Cultura
11 ottobre, 2010

Per qualche centimetro in meno

Cuscinetti, cellulite, grasso localizzato. Che non si eliminano perdendo peso. Anzi, dimagrendo peggiorano la situazione. Ecco allora come liberarsene: grazie al fitness, ai nuovi macchinari. Fino alla chirurgia soft

Coulotte de cheval, cuscinetti, pelle a buccia d'arancia, pancetta e maniglie dell'amore: insomma, cellulite, per le donne, o grasso localizzato, per gli uomini. Un incubo per almeno otto italiani sui dieci, tornati dalle vacanze con un po' di chili in più o con la sgradevole sensazione di avere passato l'estate a cercare di mascherare con parei o abbigliamento oversize quel sovrappeso che comunque spuntava dai leggeri abiti estivi. Gente disposta a tutto pur di perdere qualche centimetro. Che fare? A sentire gli esperti, è adesso, con tutto l'anno davanti, che bisogna cominciare a darsi da fare: perché la battaglia è lunga.

Prima di tutto occorre andare dal dermatologo. Che può fare una diagnosi precisa dello stadio e delle cause che hanno provocato la cellulite e i depositi: scompensi ormonali, predisposizione genetica, problemi circolatori, sedentarietà, cattiva alimentazione, fumo, poco sonno, consumo di alcolici. Serve quindi una dieta che combatta la ritenzione idrica. Quindi: poco sale, con la consapevolezza che la minaccia arriva sia da quello che si aggiunge sia da quello già presente in alimenti come insaccati e cibi in scatola, pochi lieviti, poca caseina (dunque addio ai formaggi troppo grassi), e pochi alimenti che affaticano il fegato, come caffè, cioccolato, bevande alcoliche, fritture e dolci. Il fatto che si debba bere molta acqua, poi, non è affatto una leggenda metropolitana, ma permette un ricambio idrico veloce e impedisce alle scorie e prodotti di rifiuto, per esempio l'urea, di ristagnare nell'organismo. Fin qui, le regole base. Poi, ecco il programma.

Nuota che ti passa
Una vita sedentaria porta ad avere una muscolatura poco tonica, una cattiva circolazione e un metabolismo lento che non brucia i grassi: tutti fattori aggravanti della cellulite e del grasso localizzato. Purtroppo non esistono esercizi ad hoc per eliminare la cellulite. Ce ne sono, però, alcuni che devono essere evitati, come spiega Siro Scamuzzi, personal trainer di decennale esperienza: "Tutti quelli che fanno produrre molto acido lattico, come il body building con un carico elevato. Il muscolo, infatti, ha bisogno di ossigeno per eliminare le sostanze di scarto e per attivare il metabolismo. Ecco perché sono da privilegiare le attività aerobiche, come la corsa, il nuoto o la ginnastica. Per poi scolpire aree particolari si possono aggiungere esercizi mirati".
Non basta quindi buttarsi in palestra. Bisogna sempre tenere presente che combattere il grasso localizzato non è la stessa cosa di perdere peso. Tanto che anche la postura in questa battaglia è molto importante: "Tutte le posizioni in cui il bacino è chiuso, come quando si accavallano le gambe, sono da evitare, perché i canali linfatici inguinali sono compressi, e ne deriva un effetto negativo per la circolazione negli arti inferiori", raccomanda Barbara Falciani, kinesiologa romana. E un aiuto a mantenere una postura corretta può arrivare anche dalle calzature. "Le famose scarpe a dondolo, le mbt, se usate in maniera costante possono essere di aiuto, soprattutto per chi lavora molto in piedi, perché danno una postura corretta, facilitano la circolazione, e migliorano il ritorno venoso", consiglia la dermatologa Elisabetta Perosino, segretario generale dell'Isplad. Da evitare invece le scarpe con il tacco, che costringendo il piede in posizioni innaturali, favoriscono la comparsa di cellulite sulle caviglie e sui polpacci.

Per cominciare
Queste raccomandazioni sono utili soprattutto per prevenire. Ma una volta che il nemico si è insediato, serve qualcosa di più per mandarlo via. Si comincia sempre, anche nelle situazioni più difficili, con dei massaggi. Il più comune è il tradizionale massaggio circolatorio, che facilita il flusso sanguigno nei vasi periferici, ma che deve essere superficiale perché chi ha la cellulite ha spesso anche capillari più delicati. A questo si accoppia sempre il linfodrenaggio, una stimolazione manuale del sistema linfatico per l'eliminazione delle scorie e per ridurre la cellulite più diffusa. Spesso viene utilizzato prima di altre soluzioni più localizzate e profonde, almeno due volte alla settimana per circa un mese. Se questo massaggio è effettuato attraverso un macchinario, si parla allora di pressoterapia. Per circa 45 minuti si infilano le gambe dentro dei manicotti collegati a un apparecchio elettrico che induce una pressione sui vasi sanguigni. Per ottenere risultati servono almeno due o tre cicli di cura (da 7-8 sedute l'uno). L'uso del macchinario non garantisce risultati migliori rispetto al massaggio manuale, ma è più economico.
Ma attenzione: il linfodrenaggio o la pressoterapia non sono indicati in caso di infiammazioni importanti, tumori benigni, ipertiroidismo, ipertensione e altre patologie cardiovascolari o renali. Per questo, è comunque bene che sia sempre il dermatologo a scegliere i trattamenti più indicati per ogni paziente, anche se poi a effettuarli è un'estetista o un fisioterapista, meglio se operanti presso uno studio medico col costante controllo del dermatologo.

E spesso non basta. Cuscinetti adiposi resistenti e ben localizzati o al contrario celluliti molto estese, hanno bisogno di un trattamento medico. Questo prevede quasi sempre l'impiego di sostanze ad azione drenante, lipolitica o antinfiammatoria. Il più datato di questi trattamenti medici, ma ancora uno dei più efficaci, è la mesoterapia: attraverso numerosi piccoli aghi (o un solo ago sottilissimo) viene iniettato sottopelle un farmaco o un mix di farmaci. In teoria, l'uso dell'ago singolo consente di provocare meno dolore alla paziente, riduce l'estensione dei lividi che normalmente si presentano dopo il trattamento, e abbassa il rischio di toccare per errore nei o capillari. Una versione più soft è la microterapia, che si effettua applicando sulla pelle un piccolo dispositivo a ventosa nella cui cavità è presente un minuscolo ago. Il principio però è sempre lo stesso. Un ciclo di mesoterapia è composto da 8-15 sedute iniziali, con frequenza settimanale, e una seduta mensile per il mantenimento dei risultati ottenuti. È sempre proposto in combinazione con trattamenti più high tech, come la laserterapia, che sfrutta le onde elettromagnetiche per ottenere un effetto linfodrenante. Anche questa strada, però, è utile nel caso di celluliti resistenti, ma recenti, perché la luce è assorbita solo dagli strati cutanei più superficiali.
Se la cellulite è più profonda serve un'azione più intensa e aggressiva come quelle proposte da molti studi medici, tutte assai costose e di dubbia efficacia.

Magico bisturi
Infine c'è un'ultima spiaggia: la chirurgia. Ovvero, la liposcultura e non più liposuzione, divenuta ormai obsoleta, troppo invasiva e meno rimodellante. Attraverso sottili microcannule, inserite in piccole incisioni sul tessuto da trattare, si aspira il grasso presente sottopelle. Questo tipo di intervento è adatto solo alle forme resistenti ad altri trattamenti - e quindi anche di vecchia data - e molto localizzate, come le coulotte de cheval, cuscinetti su fianchi, glutei e cosce, e per chi non è in eccessivo sovrappeso.
"La cosa più importante", sottolinea Marco Gasparotti, chirurgo plastico, tra i padri di questa tecnica, "è che l'intervento sia fatto in una clinica attrezzata, alla presenza di un anestesista e non in un ambulatorio senza adeguate misure di sicurezza. Il medico deve essere sempre un chirurgo specializzato in grado non solo di portare a termine l'intervento, ma di risolvere eventuali complicanze". Ed è sempre l'insindacabile giudizio medico del chirurgo che stabilirà se l'intervento è possibile e utile o meno, e se è opportuno sottoporsi a uno o più trattamenti prima dell'intervento. Dopo l'operazione per un periodo che varia dalle due settimane a un mese devono essere indossate guaine contenitive che permettono ai tessuti svuotati di riacquistare compattezza. Indispensabile poi è un piano di battaglia post-intervento per non vanificare il dolore, gli sforzi e la spesa: linfodrenaggio, massaggi, attività fisica.
Quando a essere trattate sono zone molto ristrette come il retro del ginocchio o la caviglia si parla di microliposcultura. La tecnica è praticamente la stessa ma le cannule sono ancora più piccole e il periodo di recupero meno lungo. Il grande vantaggio della chirurgia è che è quasi definitiva, sottolinea Gasparotti: "La cellulite trattata non si riformerà mai più. Questo non vuol dire che non possa riformarsi in altre zone, soprattutto in soggetti predisposti o se si ricomincia con uno stile di vita errato concedendosi troppo a tavola o troppo poco in palestra".
La chirurgia ha un difetto fondamentale: è molto costosa. "Non esiste il low cost in questo campo", sottolinea ancora il chirurgo romano: "Si devono pagare la sala operatoria, l'anestesista, gli infermieri, gli assistenti, e anche il chirurgo. Certo, la parcella del medico potrà variare, ma un'operazione per la quale si dovrebbero spendere 6 mila euro non può costare mille. Se ve ne chiedono mille c'è sempre qualcosa che non torna". L'unico modo per sapere se ci si sta mettendo per davvero nelle mani giuste è chiedere conferma alla Società Italiana di Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica (www. sicpre.org).

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