Il romanzo di Orwell è stato interpretato come parodia del sistema sovietico. Ma “1984” parla di oggi, della società della sorveglianza di massa
di Bernardo Valli
7 agosto 2016
La vita di un libro si distingue da quella di un essere umano anzitutto perché può durare secoli, o essere addirittura immortale. Ma anche perché il libro conosce la resurrezione. Dopo un lungo oblio, equivalente alla nostra morte, può infatti ritornare d’attualità, cioè risorgere, e offrirsi a una lettura diversa. È il lettore-lettore che parla. Non un critico o uno storico della letteratura. È il lettore-lettore che vive con la propria biblioteca, come se fosse una comunità umana in cui i valori e gli umori subiscono l’influenza degli avvenimenti in corso fuori dagli scaffali che ricoprono le pareti di casa.
Quel che gli accade nell’esistenza quotidiana lo spinge a riaprire Dostoevskij o Faulkner o Saint Simon o Bataille o Dumas o Hammet o Musil. O, naturalmente, Conrad. Una biblioteca vive. Conosce nascite e decessi come una famiglia. Un uomo senza libri è orfano. O figlio di N.N., come si diceva un tempo. Di recente ho cercato negli scaffali “1984” di George Orwell, convinto che Big Brother fosse resuscitato. Il romanzo doveva dunque essere riletto. A suggerirmi che il Grande Fratello era di nuovo tra di noi sono stati alcuni segnali allarmanti. La fiammata di interesse per quel celebre racconto di fantascienza ha provocato negli ultimi anni, in particolare nel 2013, una nuova esplosione delle vendite. Era il momento delle rivelazioni di Edward Snowden, l’ex tecnico della Cia e poi collaboratore dello Booz Allen Hamilton, consulente della National Security Agency, che rese pubblici i diversi programmi di sorveglianza di massa del governo americano e di quello britannico attraverso intercettazioni telefoniche tra gli Stati Uniti e l’Unione europea. Il Grande Fratello era ritornato dunque d’attualità.
Quando nel 1949 uscì “1984” la rivista “Time” scrisse che nel romanzo non c’era proprio nulla di ameno. Era di un humour cupo. Non suscitava neppure un sorriso. Non c’era l’acida, ma anche divertente satira del totalitarismo di “La fattoria degli animali”, l’opera di Orwell apparsa quattro anni prima. Il “New York Times” giudicò “1984” il romanzo più contemporaneo dell’anno e anche di puro orrore.
Il Grande Fratello, misterioso protagonista e leader del partito unico, vede e sa quasi tutto. La vita in Oceania, esteso paese in cui sono compresi il Regno Unito e l’America, è controllata dalla polizia del pensiero attraverso una fitta rete di telecamere che scoprono tutte le deviazioni dalla linea del regime. Perfino gli amori proibiti, come quello tra il membro del partito Winston Smith e Julia.
Alla sua uscita, e poi per decenni, il romanzo di fantascienza è stato letto come una spietata parodia del sistema sovietico. Un quarto di secolo dopo la caduta del muro di Berlino, il Grande Fratello resta, ma con un viso moderno, attuale, scrive adesso “Le Monde”. E con il quotidiano europeo concordano giornali inglesi e americani, che rettificano i vecchi giudizi. Anche per loro il romanzo di Orwell si offre a un’altra lettura. Non è più la critica a un regime nel frattempo defunto, ma una grande predizione che vediamo concretizzata nei nostri giorni. La Nsa, Google, Facebook, WikiLeaks di Julian Assange sono indicati a turno come interpreti del Grande Fratello, così come emerge il personaggio di Orwell dalla lettura del Ventunesimo secolo.
Senza partito unico (e non è una differenza insignificante) e in una delle democrazie più autentiche, in Gran Bretagna, secondo la lobby dei rivenditori, esistono circa sei milioni di telecamere di sorveglianza. La cifra comprende le tredicimila installate nella metropolitana londinese. E anche quelle private. Circa centomila tengono d’occhio i clienti nei ristoranti. Se quello delle isole britanniche è un primato, i paesi del Continente non sono certo sprovveduti in fatto di telecamere-spia.
Nell’Oceania di Orwell erano strumenti di repressione e di propaganda. Nelle nostre società hanno come missione di prevenire e documentare. E anche di dissuadere. Non sono offensive. E neppure sempre efficaci se si pensa che nel tratto della Promenade des Anglais, a Nizza, dove è avvenuto il massacro del 14 luglio, c’erano e ci sono più di cento telecamere. Sono servite a testimoniare l’atto di terrorismo dopo che aveva fatto ottantacinque morti. Il Grande Fratello dei nostri giorni ci sorveglia anche attraverso le carte di credito, i telefoni cellulari, i computer, che consentono di verificare le nostre spese, i nostri contatti privati, i nostri interessi. Per difenderci da chi ci vuole difendere abbiamo quel che in Oceania mancava: la democrazia. Dopo avere riaperto Orwell, il lettore-lettore se la tiene ben stretta.