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18 settembre, 2025Asaad al-Shibani è arrivato nella capitale degli Stati Uniti. Trump aveva già stabilito delle deroghe temporanee alle misure adotatte nel 2020 contro Assad, ma solo il Congresso può votare per il loro annullamento definitivo
Giovedì 18 settembre, il ministro degli Esteri siriano, Asaad al-Shibani, è arrivato a Washington per la prima visita ufficiale di questo tipo in più di 25 anni.
Il viaggio diplomatico, che si colloca nel contesto della linea pro-Damasco promossa dagli Stati Uniti dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, è finalizzato alla revoca delle ultime sanzioni rimanenti contro la Siria. I colloqui si terranno a Capitol Hill e vedranno la mediazione del senatore repubblicano Lindsey Graham. Venerdì 19 settembre Shibani dovrebbe incontrare anche il Segretario di Stato Marco Rubio.
L’obiettivo della leadership siriana è la revoca delle sanzioni rimanenti del “Caesar Act”, entrato in vigore nel giugno 2020 e che prendeva di mira il regime di Assad e chiunque facesse affari con esso, soprattutto in settori come l'energia, l'edilizia e la finanza. L'amministrazione Trump aveva già stabilito delle deroghe temporanee a queste sanzioni, ma solo il Congresso può votare per il loro annullamento definitivo.
L'ultima visita di questo tipo avvenne nel dicembre 1999, quando l'allora ministro degli Esteri siriano Farouq al-Sharaa si recò alla Casa Bianca per colloqui di pace con Israele. E su Israele, il presidente siriano Ahmad al-Shara ha fatto sapere che sono in corso negoziati per raggiungere un patto di sicurezza, che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni, con la mediazione di Stati Uniti e Gran Bretagna.
Dal 1967 Israele occupa un’ampia porzione delle alture del Golan. Nel dicembre 2024 altri territori siriani erano stati occupati da Israele, approfittando del vuoto di potere immediatamente successivo alla caduta di Assad. La proposta di accordo siriana prevederebbe un ritiro israeliano dalle aree occupate, oltre che il dispiegamento di una forza di osservatori delle Nazioni Unite nella zona cuscinetto tra i due paesi.
In ogni caso, il presidente siriano è determinato a far rispettare la sovranità e l'indipendenza del proprio paese, uniche garanzie per il raggiungimento della sicurezza regionale.
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