Convivenze forzate, spazi comuni, nuove routine di lavoro. La pandemia ha ridisegnato le nostre abitazioni. Ma come mantenere la propria indipendenza? Lo spiegano due indagini Ikea e Leroy Merlin, in base agli acquisti dei consumatori

Oltre al tempo, questi due interminabili anni hanno ridefinito un’altra dimensione essenziale per l’essere umano: lo spazio. Costretti a rimanere chiusi nelle nostre abitazioni dai lockdown, abbiamo cominciato progressivamente ad osservare spazi che pensavamo di conoscere senza ombra di dubbio. Invece no, li abbiamo inconsciamente studiati e poi abbiamo capito che “il salone non è comodo arredato così” e, guarda un po’, nemmeno la posizione del letto dove dormiamo ogni notte ci piace più.

Lo spazio della casa è divenuto quello mentale, in una connessione che si è fatta sempre più intima. Già nei primi mesi del 2021 è emerso come le persone in affitto in diverse città abbiano cambiato la loro abitazione per prediligerne una con un giardino o al piano terra. Segno che questi mesi chiusi in casa hanno generato una forte voglia di spazi aperti, anche per il timore di dover affrontare altre chiusure.

Una casa bella quindi è sintomo di benessere, ma vale anche il contrario: se le persone sono infelici nelle loro abitazioni, tanto più subiranno impatti negativi sulla loro salute mentale.

Secondo una ricerca realizzata quest’anno da Ikea su 34 mila persone in tutto il mondo, in questi 12 mesi impegnativi il 27 per cento ha riconosciuto che la pandemia ha avuto un impatto forte sulla propria salute mentale. Dai dati emerge anche che il 40 per cento di chi era a proprio agio nella sua casa aveva un benessere mentale migliore degli altri, il 40 per cento ha notato che le relazioni con i familiari sono persino migliorate significativamente. Parole d’ordine: comfort e relax. Solo il 14 per cento ha detto di non essere riuscito a trascorrere il tempo del lockdown in uno stato di benessere mentale.

Così, dopo 12 mesi, i bisogni delle persone di tutto il mondo si sono modificati e adattati ai nuovi stili di vita. In Francia, ad esempio, emerge il bisogno di creare nuovi ambienti casalinghi per intrattenersi insieme. Spazi e relazioni sono un vecchio e nuovo connubio che torna quindi più forte di prima. Metà delle persone che vivono con i propri familiari negli Stati Uniti è stata quasi contenta di aver potuto passare maggior tempo in casa, perché i rapporti si sono rafforzati tra tutti i componenti. «Ho riscoperto il piacere di cucinare con mia moglie, è un bellissimo modo per trascorrere del tempo insieme», dice uno degli intervistati dall’indagine Ikea. La confidenza con la propria casa poi è diventata tale da sentire il bisogno di tenerla pulita costantemente: l’Australia è diventata paese numero uno del “decluttering”, termine inglese per indicare la pratica di mettere in ordine e di fare pulizia. Non solo pulizia, ma anche rispetto e attenzione all’ambiente. E per riscoprire la natura sono spuntati angoli verdi in tutte le case balconate o con giardino: l’Inghilterra è uno dei paesi al mondo dove questa tendenza è cresciuta di più. E quanto a record, il 72 per cento degli intervistati finlandesi ha risposto che «dormire è la cosa più importante per raggiungere il benessere mentale»: il paese è al primo posto per numero di “amanti” del sonno.

 

Ma come si trasforma una casa in un luogo dove dobbiamo svolgere anche il nostro lavoro, la nostra palestra e che per i ragazzi assomigli anche un po’ alla scuola? La risposta è rendere gli spazi più fluidi. Ma il processo non è semplice: nel report dell’azienda svedese sono contenute le testimonianze di convivenze dove l’equilibrio è faticosamente raggiunto. Il controllo e il benessere psico-fisico, e al tempo stesso la produttività richiedono confini spaziali ben precisi e il rispettare meticoloso di una routine. Spazi delimitati, quindi, più pulizia, più verde, più aria: queste saranno le case del futuro, esigenze di cui anche il mercato immobiliare, ma anche gli architetti urbani, dovranno tenere conto. A spazio e tempo si aggiungono altre tre dimensioni: l'equilibrio nelle nostre relazioni, negli oggetti e nei nostri rituali.

 

Gli studi di Ikea vanno di pari passo con un altro colosso dell’oggettistica per la casa: Leroy Merlin. Ciò che emerge dalle analisi di commercio è che le persone sono passate da una situazione in cui si sono dovuti arrangiare come hanno potuto (ad esempio con pc poggiati sui libri) fino a una vera e propria riorganizzazione degli spazi lavorativi. Leroy Merlin ha osservato come siano state adottate tre soluzioni: tra chi ha adibito un angolo della casa a studio professionale, chi ha deciso di trasformare garage, seconde camere inutilizzate o mansarde per lavorare. E altri ancora più “nomadi”: persone che si sono spostate di stanza in stanza a seconda della temperatura, il clima, il rumore.

Secondo l’indagine gli italiani preferiscono scrivanie compatte, robuste e allungabili, in modo da poterle sfruttare per tutte le occasioni. La seduta poi è un altro aspetto fondamentale, sedie con braccioli e con rotelle vincono su quelle classiche di legno da salotto. Grande attenzione viene data, oggi più che mai, alle lampade, che non solo devono essere di buoni materiali ma con fonti di luce regolabili a seconda delle esigenze.

Tra le nuove richieste spunta anche quella di integrare alla scrivania una cassettiera per riporre tutto il superfluo senza che intralci lo spazio di lavoro, e sempre nel rispetto dello stesso mantra: l’ordine genera benessere.

Inseguendolo, mini-studi spuntano in ogni angolo possibile della casa, ovunque si possa portare il laptop con sé. L’importante è che poi resti la voglia di uscire.