Un classico dell’estate è Roberto Bolle & Friends: a Catania (18-20 settembre).
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La creatività dei coreografi israeliani è sempre sulla cresta dell’onda. Il 17 e 18 è la volta di Idan Sharabi e Roy Assaf a Palazzo Callori a Vignale.
“Untitled” è una riflessione sulla danza del 900 raccontata come una mostra d’arte contemporanea che l’artista visivo e performer Tino Sehgal ha trasmesso al francese Boris Charmatz, uno che ha intitolato il proprio Centro coreografico “Musèe de la danse”. Per celebrare la Grande Guerra il Bassano Opera Estate Festival chiama il coreografo israeliano Sharon Fridman che a Bassano, ai Sacrari del Monte Grappa e ad Asiago mette in scena “In Memoriam” con cento danzatori e trecento coristi scelti fra le corali della zona.
Le speranze della primavera araba sono al centro di “Sacré Primteps” che i tunisini della compagnia Chatha presentano il 29 agosto a Oriente Occidente di Rovereto.
Si ispira a una novella di Cechov “Il lago dei cigni ovvero il canto” che Fabrizio Monteverde ha realizzato per il Balletto di Roma al castello “T. Gobbi” di Bassano del Grappa. I protagonisti sono anziani danzatori con capelli bianchi e abiti a brandelli, che si rianimano per l’ultima recita del balletto di Ciajkovskij.
Si può danzare il discorso di Barak Obama alla cerimonia del Premio Nobel per la pace? Ci provano Marta Navaridas e Alex Deutinger in “Your Majesties” il primo agosto al Festival Drodesera. Dal 20 al 23 agosto a Bassano tutti i nomi di danzatori emergenti da non perdere d’occhio. Per esempio i danesi di Granhøj Dance che portano un “Sacre” come forma di iniziazione maschile. Torinodanza dal 9 al 12 settembre rilancia “Kiss and Cry” della fiamminga Anne De Mey. Singolare spettacolo di mani che danzano riprese live da una videocamera che le proietta su un grande schermo.
Robyn Orlin, coreografa sudafricana da sempre interessata alla violente dinamiche sociali del suo Paese, è di scena a Oriente Occidente con “Beauty remained for just a moment then returned gently to her starting position”, realizzato per i giovani danzatori della compagnia “Moving into dance Mophatong” . Il 30 agosto al Teatro Zandonai di Rovereto.
“Bit” di Maguy Marin, è una danza folk che travolge pubblico e interpreti, una “Farandole” infernale su una musica elettronica. Ancora un colpo da maestro della signora arrabbiata della danza francese. Il 5 settembre alle 20,30 al Teatro Zandonai di Rovereto per “Oriente Occidente”.