Ucraina nella morsa tra propaganda e violenza. La candidata alla presidenza va a Odessa dopo la strage. E in un video sprona gli ultras filonazisti ad andare all'assalto
Odessa rischia di diventare il simbolo drammatico di tutte le contraddizioni della crisi ucraina, dove violenza e propaganda di intrecciano fino a nascondere la verità dietro una barricata di slogan. Gli scontri del 2 maggio con il rogo del palazzo dei sindacati hanno provocato 42 morti: una strage, con decine di persone bruciate vive nell'edificio dove avevano cercato rifugio: erano quasi tutti manifestanti filo russi, senza nessun inquadramento militare, sommersi dal fuoco delle molotov. Oggi movimenti pro-Mosca e nazionalisti ucraini si accusano a vicenda, ma la metropoli sul Mar Nero sta venendo avvolta in un clima di terrore, in cui neonazisti e ultras che guardano al nuovo governo di Kiev giocano un ruolo da protagonisti.
In queste ore un nuovo documento video contribuisce ad aumentare la tensione, già alle stelle. Il breve filmato è stato fatto di nascosto da uno dei giornalisti locali invitati il 3 maggio al municipio di Odessa per documentare la visita dell'ex premier Yulia Timoshenko, uno dei leader nazionalisti filo europei oggi candidata alle elezioni presidenziali.
[[ge:rep-locali:espresso:285496484]]Viene ripreso il momento della riunione con i funzionari dell'amministrazione in cui la signora Timoshenko parla di assalti ai “veterani” il giorno della festa della Vittoria, la celebrazione della sconfitta tedesca nel 1945 che in tutti gli ex paesi dell'URSS si celebra il 9 maggio con parate militari: quei “veterani” sono stati identificati con i reduci della Grande Guerra Patriottica, ormai tutti novantenni, che sfilano in quell'occasione.
Yulia Timoshenko, rivolgendosi ai suoi collaboratori, dice chiaramente in lingua ucraina «nel contesto del campionato dell’Ucraina, se vogliamo scuotere Odessa serve che vengano attaccati i veterani». Le ultime partite saranno disputate il 17 maggio e tutto il torneo ucraino è caratterizzato dalla presenza di formazioni agguerrite di ultras che si spostano per il paese in trasferte ad alto tasso di violenza. Proprio nelle curve gli ideali nazisti, con il richiamo agli ucraini che durante l'ultimo conflitto combatterono al fianco del Terzo Reich contro i sovietici, hanno trovato la loro platea più fanatica.
In Occidente Yulia Timoshenko gode di grande popolarità: la sua lunga detenzione durante il governo filorusso di Kiev l'ha fatta considerare un “prigioniero politico”. Ma non ha mai rinunciato a soffiare sulle braci del nazionalismo più duro: in una conversazione intercettata due mesi fa si è detta «pronta a sparare a Putin con un mitra e uccidere con le armi nucleari tutti i russi sul suolo ucraino». La sua linea di pensiero in qualsiasi paese democratico sarebbe stata immediatamente bollata come estremista, ma finora per una serie di interessi strategici, geo-politici ed economici qui in Occidente è stata presentata come un politico illuminato che cerca di migliorare la condizione del proprio paese. L'ennesima ipocrisia del sistema lobbista che sta portando il mondo verso uno scenario di guerra globale.
Adesso Odessa è la nuova frontiera tra due nazionalismi. Ma mentre l'Europa condanna le iniziative di Mosca, come la secessione della Crimea e i legami tra l'armata rossa e milizie filo-russe, mentre sappiamo tutto dei disegni egemonici dello zar Putin, non c'è nessuna presa di distanza dalla deriva nazista dei politici ucraini. La città del Mar Nero è stata sempre indifferente alla mobilitazione di Maidan. Lì vive una storica comunità ebraica, narrata da Isaak Babel nei suoi racconti, decimata durante l'occupazione hitleriana: oggi i superstiti stanno partendo nel timore delle bande ucraine dell'organizzazione "Pravi Sektor", che dopo la rivolta di Kiev ha ottenuto il via libera e in molti casi addirittura il supporto logistico e finanziario dal nuovo governo. E ci sono notizie da centri minori che mostrano con quale velocità la situazione stia degenerando. Nella cittadina di Rovno, dove, secondo le denunce del deputato del parlamento ucraino Genadii Moskal', i nazisti di "Pravii Sektor" hanno creato un vero e proprio stato di terrore costringendo molti abitanti locali a consegnare loro denaro e oggetti di valore in nome delle "necessità rivoluzionarie".