Mobilità
9 dicembre, 2025Con Magna Steyr, azienda austriaca di proprietà canadese, alcuni costruttori cinesi di auto elettriche entrano in Europa senza pagare dazi aggiuntivi
Magna Steyr, azienda austriaca di proprietà canadese, si può considerare il cavallo di Troia con cui alcuni costruttori cinesi di auto elettriche entrano in Europa senza pagare dazi aggiuntivi. A Graz, Magna ha una fabbrica con una capacità produttiva fino a 200 mila unità all’anno.
Qui, dall’estate scorsa, vengono assemblati i due grandi Suv a batteria di Xpeng, il G6 e il G9, primi prodotti del brand di Guangzhou in vendita anche sul mercato italiano (prezzi fra i 43 e i 76 mila euro, promozioni e incentivi esclusi). A novembre, sempre a Graz è stata avviata la produzione di un altro Suv elettrico cinese, lo Aion V di Gac, per ora disponibile soltanto in Finlandia, Polonia e Portogallo, con obiettivo dichiarato di portarlo su altri mercati.
I Suv prodotti dalla Magna Steyr
I tre veicoli cinesi a batteria prodotti a Graz aggirano i dazi aggiuntivi decisi dalla Commissione europea: per loro solo il 10% e non il 21,5% in più per Xpeng e il 20,7% in più per Gac. Magna ha una storia importante da fornitore di altri costruttori. In 125 anni di attività, dalle linee di Graz sono usciti oltre 4 milioni di veicoli, e non di clienti qualsiasi: tra questi, Mercedes con la sua Classe G (contratto per adesso fino al 2029), Bmw, Toyota, Jaguar Land Rover. Proprio la cancellazione dal listino da parte di Jaguar della E-Pace e della I-Pace, assemblate a Graz, più il collasso del costruttore di elettriche Fisker, hanno rovinato un po’ i conti del terzo trimestre di Magna. Per i cinesi c’è stato un “welcome” grande così.
La scommessa sulla grande qualità produttiva
Magna è stata spesso scelta per modelli non di volume (troppo costosi da produrre in piccoli numeri da parte dei committenti) e per la qualità assicurata. “Se la fanno pagare, costano cari”, ci conferma un top manager che ha avuto a che fare con Graz. Un buon motivo per cui anche i costruttori cinesi, che promettono un po’ tutti di mettere radici in Europa con fabbriche proprie (come Byd e Chery), potrebbero prima o poi mettersi in proprio.
I nuovi modelli in attesa di una fabbrica europea
Ma ci vorrà tempo. A Guangzhou, metropoli nel sud della Cina, al quartier generale di Xpeng, costruttore di sole elettriche e azienda molto tech con i suoi robot umanoidi e auto volanti in sperimentazione, il presidente Brian Gu ci ha detto un paio di settimane fa che già nel 2026 dovrebbero arrivare nuovi modelli a Graz per il mercato europeo, in attesa di un proprio sito industriale. “Abbiamo venduto in Europa negli ultimi due trimestri qualche migliaio di auto (18 mila è l’obiettivo 2025, ndr), speriamo qualche decina di migliaia l’anno prossimo. Introdurremo nuovi modelli in Europa l’anno prossimo e potenzialmente potremmo farli a Magna Steyr. La nostra strategia internazionale è a lungo termine. Richiede un notevole impegno e importanti investimenti locali, che siamo disposti a sostenere”.
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