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Cultura
ottobre, 2014

Netflix, la tv del futuro in Italia nel 2015

Ha già sessanta milioni di abbonati, è  sbarcata in Francia e Germania e sta arrivare nel nostro Paese. Via Internet e con un solo ostacolo: la banda larga, che da noi ?è ancora scarsa

Pagare 8-10 euro al mese e poter vedere tutte le serie tivù e i film che vogliamo e quando vogliamo. Senza limiti, dalla tivù di casa con un clic sul telecomando oppure - a nostra scelta- dallo smartphone o dal tablet.

Funziona così un nuovo modo di vedere la tivù, ormai consueto negli Stati Uniti, con Netflix. Forte di 60 milioni abbonati nel mondo, adesso Netflix si sta espandendo in Europa. Ma ancora non in Italia, dove le analoghe offerte di tivù-Internet sono gravate di forti limiti rispetto a quanto possibile già negli Usa: prezzi più alti, cataloghi lacunosi. Offerte spesso prive delle novità più richieste o che costringono gli utenti a pagarle a parte, in aggiunta al canone. Anche in Italia, però, la rivoluzione degli spettacoli tv “all you can eat” via Internet arriverà, probabilmente nel 2015. «Con tutta probabilità verso la fine dell’anno», dice a “l’Espresso” Bruno Zambardino, docente di produzione e gestione dello spettacolo all’università Sapienza di Roma e tra i primi studiosi del fenomeno film on line in Italia (se ne occupa anche per l’osservatorio di ricerca I-Com).

Del resto Netflix è già in Francia e Germania - da quest’estate - e, da un paio di anni, nel Regno Unito. La data di arrivo nel nostro Paese, però, non è ancora ufficiale, perché qualche problema c’è: «Il mercato di riferimento in Italia è limitato anche perché, rispetto ad altri Paesi, il parco potenziale degli utenti internet tv è ristretto», spiega Andrea Rangone, a capo degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano. Per vedere la tv via Rete, bisogna avere infatti una buona connessione Internet, veloce e senza limiti di traffico: Adsl o fibra ottica, insomma, ai quali sono abbonati solo il 55 per cento degli italiani, contro il 73 per cento della media europea (Ue 27, secondo dati della Commissione europea). Bisogna poi avere gli strumenti giusti per connettersi ai servizi. È vero che basta uno smartphone o un tablet per accedere ai servizi italiani, «ma film e serie tv sono contenuti che si fruiscono preferibilmente dal televisore principale della casa, di solito più in famiglia che da soli», dice Rangone.

Come fare quindi a portare l’Internet tv sul televisore di casa? Ci sono alcune alternative. Possiamo connettere alla tivù un dispositivo che acceda alle offerte italiane: al solito basta una console (Xbox, Playstation); in certi casi, possiamo usare anche una chiavetta speciale (la Chromecast, di Google), un decoder digitale terrestre o un lettore blu ray. Il modo più comodo però sarebbe l’accesso diretto, con un televisore “smart”, quindi “naturalmente” connesso a Internet. Lo accendi e, in un menu, trovi le offerte internet tv italiane in formato di app da selezionare (un po’ come avviene su uno smartphone). «In Italia nel 2013 c’erano appena 4,2 milioni di case con smart tv e solo la metà delle quali (contro l’80 per cento del Regno Unito) era effettivamente usata per internet. Sono però dati in forte crescita: la previsione 2014 è di 5,9 milioni di smart tv e 7,8 milioni nel 2015», dice Rangone.

Lo stato delle offerte italiane è riflesso diretto dei livelli del business raggiunti e previsti: sono limitate, rispetto a Netflix, ma in rapido miglioramento.

Timvision (che Telecom ha di recente rilanciato, cambiandole anche nome: prima si chiamava Cubovision) ha un ampio catalogo e prezzi bassi. Ma, a 10 euro al mese, si accede solo a un catalogo con 3 mila titoli che sono film perlopiù datati o programmi non di grande pregio (come quelli tivù del giorno prima). Per altri due mila titoli, le novità, film e serie di successo, bisogna pagare a parte. Nel 2015 però si vedranno anche i frutti dell’allleanza tra Telecom Italia e Sky.

Da gennaio i contenuti di Sky andranno anche sulle reti banda larga; alcuni di questi, saranno accessibili pure sul servizio Timvision. «Complessivamente (quindi Netflix compreso, ndr) è un business in forte crescita. I ricavi dei contenuti Internet tv, in Italia, saranno di 35,40 milioni di euro nel 2014, contro i 25 milioni del 2013», dice Rangone. «In Francia però siamo già a quota 100 milioni; in Germania a 150 e nel Regno Unito a 300», aggiunge Zambardino.

L’aspetto rivoluzionario di Netflix è stato il prezzo flat basso (7,99 dollari mensili negli Usa) per accedere a tutti i film e serie tivù (8 mila titoli). Di recente c’è stato un piccolo rincaro: a 7,99 dollari si possono vedere solo i film in definizione standard; per l’accesso (sempre senza limiti) a quelli in alta definizione si sale a 8,99 dollari. I prezzi in Francia e Germania sono analoghi: 7,99 o 8,99 euro.

In particolare, il canone flat, con Netflix come con le offerte italiane, dà diritto a una visione “streaming” del contenuto scelto da una lista (possiamo vederlo solo su quel dispositivo; non scaricarlo come un file da trasportare altrove).

«L’offerta Internet tv è limitata dalla qualità e quantità dei contenuti rispetto a quanto già disponibile su digitale terrestre e satellite, cioè sulla tv tradizionale», dice Rangone. «Il motivo è che il mercato di riferimento, ancora piccolo, non giustifica un forte investimento sui diritti televisivi», continua. Accaparrarsi i diritti in Europa è complicato anche per Netflix, che infatti in Germania e Francia ha appena mille titoli e 2.700 nel Regno Unito.

Ecco perché le aziende italiane non si dicono preoccupate per l’arrivo di Netflix: «Il catalogo crescerà in parallelo con il mercato tivù, che servirà anche a sostenere la diffusione della banda larga», dice Daniela Biscarini, responsabile multimedia entertainment di Telecom. «Netflix non sarà un problema. Piuttosto, c’è da superare il nodo dei diritti: le major americane preferiscono venderli in esclusiva a diversi soggetti, per massimizzare i profitti; Rai e Fox ci hanno negato i rispettivi contenuti», dice Maurizio Merli, direttore marketing & technology di Infinity.

Gli esperti credono tuttavia che l’arrivo di Netflix farà la differenza, anche da noi. «Contribuirà ad aumentare i ricavi Internet tv. Questi infatti aumenteranno del 50 per cento nel 2015, in Germania, secondo l’istituto Futurescope», dice Zambardino. «Netflix amplierà l’audience dell’Internet tv, grazie alla forza del brand e dei prezzi. Costringerà gli attori locali e le emittenti tradizionali a potenziare le proprie offerte», conferma Samantha Merlivat, analista di Forrester Research.

Le Internet tv in generale potrebbero cambiare gli equilibri del mercato televisivo in modi ancora imprevedibili. Conclude Rangone: «Certo, questo resterà un mercato per pochi soggetti, con le tasche abbastanza profonde per comprare i diritti dei contenuti più richiesti. Ma tra quei soggetti potrebbero arrivare comunque nuovi attori. In fondo grazie a Internet è già entrato un outsider nell’universo tivù italiano, finora chiusissimo, cioè Telecom». E Netflix promette di essere il prossimo guastafeste.

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