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Cultura
febbraio, 2011

Il bestseller è on the road

Ha vissuto con gli homeless. Ne ha tratto un romanzo: un caso editoriale. Ora ne pubblica un altro. L'improvviso successo di Maud Lethielleux

Vita da homeless. Quella di Moon, 19 anni e da due sulla strada. Ma non è una storia strappalacrime genere piccola fiammiferaia quella dell'eroina di "Da qui vedo la luna", romanzo di Maud Lethielleux che arriverà in libreria a giorni, tradotto da Luciana Cisbani per Frassinelli, dopo esser stato un piccolo caso editoriale in Francia. Al contrario Moon ha scelto di vivere "leggera come una corrente d'aria" sotto un cielo di stelle, sul marciapiede accanto al chiosco di fiori, insieme agli amici Fidji dai crespi dreadlocks, Slam, Boule il pelato e la cagnetta Comète, e detesta cordialmente tutti gli assistenti sociali e i volontari, quei "supergentili con le facce da umanitari", come li chiama lei che, specie quando fa più freddo, cercano di tirarla fuori dalla strada a suon di brodini e minestre calde. Un romanzo forte e coinvolgente, ma pieno di humour e sarcasmo. In più, vero. Perché l'autrice Maud Lethielleux, nata a La Fleche (Parigi) nel 1973, ci ha vissuto davvero sui cartoni degli homeless, per due anni: a 17 anni si è innamorata di un giovane vagabondo e lo ha seguito, rompendo con i genitori e la scuola. Da quell'esperienza è nato nel 2009 il suo primo libro "Dis oui, Ninon", un buon successo da 10 mila copie.

E oggi l'autrice - che vive in una casa ecologica in campagna a Nantes con Christophe e una bella famigliona allargata di tre figli e un altro bebè in arrivo - torna sul tema, una specie di bomba a orologeria in Francia dove i senzatetto sono in continuo aumento, con "Da qui vedo la luna", che fotografa molto dettagliatamente la sua esperienza di adolescente sulla strada e la fatica di uscirne, una volta incinta: "Quando si sta seduti sul marciapiede rimettersi in piedi è molto difficile", spiega.

In effetti è abbastanza dura anche per l'ottimista Moon, nei suoi cartoni a cielo aperto. Ma, un giorno, le viene in mente di rubare un taccuino per scrivere una storia da regalare al suo amore Fidji. Quando lui se ne va a vivere in uno squat e la lascia, lei scopre "la gioia di addomesticare parole e inventare frasi". La letteratura, insomma come via di riscatto, ma anche come racconto di realtà, più vero del vero. E infatti, il fido Slam, che è stato in galera e conosce il mondo, intuendo il talento di Moon spedisce il suo scritto a diversi editori. Ma qui scoppia il dramma, tenero quanto realistico: Moon vuole tenersi stretta la sua libertà e l'onore di poter dire di no, ma davanti ai signori della Casa Editrice capisce che deve rinunciare ai suoi sogni per essere accettata.

Ha vissuto tante vite la scrittrice Lethielleux, ha frequentato corsi di canto e musica - suona fisarmonica e contrabbasso - in India e Nuova Zelanda, ha portato i suoi spettacoli teatrali in Bosnia e Israele. Un bagaglio di esperienze on the road che ha riversato in questo secondo romanzo. Che è anche una lezione ferocemente divertente sugli innumerevoli trucchi da tener presente (non si sa mai, nella vita) per una esistenza da homeless. Vitale è la scelta del posto dove passare la notte: dopo averlo trovato "bisogna non chiedere il permesso, bisogna prenderselo e poi far vedere che come vicini non si è troppo rumorosi". Fondamentale è la compagnia, via i punk con le creste fatte dal barbiere e le braghe da cento euro che la sera tornano a dormire da mamma e papà, via le puttane, gli avvinazzati e gli impasticcati. Infine, l'andatura da ghetto: con una camminata veloce, i piedi a papera e un cappuccio ben calato la notte non fa più paura.

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