Il mito della Bocconi è in caduta libera da quando si è scoperto che lo studio di Alesina e Ardagna sull'austerity, sul quale si fonda la politica economica mondiale, era sbagliato: nel calcolo del prodotto interno lordo mancavano un paio di zeri, sfuggiti ai due economisti perché coperti da una macchia di ketchup. Da quel momento non passa giorno che il prestigio dei bocconiani non subisca nuovi colpi.
CONFUTAZIONI Sono ormai carta straccia lo studio di Aldo Laima Bedusio sulla lagnosità dei pensionati come fattore fuorviante nell'analisi delle crisi economiche; la teoria di Gianni Pari Paroglio sulla servitù della gleba come elemento stabilizzatore del mercato del lavoro; le numerose pubblicazioni di Anna Wimper Codelussi sulla tassazione dei nullatenenti per non farli sentire esclusi dal consesso sociale. Molti dubbi, nella comunità scientifica, anche sull'intervento "Un rimedio alla crisi della liquidità: lo stipendio quadruplo", presentato a Harvard dal professore emerito, sottosegretario, commercialista, vicerettore Ugo Peselli Pesetti.
IL NOME Nelle complessiva revisione del ruolo della Bocconi intervengono anche gli storici. Secondo i quali la famiglia Bocconi, fondatrice del prestigioso ateneo, non apparteneva affatto all'imprenditoria lombarda, come millantato, ma al mondo del circo equestre. «Solo così», sostiene lo storico Manlio Masich, autore della ricerca, «si spiega la passione della famiglia Bocconi per l'economia: le scienze economiche e le discipline circensi sono strettamente imparentate».
ABBIGLIAMENTO Perfino l'abbigliamento tipico dei bocconiani comincia a essere impopolare. «Il classico completo frescolana blu, con camicia bianca e cravatta regimental, e scarpe inglesi nere con i buchini di giorno, senza i buchini la sera, ha veramente rotto i coglioni», spiega Rose Rosenthal, la potentissima direttrice di "Fashion & Fame". Non sono rari i casi in cui giovani uomini, vestiti da bocconiani, vengono derisi dagli astanti. Un episodio spiacevole: il giovane laureando Carlo Carli Gandusio ha impiegato tutta la notte per levare dai buchini delle sue scarpe inglesi centinaia di stuzzicadenti con oliva (alcuni con oliva e quadratino di emmenthal) infilati durante un happy hour da giovani a lui ostili. Quanto al loden blu reso celebre da Mario Monti, l'ambasciata austriaca in Italia ha rispolverato un vecchio pronunciamento di Francesco Giuseppe nel quale si chiarisce, già nel 1878, che il loden «è verde e solo verde, e le varianti blu e grigie sono da punire con il carcere».
IL BLITZ Un'irruzione di animalisti, insospettiti dai lamenti uditi nottetempo nelle adiacenze dell'università milanese, ha portato alla luce i terribili segreti dei sotterranei della Bocconi. In gabbioni sospesi al soffitto, pensionati e precari vengono sottoposti dai bocconiani a crudeli esperimenti. Nutriti con razioni minime di cibo - pare acquistato nei discount, ma il macabro particolare non è stato confermato - devono sopravvivere fino alla fine del mese per dimostrare che la denutrizione è solo una diceria senza alcun fondamento scientifico, messa in giro per screditare l'economia di mercato. Su un tapis roulant in funzione 24 ore su 24, una lunga fila di laureati in Scienze della Comunicazione deve simulare, in motorino, la consegna di una pizza take-away. In un filmato tenuto nascosto dagli inquirenti per non turbare troppo l'opinione pubblica, si vede un fighetto sui vent'anni, dall'inconfondibile aspetto bocconiano, che spiega a una vecchietta che per salvare l'economia nazionale deve comperare almeno un televisore al mese.
L'OPPOSIZIONE Pare stia nascendo un'opposizione interna, denominata Occupy Bocconi. Il suo leader, il ventitreenne Carlo Bislaghi Bislenghi, annuncia «gesti estremi. Che potrebbero spingersi fino a invertire per protesta il ciclo delle scarpe inglesi, mettendo quelle senza buchini di giorno e quelle con i buchini la sera».