Colpo di scena
Jean Genet e la congiura delle "Serve" contro l'odiamata Madame
Le diaboliche macchinazioni di due sorelle invidiose contro la padrona di casa. In un testo che è una critica feroce e sempre attuale delle differenze di classe. Anche nell'epoca dei social
Amare e odiare, desiderare la vita di un’altra persona e nello stesso tempo esserne dipendenti, servili, ma pronti a capovolgere la situazione, come Solange e Clare, le due cameriere sorelle al servizio di Madame, la Signora, protagoniste del bellissimo testo scritto da Jean Genet nel 1946: “Le serve”. Eppure nell’allestimento teatrale proposto dalla Veronica Cruciani (una produzione CMC – Nidodiragno, Ert, Teatro Stabile di Bolzano) quell'atto unico sembra parlare anche dei nostri tempi, della fragilità di certe classi sociali, certo, ma anche di quei miti nati e alimentati dalla Rete, per esempio, e oggetto del desiderio di milioni di fan.
Tutto questo è “Madame”: il potere, il capitale contro cui il popolo vorrebbe ribellarsi, un qualcosa che non è né maschile né femminile. Non a caso Cruciani affida la parte a Eva Robin’s, attrice queer, che appare in scena, fa il suo piccolo show e poi scompare, mentre Solange e Clare non fanno altro che recitare il loro rituale pagano fingendosi lei: indossano i suoi abiti, i suoi gioielli, imitano i suoi atteggiamenti, si scambiano le parti, fino a simulare l'uccisione della Signora e a ideare un piano sempre più diabolico. E quando l'amante di Madame (al quale avevano inviato delle lettere anonime) verrà scarcerato per mancanza di prove, le due sorelle tenteranno di avvelenare davvero la loro Signora, fallendo.
Due ruoli, quelli di Solange e Clare, che qui hanno i volti angelici e demoniaci di Matilde Vigna e Beatrice Vecchione, vera rivelazione di questo spettacolo, grintose e versatili in questo gioco metateatrale immaginato dalla regista. Tutt'intorno la scena (firmata da Paola Villani) si accende e si costruisce poco alla volta. Così i bauli neri diventano armadi, guardaroba, letti, con le musiche di John Cascone e le luci di Théo Longuemare a scandire i cambi scena. Ma se l'ambiente si tinge di colori, il finale resterà noir.
Le serve
di Jean Genet, regia di Veronica Cruciani
Torino (Teatro Gobetti, 27/2-3/3), Treviso (Teatro Mario Del Monaco, 15-17/3), Trieste (Teatro Orazio Bobbio, 21-24/3), Milano (Teatro Carcano, 4-7/4)