Cultura
14 settembre, 2010

Com'è social la mia auto

Collegate al Web, le vetture si parleranno tra loro. Per mettersi in guardia sul traffico, suggerire i percorsi e chiedere soccorso in caso di problemi

Ad esempio: "Sono appena arrivata all'Hilton Garden Inn San Mateo, in California". Oppure: "Sto per finire la benzina, devo fermarmi per un rifornimento". O ancora: "Sulla sesta strada c'è un ingorgo, chi può prenda percorsi alternativi". Le tre frasi che avete appena letto provengono da Twitter. Ma a scriverle e pubblicarle sulla principale piattaforma di microblogging non è stata una persona in carne e ossa, bensì un'automobile. Precisamente una Ford Fiesta che nelle scorse settimane è partita dal Michigan per attraversare in diagonale gli Stati Uniti e raggiungere la californiana Silicon Valley.

La vettura è l'oggetto di uno studio di un team composto da ricercatori della Ford e dell'università del Michigan, con il supporto tecnologico di Microsoft e Intel.

Il primo obiettivo della sperimentazione è capire a che cosa può servire una macchina connessa a Internet e immersa nell'ambiente dei social media. Ovviamente il secondo obiettivo è poi quello di trasformare questo test in un prodotto commerciale. Avere un'auto sempre connessa potrebbe essere spesso utile: per intrattenere i passeggeri che possono vedere un filmato su YouTube, chattare o spulciare le foto degli amici su Facebook; per avere un ufficio portatile; oppure per essere informati in tempo reale sul traffico o sulla città in cui ci si trova.


Per il loro studio i ricercatori americani hanno addirittura cercato di "prevedere" le informazioni utili all'utente. La vettura è infatti dotata di una squadra di sensori messi in Rete che hanno il compito di raccogliere dati e - quando necessario - pubblicare un micropost su Twitter. Così, quando la macchina si ferma per un tempo prolungato, il sistema calcola le coordinate e le comunica al proprio profilo su Twitter, indicando una sosta (se invece il motore rimane acceso, il computer di bordo "capisce" che l'auto è imbottigliata nel traffico, e comunica anche questo agli altri automobilisti connessi).

Insomma, il combinato disposto tra i sensori, i sistema di geolocalizzazione satellitare e siti sociali su Internet sembrano delineare un futuro prossimo in cui le auto si "parleranno tra di loro" ("Attenzione, c'è una chiazza d'olio sulla provinciale tra Desio e Seregno", "Sono in panne al chilometro 14, il mezzo di soccorso più vicino mi venga a trainare" e così via) per rendere più sicura e fluida la circolazione.

Ma questo è solo uno degli esempi di come l'elettronica e Internet stiano colonizzando il mercato dell'automobile. Nonostante la crisi, infatti, la tecnologia a quattro ruote cresce ogni anno sempre di più: nel 2009 ha registrato un più 10 per cento rispetto all'anno precedente, sfiorando un giro d'affari di 12 miliardi di dollari.

Tra le aziende più attive c'è appunto la Ford che, oltre allo studio citato, ha in programma di lanciare un'iniziativa simile a quella della Apple con i suoi iPad, iPhone e App Store. L'idea, infatti, è quella di consentire al guidatore di personalizzare il proprio cruscotto, proprio come si può fare come con un iPhone. In altre parole, quando le auto dotate di questa tecnologia saranno sul mercato, l'utente potrà scaricare dal computer (o direttamente sulla vettura) applicazioni di qualunque tipo (intrattenimento, video, social media, videogiochi, news, info sul traffico e così via) visualizzabili su un display di cui sarà munita la macchina. E non solo. Come avviene con l'iPhone, le applicazioni non saranno sviluppate solo dalla casa madre, ma anche da "terzi": in questo modo è prevedibile che si possa aprire un mercato florido come quello delle "app" per telefonini e che ogni utente possa scegliere (e cambiare) i suoi optional digitali anche una volta acquistata la vettura.

La personalizzazione del cruscotto è una sfida che affascina molti. Anche in Italia c'è chi ci sta lavorando. è il caso di Telecom Italia che nei suoi laboratori di ricerca di Torino ha sviluppato un prototipo in grado di portare in auto diversi contenuti digitali. Si tratta di un dispositivo simile a un navigatore satellitare sul cui schermo appaiono le icone delle applicazioni da cliccare rigorosamente con i polpastrelli (il monitor è touch). L'obiettivo di Telecom è favorire un ampliamento di questo mercato, visto che le applicazioni e gli aggiornamenti - come nel caso dei cellulari - vengono scaricate attraverso Internet, grazie dunque a una rete di telecomunicazione il cui accesso è tutt'altro che gratuito. A un progetto simile lavora anche la Magneti Marelli, che in collaborazione con Navteq ha messo a punto una piattaforma in grado di collegarsi ai cellulari Nokia. In questo modo sul cruscotto digitale compare tutto quello che è presente nel telefonino.

Questo e altri progetti si basano sull'assunto che l'automobile non possa essere più off-line. C'è bisogno che sia collegata a Internet così da tenere sempre informato (o intrattenere) chi è nell'abitacolo. Perciò sono sempre più le case automobilistiche che decidono di mettere di serie (o tra gli optional) una connessione alla Rete. Di recente lo ha fatto l'Audi che ha inserito un modulo (realizzato da Telit) che permette di collegarsi fino a una velocità di 7,2 Megabit al secondo. Per consentire a tutti i passeggeri di essere sempre on line, la Mercedes Benz ha invece trasformato le sue vetture di Classe E e Classe S in "Internet point": grazie al nuovo servizio InCar Hotspot all'interno dei veicoli si possono adoperare fino a quattro apparecchi portatili contemporaneamente (netbook, laptop, smartphone) la cui ricezione è assicurata da un'antenna esterna.

La Mercedes sembra concentrarsi molto sull'entertainment: i suoi nuovi modelli possono essere equipaggiati di due monitor Lcd da sette pollici a uso e consumo dei passeggeri nei sedili posteriori. Agli schermi è possibile collegare console per videogiochi, supporti di memoria e altro. Un sistema simile lo montano anche le Jaguar, con un paio di dettagli in più: nei modelli XJ c'è un telecomando in touch screen per i passeggeri dei sedili posteriori, mentre il display anteriore è diviso in due: quando chi guida visualizza la mappa del Gps in metà dello schermo, il passeggero che gli è accanto si può guardare un film nell'altra metà.

Tecnologia e Internet non sono però sinonimo solo di intrattenimento. La sicurezza è uno degli ambiti che può più beneficiare di questo binomio. Se ne è accorta la Bmw, che pure sta studiando un modo per far comunicare le diverse auto tra loro, per scambiarsi informazioni sulle condizioni delle strade o del tempo registrate da diversi sensori: da quelli per la pioggia a quelli che registrano l'attività dei tergicristalli, dall'Abs al termometro esterno. In questo modo si può avvisare chi ancora deve mettersi in viaggio su quello che lo aspetta e fare in modo che prenda le contromisure più opportune.

All'avanguardia sul fronte della sicurezza hi-tech sono anche Seat e Citroën, grazie all'Electronic Stability Programme (Esp) che registra costantemente tutte le informazioni possibile provenienti dall'auto e agisce di conseguenza. Per esempio, stabilizzando la traiettoria quando rileva una perdita di aderenza e attivando l'Abs per evitare slittamenti e accelerate improvvise o l'Emergency Brake Assit per le frenate. La casa francese, inoltre, monta sui suoi ultimi modelli anche sensori a infrarossi che avvisano in caso di superamento involontario delle linee di carreggiata, e da diverso tempo - come anche Nissan e Honda - il sistema di cofano attivo. Per garantire la massima sicurezza anche ai pedoni in caso di urto, il cofano si solleva di 6,5 centimetri e rimane alzato per ammortizzare l'impatto.

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