Il nudo attraversa la storia dell'arte come un modello di espressività perfetta e sublime. Si è fissato nella cultura classica e ha attraversato tutte le forme della contemplazione e della comunicazione, scandendo i periodi dal Rinascimento al Novecento, da Michelangelo a Rodin, da Velasquez a David e a Manet. Le vicende del moderno hanno continuato, da Schiele a Giacometti e a Picabia, a trattare il soggetto per arrivare a un contemporaneo ancora interessato, da Freud a Manzoni e a Currin, all'impatto seducente del corpo umano. Nell'ambito della pop art, la bellezza nuda della figura femminile è trattata con spirito ironico e surreale da Mel Ramos (1935). L'artista californiano, sin dal 1964, ha prodotto immagini di pin up e creature hollywoodiane dalla forte sensualità.
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Bellezze da spiaggia che innestate in oggetti di consumo, come pacchetti di sigarette e barattoli di olio o abbracciate a bottiglie di Coca- Cola o a sigari Cohiba enunciano un'esistenza da consumo di massa.
Queste entità erotiche (Kunsthalle, Tubingen, fino al 25 aprile) diventano tentazioni merceologiche, come i prodotti con cui si accoppiano, oppure divinità di un universo animale disneyiano che sottende un kitsch erotico. Veneri californiane, frutto di una bramosia artificiale creata dai media, dalla riviste alla pubblicità, basata sul carattere ibrido e seducente della comunicazione, che tuttavia fanno ripensare alla storia del nudo femminile quale continuo perpetuarsi di un logo o un marchio dello sguardo e del pensiero maschili.