Si sono messi in tre per scrivere Hayya hayya. Come dire, si comincia malissimo

Ma davvero, come auspicano gli organizzatori, il tormentone dell’inverno sarà “Hayya hayya”, la sigla dei mondiali di calcio in Qatar che ascolteremo a partire da oggi? Per realizzarlo ci si sono messi in tre, tali Trinidad Cardona, Davido e Aisha, e il significato occidentale del titolo è “better together”, insieme è meglio, ma il pezzo è decisamente bruttino, una tamarrata da stadio piccina piccina, che ci spiega come talvolta non sia affatto vero che “insieme è meglio”, anzi.

Non che da una sigla ufficiale ci si aspetti una sonata di Clementi o un pezzo di De André, è vero, ma qualcosa di meglio si poteva fare, di certo non mancava il necessario budget, visto che la motivazione economica continua a sembrare l’unica ragione per cui sia finità lì la più amata delle manifestazioni di calcio.

Ricordiamo alcuni precedenti: Nannini/Bennato, Shakira, Vangelis, Santana, Ennio Morricone, Placido Domingo, tanto per citarne alcuni a caso. Sono pur sempre i mondiali di calcio. Oppure no? A molti la scelta di organizzare il campionato d’inverno, e in Qatar, è sembrata a dir poco singolare, un po’ come organizzare le Olimpiadi invernali a Essaouira o il campionato mondiale di scacchi a Piccadilly Circus, generando alcune inevitabili domande del tipo: in Qatar hanno mai giocato a pallone? La risposta è sì, ma non tanto, e infatti la nazionale di calcio del Qatar non ha mai partecipato a un Mondiale in vita sua, appare per la prima volta quest’anno in quanto Paese organizzatore, che è come dire «il pallone lo porto io», per essere sicuri di giocare. Ma al di là della sigla Hayya hayya, la musica, va detto, si è distinta ancora una volta per aver preso le distanze da una manifestazione così discutibile, seguendo una ineccepibile logica. Rod Stewart ha rivelato di aver rifiutato un ingaggio di un milione di dollari, perché non gli sembrava il caso di andare a cantare in un Paese dove non si rispettano i diritti civili, e lo ha deciso probabilmente dopo aver sentito l’ambasciatore qatarese dei Mondiali il quale in Germania si è lasciato scappare in una trasmissione televisiva che l’omosessualità è una malattia mentale.

Di sicuro Rod Stewart non andrà fallito per questa scelta, ma è comunque un bel gesto. Ancora più netta è stata Dua Lipa, che molte voci davano per certo alla cerimonia d’inaugurazione. Dua Lipa si è dichiarata addirittura sdegnata solo al pensiero che qualcuno avesse potuto immaginare che lei partecipasse a tale infamia. Pensassero a rispettare gli impegni per diritti civili, e poi forse visiterò il Paese, ha detto la regina. Anche Fiorello si è espresso duramente contro la scellerata scelta, sostenendo che Dua Lipa ha dato ascolto al suo appello, ma sarà interessante vedere chi invece sarà lì in Qatar in prima fila a cantare per questi campionati. L’inno è “Hayya hayya”, e si comincia malissimo.

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