Ho visto cose

Alessandro Cattelan è già bravo così: l'ansia da prestazione non serve

di Beatrice Dondi   4 giugno 2024

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Alessandro Cattelan

Il gradevole show di Rai Due “Da vicino nessuno è normale” ha spinto su troppe cose tutte insieme. Ma il "giovane" conduttore ha già dimostrato di essere capace. Meglio concentrarsi sull'utile

C'è stato un momento, in quel mare magnum di cose alte basse e medie del programma di Rai Due “Da vicino nessuno è normale”, che meritava il prezzo del biglietto. A un certo punto il padrone di casa Alessandro Cattelan scende in un campo di calcio con Antonio Cassano, Nicola Ventola e Lele Adani e sfida cento bambini di otto anni. L’idea è presa da un video virale giapponese però, come si dice in questi casi, chi se ne importa. I nostri entrano con pantaloncini e tacchetti e un fiume umano di piccoli assatanati urlanti riempie ogni centimetro quadrato, corre a velocità folle, protesta, segna, esulta, lasciando gli adulti vestiti di permalosità diffusa, nella loro inutile saccenza da giocatori navigati. Un momento di tv che una volta tanto riesce a stupire, come non succedeva da tempo, e che si chiude col commento di una delle piccole furie: «Che facciamo dopo la partita? Niente, io devo andare a casa a fare i compiti». Sarebbe stato bello se fosse durato fino al novantesimo, con tanto di supplementari, invece è passata così, nel flusso da rubinetto aperto con cui si sono presentate le tre puntate di un’azzardata prima serata. 

 

Perché il cosiddetto people show di Cattelan ha messo tutto dentro, ospiti, trovate, monologhi, pubblico parlante, candid camera, piscina, ballerine, cantanti e canzoni come se non avesse voluto buttare niente, visto il poco tempo e gli occhi puntati addosso come a uno studente prima degli esami. 

 

Dal palco del teatro Parenti, Alessandro Cattelan si è mosso col consueto agio. Ci sa fare con gli ospiti e col pubblico parlante, chiamato a raccontare piccole stranezze private, con la naturalezza che possiede solo chi ha capito che davvero il buon Basaglia aveva ragione da vendere e che sì, da vicino nessuno è normale. 

 

Insomma, tra cose gradevoli, la tassa influencer e alcune presenze gioiello (a partire da Francesco Fanucchi, che più si vede in giro e meglio è), lo show ha sofferto di un unico disturbo di stagione, seppur marginale. Quello dell’ansia da prestazione. 

 

Perché ad Alessandro Cattelan, splendido ultraquarantenne, la condizione di giovane promessa dalle spalle non gliela scrolla nessuno, né ieri né oggi, e giocare all’intrattenimento col fiato sul collo fa correre rischi non necessari. Insomma, se la Rai brinda per la firma del figliol prodigo Massimo Giletti ed esulta per un contratto di quattro anni di Stefano De Martino neanche fosse l’arrivo esclusivo di Ellen DeGeneres, Cattelan potrebbe respirare più a fondo, scremare l’evitabile e concentrarsi sull’utile. Tanto Sanremo, anche quest’anno è lontano. 

 

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DA GUARDARE 
Ambientata nel mondo accademico, fiction ma non troppo la serie (Primevideo) “Universitas Tenebrarum”, scritta e diretta da Michele Mellara e Alessandro Rossi, ha almeno un pregio: quello di moltiplicare i personaggi interpretati da Natalino Balasso, talento prezioso troppo spesso lasciato nelle retrovie.

 

MA ANCHE NO
Nella nuova stagione di “Mtv Cribs Italia” che entra nelle case dei vip, si scopre che la magione romana di Valeria Marini è arredata esclusivamente con la sua immagine. Cuscini, riproduzioni, stampe, quadri, rifacimenti e soffitti specchiati in cui il suo volto si riproduce all’infinito. Una meta-Valeria, altro che Andy Warhol.