La gioia di danzare
Tre modi diversi di rendere omaggio a Jerome Robbins
Il San Carlo di Napoli sei serate al coreografo statunitense. Intrecciando “pas de deux” sulle note di Chopin, Debussy e Ravel
Il Teatro di San Carlo omaggia il genio Jerome Robbins in una soirée dedicata al coreografo e regista statunitense. Tre saranno le sue coreografie, riprese da Jean-Pierre Frohlich in un unico spettacolo: “In the Night”, “Afternoon of a Faun” ed “En sol”. La Serata Jerome Robbins sarà in scena da venerdì 19 a domenica 28 luglio, per sei recite. Danzeranno étoiles, solisti e corpo di ballo del San Carlo, con la direzione di Clotilde Vayer.
“In the Night” è sulle note dei Notturni di Frédéric Chopin. Un viaggio in diversi momenti della vita di coppia, che rappresentano il fil rouge tra i quattro movimenti del balletto, con costumi di Anthony Dowell e luci di Jennifer Tipton. Aniello Mallardo sarà al pianoforte. Il primo pas de deux, con protagonista una coppia di giovani amanti, vedrà l’alternarsi di Giorgia Pasini e Salvatore Manzo, Shaila D’Onofrio e Pietro Valente, Candida Sorrentino e Ferdinando De Riso, Claudia D’Antonio e Danilo Notaro.
Il successivo pas de deux vedrà impegnati Martina Affaticato e Stanislao Capissi, Chiara Amazio e Daniele Di Donato, Irene De Rosa e Giuseppe Aquila. Per l’ultimo duo, a rappresentare una coppia nel pieno di un’animata discussione saranno Vittoria Bruno e Alessandro Staiano, Annalina Nuzzo e Giuseppe Ciccarelli, Raffaele Vasto e Stanislao Capissi. Segue “Afternoon of a Faun”, dal poema sinfonico di Claude Debussy “Prélude à l’Après-midi d’un faune”.
La scena si sposta in uno studio di danza, dove avviene l’incontro tra due giovani ballerini: Karina Samoylenko ed Emmanuele Torre, Claudia d’Antonio e Stanislao Capissi, Martha Fabbricatore e Raffaele Vittozzi. Le scene e le luci sono di Jean Rosenthal, mentre i costumi di Irene Sharaff. A chiudere è “En sol”, sul Concerto in sol maggiore per pianoforte e orchestra di Maurice Ravel. Protagonisti nel pas de deux saranno Claudia D’Antonio e Danilo Notaro, Vittoria Bruno e Alessandro Staiano, Martina Affaticato e Daniele Di Donato.
«Jerome Robbins è tutto», dichiara Clotilde Vayer. «È musicalità, storia, dettaglio, semplicità… È vita. È uno dei grandi geni della danza, nonché uno dei grandi coreografi della mia vita. Ritengo che, nella carriera di un ballerino, sia assolutamente necessario affrontare i suoi lavori, nella stessa maniera in cui lo è con MacMillan o Balanchine. Ho lavorato con lui e ne ho appreso moltissimo, per questa ragione l’ho voluto per la compagnia. Ho scelto questi tre balletti - continua - perché le loro musiche sono meravigliose, non riguarda solo la danza. Ci sono Chopin, Debussy, Ravel. Per musicisti e ballerini è quanto di meglio si possa chiedere».