Il reality dei presunti  famosi ?di Canale 5 sfilaccia ?solo un registro già visto

Senso o motivo di malessere interiore, connesso a una prolungata condizione ?di uniformità e monotonia e talvolta associato a impazienza, irritazione, disgusto. In una parola noia. Quella stessa che avvolge ormai l’ennesima visione stucchevole del Grande Fratello versione simil famosi, quell’agglomerato urbano che tenta ormai di raschiare ?il barile dell’assurdo a tutti i costi, esacerbando violenze di piccolo taglio, volgarità un tanto al chilo e intrecci più ?o meno sessuali. Basta un’occhiata ?per dire di aver già visto tutto. E alzare l’asticella tre metri sopra il cielo non serve.

Come quando ci si emoziona col caramello filante e poi si scopre che tutto il gusto alla fine resta appiccicato al palato, così accade in questa terza versione Vip del triste reality, che in buona sostanza ha già dato tutto il concedibile. Ci stanno provando, ma quando l’unico momento in cui si alza ?la palpebra è di fronte al dilemma se ?il taglio di capelli di Ilary Blasy sia più ?o meno ispirato a quello di Alessia Marcuzzi significa che un problemuccio tra le pareti della casa aleggia insistente.

Hanno voluto la ex di Corona e l’hanno minacciata di farglielo spuntare all’improvviso, hanno aperto le porte a Lory Del Santo mentre Alfonso Signorini arrotolandosi le manine dall’eleganza ?le chiedeva se non fosse stato meglio «rimanere con l’ultimo figlio che ti è rimasto».

Per tirare la corda hanno imbarcato Francesco Monte, ragazzotto di bella presenza, sostanzialmente perché era stato tradito nella scorsa edizione del programma. I siparietti hot si sovrappongono nella memoria al sesso rubato nell’armadio che ha riempito paginette nel passato, le frasi omofobe ?si riaffacciano ma nessuno si indigna ?e ormai passa anche in giudicato un florilegio su violenza e seduzione in cui un redivivo Ivan Cattaneo dichiara a sua insaputa («povero me sono stato frainteso») che per una donna è di gran lunga preferibile essere stuprata anziché rifiutata.

Per alzare gli ascolti promettono entrate a sopresa, andando a scavare con la paletta della sabbia delle scorse edizioni, dimostrando la definitiva incapacità di inventiva.

Il tutto per dire che sì, ci stanno provando ma con le stesse frecce di sempre all’arco giocattolo. Perché quando alzi la posta lasciando immutato il registro, alla fine ti resta solo la noia che più che Moravia richiama lo sbattere dei piedi di Sandra Mondaini sotto le coperte di Casa Vianello.

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SEMAFORO VERDE
“I miei vinili” è uno dei pochi programmi che funzionava anche in replica. Figuriamoci con le puntate nuove di zecca (Rai Tre, il giovedì) in cui Riccardo Rossi con ?il suo umorismo generoso si ostina ?a tirare fuori dai suoi ospiti musica e memoria. Strettamente dedicato a quei nostalgici dell’emozione educata ?e dell’interazione intelligente.

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SEMAFORO ROSSO
Raffaella Carrà è stata premiata dal governo spagnolo con la prestigiosa onorificenza di Dama al Orden del Mérito Civil, in quanto “icona di libertà”. In Italia, al contrario, non è stata nominata neppure commendatore. Le malelingue potrebbero pensare che un premio ?alla libertà dalle nostre parti ?non troverebbe terreno fertile.

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