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Opinioni
ottobre, 2008

Dei d'America

Prevale la tendenza a offrire i voti dei credenti a politici che, indifferenti ai valori religiosi, siano disposti a concedere il massimo alle richieste più rigide della chiesa che li sostiene

Uno dei maggiori divertimenti del visitatore europeo negli Stati Uniti è sempre stato sintonizzarsi la domenica mattina sui canali tv dedicati alle trasmissioni religiose. Chi non ha mai visto queste assemblee di fedeli rapiti in estasi, di pastori che lanciano anatemi e di gruppi di femmine che assomigliano a Woopy Goldberg e danzano ritmicamente gridando 'Oh Jesus', ne ha avuto forse un'idea vedendo recentemente 'Borat', ma ha creduto che si trattasse di una invenzione satirica, così come lo era la rappresentazione del Kazakistan. No, quello di Sacha Baron Cohen era un caso di 'candid camera', egli aveva ripreso quello che stava davvero accadendo intorno a lui. Insomma una di queste cerimonie dei fondamentalisti americani fa apparire il rito della liquefazione del sangue di San Gennaro come una riunione di studiosi dell'Illuminismo.

Alla fine degli anni Sessanta avevo visitato in Oklahoma la Oral Roberts University (Oral Roberts era uno di questi telepredicatori carismatici) dominata da una torre con una piattaforma rotante: i fedeli mandavano donazioni e, a seconda della somma, la torre emetteva nell'etere le loro preghiere. Per essere assunto come insegnante nell'università si doveva rispondere anzitutto a un questionario in cui appariva anche questa domanda: 'Do you speak in tongues?' ovvero 'avete il dono delle lingue, come gli apostoli?'. Si diceva di un giovane professore che aveva gran bisogno di lavoro, aveva risposto 'not yet, non ancora', ed era stato assunto in prova.

Le chiese fondamentaliste erano antidarwiniane, antiabortiste, sostenevano la preghiera obbligatoria nelle scuole, all'occorrenza erano antisemite e anticattoliche, in molti stati segregazioniste, ma sino a pochi decenni fa rappresentavano in fondo un fenomeno abbastanza marginale, limitato all'America profonda della 'Bible belt'. Il volto ufficiale del paese era rappresentato da governi attenti a separare politica e religione, dalle università, da artisti e scrittori, da Hollywood.

Nel 1980 Furio Colombo aveva dedicato ai movimenti fondamentalisti il suo 'Il Dio d'America', ma il libro era stato visto da molti più come una profezia pessimistica che non come il rapporto su una realtà preoccupantemente in crescita. Ora Colombo ha ripubblicato il libro (allegato alla 'Unità' di qualche settimana fa) con una nuova introduzione che questa volta nessuno potrà scambiare per una profezia. Secondo Colombo la religione ha fatto il suo ingresso nella politica americana nel 1979 nel corso della campagna che opponeva Carter a Reagan. Carter era un buon liberale ma era cristiano fervente, di quelli detti 'born again', rinati alla fede. Reagan era un conservatore, ma ex uomo di spettacolo, gioviale, mondano, e religioso solo perché andava in chiesa alla domenica. Ora era accaduto che l'insieme delle sette fondamentaliste si fosse schierato con Reagan, e Reagan aveva ripagato accentuando le sue posizioni religiose, per esempio nominando alla corte suprema giudici contrari all'aborto.

Ma del pari i fondamentalisti avevano iniziato a sostenere tutte le posizioni della destra, avevano sostenuto la lobby delle armi, si erano opposti alla assistenza medica e, attraverso i loro predicatori più fanatici, avevano sostenuto una politica bellicista, presentando persino la prospettiva di un olocausto atomico come necessario per sconfiggere il regno del male. Oggi la decisione di McCain, di scegliere una donna nota per le sue tendenze dogmatiche come vice presidente, e il fatto che almeno all'inizio i sondaggi abbiano premiato la sua decisione, va proprio in questa direzione.

Colombo fa però osservare che, mentre in passato i fondamentalisti si opponevano ai cattolici, ora i cattolici, e non solo in America, vanno sempre più avvicinandosi alle posizioni dei fondamentalisti (si veda per esempio il curioso ritorno all'antidarwinismo quando ormai la Chiesa aveva per così dire firmato un ampio armistizio con le teorie evoluzionistiche). E in effetti che la chiesa italiana si sia schierata non con il cattolico praticante Prodi, ma con un laico divorziato e gaudente, lascia pensare che anche in Italia predomini la tendenza a offrire i voti dei credenti a politici che, indifferenti ai valori religiosi, siano disposti a concedere il massimo alle richieste dogmaticamente più rigide della chiesa che li sostiene.

Viene da riflettere su un discorso del carismatico Pat Robertson nel 1986: "Voglio che voi pensiate a un sistema di scuole in cui l'insegnamento umanistico sarà completamente bandito, una società in cui la chiesa fondamentalista avrà assunto il controllo delle forze che determinano la vita sociale".

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