Prima del mondo: la gente. E' un po' questo lo spirito di partenza. Vive a New York ma è già un eroe mondiale Kehinde Wiley, artista 33enne nato a Los Angeles da madre afroamericana e padre appartenente al gruppo etnico Yoruba. E' proprio per incontrare il padre che all'età di 20 anni si avventura nel suo primo viaggio, in Nigeria. E' forse lì che scoppia la passione per i ritratti di realtà apparentemente molto diverse dalla sua.
Il suo chiodo fisso è l'immagine dei giovani africani nella cultura contemporanea, come se il mondo fosse lo stesso per tutti. In questa missione Wiley sfonda i confini tra tradizioni e contemporaneità, folklore e pop art, con massicce dosi di rifacimenti: rococò francese e design occidentale, tessili africani e architetture islamiche. Record di colori e tonalità che creano una originalissima sintonia tra senso di rivalsa e spiritualità. Potere "urban". Come egli stesso racconta nella sua apparizione tv in qualità di Character Honoree.
Nei ritratti di Wiley nient'altro che fotografie di gente comune (molte opere riportano i nomi propri dei modelli tipo "Shmuel Yosef", "Mahmud Abu Razak" o "Kalkidan Mashasha"), abiti semplici e t-shirt di calciatori che si adeguano a pose che sembrano richiamare i dipinti dei maestri del Rinascimento. Come se Wiley volesse fare un suo personale tributo alle opere di artisti come Giovanni Battista Tiepolo.
Fino al 28 Maggio presso Roberts&Tilton sul Washington Boulevard di Culver City (California), il focus di Wiley sull'Israele: "The World Stage: Israel". Mettere su un virtuale palco, la storia, gli scambi culturali e le facce dei nuovi israeliani attraverso il loro sguardo, i gesti e gli atteggiamenti immortalati nel ritratto con attenzione fotografica.
Prima Rio poi Pechino e tantissime altre città e ora per Wiley è tempo di esibire Tel Aviv, dopo un intenso viaggio in Israele. La gallerista Julie Roberts dichiara che tutti i lavori che sono esposti da Roberts&Tilton sono già stati riservati, a scatola chiusa, a prezzi che vanno dai 40.000 $ per un dipinto su carta a 160.000 $ per il più costoso olio su tela.
Il business sembra essere parte integrante della prospettiva professionale di Kehinde Wiley, e quando la matrice è di tipo artistico non può che essere l'unico sistema di valorizzazione del proprio lavoro: lo scorso anno per esempio ha disegnato per Puma quattro ritratti di altrettanti calciatori africani. Tutto senza alcun compromesso aziendale: gente della strada dai colori vivaci e storie da raccontare con gli occhi. Nei diversi posti del mondo. Quelli veri.