Mondo
14 novembre, 2025Dall'inizio della "guerra ai narcos" già uccise circa 80 persone in acque internazionali. Ma il vero obiettivo di Washington resta un regime change e la caduta di Maduro. A qualche chilometro dalle coste venezuelane è arrivata negli scorsi giorni anche la portaerei Ford
Gli Stati Uniti hanno lanciato l’operazione “Southern Spear”, una vasta missione militare coordinata dal SouthCom e presentata dal segretario alla Guerra, Pete Hegseth, come un intervento volto a colpire narcotrafficanti e gruppi definiti “narco-terroristi” attivi nell’emisfero occidentale. Secondo Washington, l’azione è già in corso da settimane: aviazione e marina avrebbero condotto operazioni contro imbarcazioni sospette nei Caraibi e nel Pacifico orientale, causando circa 80 morti dall’inizio delle attività. In mare, il contingente statunitense - a circa 50 chilometri dalle coste del Venezuela - è stato rafforzato con lo schieramento della portaerei USS Gerald Ford al largo delle coste venezuelane, da cui possono essere lanciati raid o missioni di sorveglianza contro porti, aeroporti e infrastrutture considerate parte delle rotte di traffico.
La reazione di Caracas è stata immediata. Il presidente Nicolás Maduro ha definito l’operazione "un atto di aggressione", avvertendo del rischio di una destabilizzazione regionale. Il governo venezuelano ha chiesto l’intervento dell’Onu e ha esortato i Paesi latino-americani a opporsi a un’escalation che potrebbe trasformare il Mar dei Caraibi in un nuovo fronte di crisi. Anche il Parlamento di Caracas ha parlato di “conseguenze incalcolabili” e ha accusato Washington di violare la sovranità nazionale.
Sul piano normativo, gli Stati Uniti hanno fatto riferimento a un memorandum del dipartimento di Giustizia che qualifica la lotta ai cartelli come un “conflitto armato”, una definizione che consentirebbe l’uso della forza in acque internazionali senza la necessità di un mandato specifico. Una posizione che ha suscitato dubbi in diverse sedi internazionali, tra cui l'Onu, soprattutto per la vicinanza delle operazioni al territorio venezuelano.
L’avvio di “Southern Spear” si inserisce in un quadro di tensioni già profonde tra Washington e Caracas, con gli Stati Uniti che da anni accusano il Venezuela di essere un passaggio strategico per il narcotraffico diretto verso il Nord America. La nuova missione amplia il perimetro delle attività statunitensi nella regione e segna un ulteriore deterioramento dei rapporti bilaterali, mentre restano aperte le incognite sugli sviluppi militari e diplomatici delle prossime settimane.
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Divide et impera - cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 14 novembre, è disponibile in edicola e in app



