Economia
2 dicembre, 2025L'agitazione a Taranto e nel capoluogo ligure. Ieri la sindaca Silvia Salis con i lavoratori. "Tornerò a parlare con Urso. Se ha un'idea, deve dircela"
È l’ennesimo giorno caldo per i lavoratori dell’ex Ilva. Dalle 12 di oggi i sindacati dello stabilimento di Taranto hanno proclamato uno sciopero a oltranza per protestare contro il piano presentato dal governo. “Questo atto di protesta rappresenta un momento fondamentale per difendere i diritti di tutti i lavoratori e garantire un futuro di stabilità e dignità nel mondo del lavoro”, fanno sapere da Fim, Fiom, Uilm e Usb.
Non solo Taranto, perché da ieri - primo dicembre - è in corso una mobilitazione dei lavoratori anche dello stabilimento di Genova. Braccia conserte dopo l’incontro avuto venerdì scorso con il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso. Questa mattina, dopo il corteo per le strade di Cornigliano, i lavoratori genovesi dell’ex Ilva si sono mossi bloccando temporaneamente con un mezzo pesante l’ingresso dell’aeroporto "Cristoforo Colombo". Dopo aver liberato il terminal, si sono spostati verso l’autostrada con una pala che apre il corteo e occupando il casello autostradale.
“Ai lavoratori dell’ex Ilva, in occupazione a Genova e a quelli in mobilitazione a Novi Ligure e Racconigi, palazzo Chigi deve dare ora una risposta urgente - ha dichiarato il segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma -. È inaccettabile il piano per chiudere l’ex Ilva. Noi non chiediamo cassa integrazione, ma un piano per il lavoro”.
Ieri al presidio genovese ha partecipato anche la sindaca Silvia Salis: "Questa settimana tornerò a parlare con il ministro Adolfo Urso, sperando ci siano delle novità. Nel nostro ultimo incontro non ci sono state date risposte, ci è stato presentato un piano transitorio che non offre certezze né ai lavoratori né alla città. Sono risposte che non ci vanno bene, qui è in gioco lo sviluppo di questa città e la sua sostenibilità sociale - ha detto la prima cittadina al fianco dei lavoratori -. Da sindaca l'unica domanda che mi interessa è: che cosa fa lo Stato se non intervengono investitori privati? Al ministro l'ho chiesto tre volte senza ottenere una risposta chiara. Se ha un'idea, deve dircela”.
Intanto il ministro Urso, dopo gli incontri al Mimit sul futuro dell’ex Ilva, ha convocato nuove riunioni con Regioni ed enti locali per avviare un confronto stabile sul rilancio del gruppo siderurgico e sulla possibilità di ulteriori investimenti produttivi, in particolare a Taranto e Genova. Gli appuntamenti, che coinvolgeranno rappresentanti regionali, comunali e ministeriali, si svolgeranno il 4 dicembre con le istituzioni piemontesi e il 5 dicembre con quelle liguri e pugliesi, in attesa di un successivo incontro unitario previsto per la settimana seguente.
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