progettato di uccidere il presidente Richard Nixon dirottando un aereo sulla Casa Bianca. Aveva creduto profondamente nel sogno americano, Bicke: nella terra delle opportunità, aveva pensato di poter realizzare i suoi sogni. Ma aveva fallito in tutto.
Aveva cambiato molti lavori, e a poco a poco le possibilità di successo erano svanite. Ora tutti gli voltano le spalle (ultimo rifiuto, il prestito da una banca), la moglie si è presa perfino il cane, oltre che la casa e i tre figli. Allora il povero, disperato Bicke si dà una sola possibilità: colpire al cuore il potere, uccidere chi ha alimentato con promesse ingannevoli e poi distrutto tutti i suoi sogni. Diventerà un eroe. Bicke ama la musica, la grande musica, suo ultimo rifugio. Infatti scrive messaggi al grande compositore Leonard Bernstein, il solo in grado di capire le ragioni del suo gesto. Per un ruolo così impegnativo, la scelta doveva cadere su un grande interprete. E Sean Penn, attore straordinario, incarna al meglio la disperata odissea di un uomo solo, figlio di una nazione fondata sì sulla democrazia, ma soprattutto sulla spietata legge del successo, della ricchezza. La bellissima Naomi Watts è la tipica moglie che, se stai male, finisce di distruggerti.