Ed ecco che suona ancora. La risposta adesso ti fa arrossire, il linguaggio ha più sfumature di quante siano le parole che usi. Stai forse flirtando? Magari sei dentro una riunione di lavoro. I colleghi intorno a un tavolo ingabbiati in schemi e comportamenti, mentre tu con uno sconosciuto in rete giochi a svelarti e a scoprire personalità multiple. Sconosciuto poi, ci parlerai da almeno venti o trenta messaggi. Nella giornata di oggi. Ed è ancora mattina.
Il flirt su Twitter si alimenta in dosi da 140 caratteri. Esplode con una valanga di pensieri, parole a ciclo continuo, autoscatti a volte osè, e poi si satura. Due o tre settimane al massimo, nelle quali ci togliamo il sonno per scrivere su quella tastiera cose che a uno spasimante, e probabilmente a uno psicologo, non diremmo mai, nella vita "fuori" da lì.
I timidi si mostrano audaci, gli sposati trasgressivi, i single morigerati e una signora si è pure sposata. Dicono.

Di questo viaggio sul flirt al tempo di Twitter il cicerone è un personaggio che si distingue sul social per ironia e seguito femminile: George W. Lebowsky si ispira al protagonista del film dei fratelli Cohen e ha stilato per l'occasione un prontuario per il rimorchio digitale. Ecco le sue regole, e le testimonianze di chi non ha saputo resistere alla tentazione di 'rimorchiare' virtualmente.

Michael Giova ha 33 anni e si è trasferito nelle Marche dopo aver vissuto all'estero. Nella sua esperienza "può capitare di avere approcci diversi". Infatti "non c'è una regola su chi inizia per primo. Conosci gente interessante, ti segui a vicenda con un 'Follow' che ti permette anche di inviare e ricevere 'Dm' messaggi privati. Il tono di queste conversazioni cambia se c'è attrazione. A volte può diventare piccante e allora mandi o chiedi delle foto per esempio, o link a canzoni o film, magari a scene un po' particolari. Nel mio caso però è più interessante guardarmi mentre faccio la pasta, sono un ottimo cuoco".

"Seguivo da qualche giorno una ragazza, mi faceva ridere, così le ho scritto un tweet. Mi ha risposto in Dm e mi ha chiesto se mi piaceva legare. Nel senso di bondage. Io non sapevo bene cosa fosse e così è iniziato un confronto ironico, sensuale, divertente. È una cosa che va avanti da più di un mese. Le persone sui social mostrano il meglio e si rischia di non riconoscersi, poi, dal vivo. Ma la curiosità è tanta. Forse ci vedremo, prima o poi".


Ballodasola invece ha 38 anni e vive in Lombardia. Chiede l'anonimato anche se su Twitter non passa certo inosservata. La sua pic, la foto del profilo, è un décolleté. I suoi follower sono numerosi, le conversazioni allusive e intelligenti.
"Mhmm guarda che qui tutti ci provano con tutti, non solo perché mostro le tette! La prima cosa che mi chiedono in Dm è 'sei tu nella pic?' la seconda è 'hai Skype?' I follower un po' bizzarri sono i meno pericolosi. Quelli che ci provano, la maggior parte delle volte, sono profili insospettabili: signori per benino che invece vogliono sapere dove vivo e se faccio incontri. Dopo qualche battuta mi danno il numero, la scusa è sempre la stessa: che qui è complicato e noioso. La verità è che vogliono wozzapparmi (inviare con WhatsApp sul telefono) la foto delle loro parti intime, nella speranza che io contraccambi!"
"Io mi annoio facilmente, dopo un po' il virtuale mi stanca, non rispondo più e loro smettono" continua Ballodasola. "Qualcuno c'è stato, sì, che mi ha colpita, ma una volta incontrati questi personaggi si sono rivelati dei bluff. Qui si descrivevano come dei grandi amatori, super dotati, grandissimi esperti di questo e quell'altro... tutte balle invece".
Ballodasola avrà dato un appuntamento per il tè delle cinque, forse, al suo innamorato. "Macché... per fare sesso, solo sesso". Ed è quello che cerca? Smentisce. "A me piace l'ironia, chi si prende poco sul serio. Qui mi diverto a mostrarmi, ho sempre avuto un buon rapporto con il mio corpo e mi piace essere guardata. Per tutto il resto c'è la vita fuori".


Alessandra ha 32 anni vive a Genova e si è iscritta da poco su Twitter. Le sue conversazioni sono brillanti e proseguono a un ritmo impressionante, sembra quasi che termini la sua giornata lì, a combattere con tutti. "Un flirt? è iniziato con un litigio. Poi abbiamo chiarito, scoperto affinità e ci siamo scambiati tenerezze, a parole. Ammetto che mi ha conquistata. Vederlo stronzo maledetto in timeline e poi dolce e romantico in privato mi faceva sentire speciale. Ovviamente ci siamo scritti, messaggiati, visti con la webcam su Skype. Il rapporto si è fatto più confidenziale, eravamo arrivati perfino a chiamarci "amore" nonostante non ci fossimo mai toccati. Patetico vero?
"Gli ho proposto di incontrarci, e lì ho capito che c'era qualcosa che non funzionava. Ha rifiutato, motivi di lavoro. Poi mi ha spiegato che i rapporti vanno costruiti su basi solide. Le sue parole testuali sono state "mi va di averti nella mia vita" e "domani ti chiamo". Non l'ho più sentito.


Ma sono tutti marpioni su Twitter? E funzionerà questo prontuario del flirt on line? Chiediamo al nostro cicerone George W. Lebowsky: 43 anni, sposato. Vive in Sicilia ma viaggia molto per lavoro. "Sia chiaro che non sto su Twitter per rimorchiare. Ci sto per scrivere stupidaggini, fare battute sulla politica, prendere in giro un po' tutti e anche me stesso. Poi suscito curiosità, le donne mi cercano anche in privato a volte. Ma giuro, davvero, che non do confidenza. Specie poi se i messaggi li legge mia moglie, ho l'account sul suo Ipad.
Sono le mie follower, tutte matte, che mi mettono nei casini. Mi scrivono Dm anche solo vagamente allusivi, qualcuna pure ti amo, "LoL" e altre cose. Ma io che colpa ne ho, gliel'ho spiegato a mia moglie che non significa niente, che le parole si dicono ma non sono quello che sembrano. Insomma mica voglio buttare all'aria un matrimonio, io".

