Cosa dice la televisione di Stato russa su ciò che sta accadendo in Ucraina? Guardando le notizie russe sui canali statali, è stato sorprendente trovare non solo una realtà parallela, ma spesso l’esatto opposto. Dov’è la verità e dov’è la menzogna? E cos’è la propaganda che mescola abilmente entrambe dando vita a un nuovo cocktail: una realtà semplice e digeribile che si adatta facilmente alla mente delle masse, eliminando ogni capacità di pensare in modo critico.
Dieci domande sulla guerra in Ucraina e le risposte della propaganda russa.
1. Cosa è successo a Bucha?
Il servizio inizia con un’affermazione che gela le vene - «secondo i dati del ministero della Difesa della Federazione Russa, i materiali video della città di Bucha non corrispondono alla realtà e sono di natura provocatoria. Gli esperti stanno lavorando per identificare le persone coinvolte, che risponderanno delle loro azioni».
2. Chi ha iniziato la guerra?
Ma quale guerra? Non c’è la guerra, c’è “un’operazione speciale”. E se continui a parlare di guerra, rischi di finire in prigione per 15 anni. Sui canali statali russi nessuno usa la parola “guerra”.
La storia televisiva continua - la Russia è stata costretta ad avviare l’operazione speciale perché altrimenti sarebbe stata l’Ucraina ad attaccare il Donbass e la Russia. Non avevamo altra scelta, chiosano le persone dallo schermo. Spesso fino a sfiorare l’assurdità: Valentina Matvienko, presidente del Consiglio dell’Assemblea federale Russa, nonché fedelissima di Putin, è arrivata a sostenere che «è necessario fermare la guerra scatenata da Kiev».
3. Quali gli obiettivi dell’operazione?
«Liberare l’Ucraina dall’influenza dei neonazisti e “ripulirla” da persone ideologicamente filo-naziste: quello è il nostro obbiettivo», spiega il portavoce del presidente Dmitry Peskov. Questa è la famosa “denazificazione”, parola chiave della propaganda, chiaramente espressa dal presidente Vladimir Putin durante il suo discorso del 24 febbraio 2022 e ora attivamente rafforzata per mezzo della televisione. Un altro compito dell’operazione speciale è la demilitarizzazione. Ogni giorno, i notiziari russi riportano i progressi nel disarmo dell’Ucraina raccontando come «le principali armi controaeree e l’aeronautica militare dell’Ucraina vengono distrutte». Un leitmotiv delle notizie russe in questo contesto sono i laboratori di armi biologiche. Secondo la propaganda russa, in Ucraina con i soldi del Pentagono sarebbe stata sviluppata un’arma biologica volta a produrre virus in grado di sterminare l’intera popolazione russa. Virus che poi sarebbero stati iniettati dentro oche selvatiche che, durante la loro migrazione stagionale, li avrebbero trasportati dentro il territorio russo.
4. Chi dirige la guerra dall’Ucraina?
«Gli ufficiali della Nato sono già al comando delle operazioni militari dell’Ucraina», proclama la televisione russa, visto che Zelensky sarebbe fuggito e non si troverebbe sul territorio dell’Ucraina già da tempo. I suoi numerosi video da Kiev e da altre città sono considerati fake. In poche parole «l’Ucraina non decide nulla da sola, l’America decide tutto per lei».
5. Chi sta bombardando le città ucraine?
Si bombardano da soli. La propaganda russa sostiene che i neonazisti bombardino le loro stesse città, torturino e uccidano i civili. Sottraggano loro il cibo, blocchino ospedali e scuole. Nella sola Kiev i nazisti uccidono fino a 10 giornalisti al giorno e poi disperdono i loro cadaveri, dicendo che sono dei traditori.
6. Cosa sta succedendo adesso?
Tutto sta andando secondo i piani. Nessuno sa quale siano questi piani e nessuno li ha mai visti, ma la TV non si stanca di ripetere il suo mantra: tutto sta andando secondo i piani.
Ogni giorno viene riportata la situazione a Mariupol: Mariupol è stata liberata dai neonazisti, i principali gruppi di banditi sono stati neutralizzati. Resta solo da concludere «l’ultima epurazione» con i neonazisti che si strappano le uniformi di dosso. La Russia riferisce che le unità d’élite dell’esercito ucraino sono state distrutte, non hanno munizioni, rifornimenti e il morale a terra. Uno dei prigionieri rilascia un’intervista: «L’Ucraina ci ha abbandonato, trovarsi in prigionia russa è meglio che servire l’esercito ucraino». Immediatamente in video una donna di Mariupol fuggita in Russia ringrazia per averle fornito asilo. Allo stesso tempo, viene mostrata l’assistenza a numerosi profughi, e non viene detta una sola parola su più di 4 milioni di rifugiati che si trovano in Europa. Guardando i canali russi, si ha l’impressione che tutti i profughi siano in Russia.
7. Chi avvia i negoziati?
Secondo la tv russa, fin dal primo giorno dell’operazione speciale, Putin ha cercato, inutilmente, di contattare Zelensky, ma quest’ultimo ha sempre rifiutato. La Russia supplica continuamente la controparte di avviare nuovi negoziati. E gli ucraini si sottraggono, si defilano, vengono in ritardo o non presentano le proprie condizioni e più in generale «non riusciamo a capire cosa vogliono da noi».
8. Quando finirà “l’operazione speciale”?
La propaganda racconta che la Russia non ha ancora liberato l’Ucraina dai neonazisti, perché si sta muovendo con cautela per ridurre al minimo le perdite nella popolazione locale. Al contrario dei neonazisti che invece sparano ai civili e si comportano in maniera disumana.
9. Come è cambiato il palinsesto?
La televisione ha radicalmente cambiato i palinsesti dall’inizio della guerra. I programmi di intrattenimento sono praticamente scomparsi, sostituiti da un continuo flusso informativo sulla vicenda Ucraina propinato sotto diverse forme: telegiornali, talk show a stampo giornalistico, contenitori investigativi e notiziari. Questa maratona continua senza interruzioni dalle 8 alle 22. È possibile vedere qualcos’altro dopo? No. Alle 22 inizia una serie tv sulla guerra tra l’Impero Russo e l’Impero Ottomano di natura pedagogica, “Giannizzero”, e di notte lo spettatore può godersi il film documentario “Russophobia”. La programmazione è stata modellata in maniera impeccabile. La conduttrice del Canale Uno Ekaterina Andreeva, che dal 1997 è anchor woman del telegiornale serale, spiega cosi il proprio lavoro in un’intervista: «La propaganda non è un martello contundente, ma un bisturi di precisione».
10. Perché la gente ci crede?
Nelle questioni di politica estera la gente comune non si reputa esperta, e ovviamente non è obbligata ad esserlo. Ed è proprio per questo che una storia lineare ed apparentemente logica, presentata in televisione, ha una forte presa sulla coscienza di massa. Vale a dire, in tema di politica internazionale l’indice di fiducia nella televisione sovrasta ogni altra fonte di informazione. La propaganda offre una storia semplice, comprensibile e facilmente digeribile. La famosa politologa russa Ekaterina Shulman spiega: «Nell’anima di ogni persona vi è un desiderio recondito: avere un’immagine coerente del mondo in cui si è dalla parte della ragione e ancor meglio in cui si è subito un torto. Razionalmente potrebbe sembrare spiacevole essere offesi, ma in realtà questo sentimento di disagio è uno strumento di propaganda diabolico: il tuo vicino ti ha portato via qualcosa che è tuo di diritto, e dunque deve essere restituito: è un’ingiustizia che deve essere riparata». Il modo in cui la televisione russa presenta la storia dell’Ucraina è un esempio per eccellenza dell’uso di questo strumento: il mondo intero è contro la Russia, le nostre terre ci sono state sottratte e, come esclama la propagandista di Russia Today Margarita Simonyan: «Madre Russia, riporta a casa il Donbass». Questa immagine, purtroppo, si adatta bene all’immaginario comune. I canali statali svolgono magistralmente la loro funzione propagandistica.
Naturalmente, la propaganda esiste in qualsiasi Paese, Europa compresa. Ma c’è un’enorme differenza che cambia il quadro generale. Non è la propaganda in sé, in fondo, qualsiasi campagna elettorale può essere considerata tale, ma è la monopolizzazione dell’informazione ad essere pericolosa. Per anni, i canali televisivi indipendenti sono stati sistematicamente chiusi fino a quando non ne è rimasto uno. Già da tempo non esiste un punto di vista alternativo su nessun canale tv, l’unica informazione libera ed indipendente viaggiava online, ma con l’inizio della guerra anche questa è stata definitivamente abolita con l’entrata in vigore della legge sulle fake.
La sessione di ipnosi è durata quasi un ventennio e c’è poca speranza che qualcuno si svegli proprio ora.