Editoriale
Negli ultimi decenni gli stanziamenti per ammodernare la rete idrica nazionale sono stati pari a zero. Ora arrivano quattro miliardi, ma ce ne vorrebbero sessanta. C’è chi sta peggio: negli Stati Uniti i tubi di piombo provocano il cancro
di Lirio Abbate
Negli ultimi vent’anni per far fronte alla crisi idrica, alle perdite delle condotte, al risanamento delle reti, e a nuovi progetti, lo Stato ha fatto un buco nell’acqua. Ogni governo in passato ne ha parlato, ha lanciato idee, ma alla fine se ne è dimenticato, e così se si scorrono i bilanci degli ultimi vent’anni alla voce acqua e conduzioni idriche la cifra stanziata è pari a zero. Un buco nell’acqua.
Adesso arrivano 4,3 miliardi di euro dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per tutto il comparto, dalle reti idriche alla depurazione passando per la manutenzione degli invasi (gli ultimi realizzati sessant’anni fa).
Un rapporto dettagliato di Antonio Fraschilla sugli sprechi svela che servirebbero 60 miliardi di euro per ammodernare le reti, secondo i piani presentati dagli Ambiti territoriali ottimali, solo per le conduzioni per uso civile che equivalgono al 20 per cento dell’utilizzo di acqua in Italia. Lo Stato, però, ne ha stanziati quindici volte di meno e di questo passo, secondo Utilitalia, ci vorranno 150 anni per mettere in sicurezza il nostro Paese da una siccità che nel frattempo avanza a grandi passi. I consumi sono fuori controllo e per la mancata depurazione fognaria paghiamo 60 milioni di euro l’anno di sanzioni europee e presto arriverà anche la scure sull’assenza di piani sul reimpiego in industria e agricoltura.
Sull’acqua e la sua gestione, non so chi stia peggio fra i paesi occidentali.
Negli Stati Uniti uno slogan di qualche decennio fa recitava: «il piombo è forte, malleabile e non perde». In America e in altri luoghi, il piombo era considerato come un materiale pregiato con cui fabbricare tubi per portare l’acqua nelle case. Sfortunatamente, il piombo è anche altamente tossico e può penetrare nell’acqua mentre si corrode. Alti livelli di piombo causano problemi di salute: malattie cardiache, danni cerebrali, tumori. È particolarmente pericoloso per i bambini. Già negli anni Venti del secolo scorso molte città e stati americani limitavano o vietavano l’uso del piombo nei tubi. Ma il governo federale non ha vietato completamente l’installazione di nuovi tubi di piombo fino al 1986. Anche allora ha consentito che i tubi esistenti rimanessero nel terreno. Il problema adesso è che nessuno è sicuro di dove sia tutta questa rete. L’Environmental Protection Agency stima che ci siano tra sei e dieci milioni di linee di servizio in America, ma non pubblica una mappa di dove sono interrate. All’inizio di quest’anno il National Resources Defense Council, un ente di beneficenza ambientale, ha chiesto agli stati di fornire stime per i loro tubi di piombo. Solo dieci stati e il Distretto di Columbia sono stati in grado di fornire stime complete. Altri 23 stati hanno affermato di non aver tracciato il numero di tubi di piombo. La gente del Michigan conosce i pericoli. Nel 2014 la città di Flint ha subito un disastro per la salute pubblica dopo che il suo governo municipale ha iniziato a estrarre acqua dal fiume Flint, che era contaminato da piombo, avvelenando la gente del posto e i bambini.
Più recentemente l’attenzione si è rivolta a Benton Harbor, a sole tre ore da Flint, dove l’acqua ha superato i limiti federali di piombo. Emerge che i luoghi in cui i redditi sono più bassi sono spesso i più colpiti dal piombo. Uno studio della rivista Jama Pediatrics, ha scoperto che i bambini nelle aree povere avevano una probabilità 2,5 volte maggiore di avere tumori rispetto a quelli nelle aree più ricche. Il disegno di legge bipartisan sulle infrastrutture, firmato in legge dal presidente Joe Biden il 5 novembre, stanzia 15 miliardi di dollari per la sostituzione dei tubi di piombo. E un altro disegno di legge potrebbe fornire quasi dieci miliardi di dollari in più, per la sostituzione dei tubi e le tattiche di mitigazione come i filtri destinati alle scuole. Ma il Paese ha ancora molta strada da fare.
Anche una stima precedente della Casa Bianca calcola che la sostituzione di tutte le linee di servizio principali nel Paese costerebbe 45 miliardi di dollari. E il compito sarà ancora più difficile se gli Stati non sapranno nemmeno dove cercare.