OGGI SI PARLA MOLTO DI POST VERITÀ, di bufale, termine trasteverino accreditato anche dall’Accademia della Crusca, di fake news, più modestamente notizie false in italiano anche se chiamarle così è démodé. Invadono i media. Ma c’è anche il problema contrario.
LA REALTÀ APPARE SEMPRE PIÙ spesso come una bufala, la verità una caricatura, le sceneggiate in giro sembrano sceneggiature.
TRUMP È BURLESQUE. Non c’è bisogno di una disamina sulla trumpologia, virus da politica autoimmune in aumento, per vedere come l’ambiente che lo circonda abbia l’aspetto di un set. A New York l’omonima Tower, a Palm Beach la tenuta Mar-a-Lago, nome da romanzo cubano, fanno da corollario a pericolose posizioni politiche, a smorfie da caudillo pettinato come un barboncino. Attorno a lui la Trump famiglia, patinata, cotonata, dai sorrisi splendenti che lasciano immaginare costosi investimenti odontoiatrici. Una truppa avvenente che sembra una troupe.
DA TEMPO LE SOAP sui nababbi alla Dynasty, Dallas o Santa Barbara sono entrate nel cono d’ombra (però Beautiful è alla 7500esima puntata). Ma all’improvviso un prototipo di quei personaggi tv è zompato dal piccolo schermo e come in un film di Woody Allen è piombato nella politica reale. Trump che sembrava una facezia è diventato Potus (acronimo del presidente Usa). Come se Ridge di Beautiful, con le siderali distanze estetiche tra i due, si fosse installato nello Studio Ovale.
DA RIDGE A RENZI. Non appena il partito fondato da Walter Veltroni è sembrato forte e con un leader al fulmicotone, pur con i limiti e gli errori del personaggio, non appena i grillini hanno cominciato a mostrare timide faglie grazie ai problemucci di Virginia Raggi e al clima da Borgia del Movimento, cosa si è messo in moto? L’harakiri, psico-vizio della sinistra, ancora una volta e soprattutto in nome di principi incomprensibili ai più. La geniale rottura è orchestrata da leader in disparte per un tempo insopportabilmente lungo (per loro). E da Michele Emiliano presidente della Puglia, capo della ferrea corrente «io vorrei, non vorrei», che però resta. Da non credere, sembra uno script, un plot, una manifestazione paranormale consegnarsi così ai Cinque Stelle. Al posto della fanta-politica ora la politica sembra finta.
PASSI IL PD MA ANCHE BERLINO. L’aeroporto della capitale tedesca doveva essere inaugurato nel 2012, peccato che il nastro non sarà tagliato nemmeno quest’anno. La colpa è tutta di un calcolo maccheronico sul peso dei ventilatori da montare sul tetto. Lì per lì era parsa la solita fake news anti Ue. Per forza, può mai succedere un tale papocchio nella Germania di Angela Merkel? Mica si tratta della Salerno-Reggio Calabria.
NON PARLIAMO poi dello scandalo di François Fillon, candidato repubblicano all’Eliseo, sotto accusa per aver assunto come assistente parlamentare la consorte Penelope senza che sia mai apparsa negli uffici all’Assemblea Nazionale. Sembrava impossibile immaginare un simile cabaret da furbacchioni nella patria di Rousseau, Voltaire, Montesquieu. Il genere dell’affaire Fillon è un copyright italiano.
INTANTO IL WASHINGTON POST propone di accantonare il termine tecnico fake news e di tornare a parlare di bugie mentre a Palazzo Madama approda il disegno di legge contro la diffusione online delle fake news il cui uso è diventato talmente pop e smodato da richiedere una scissione, prassi assai in voga, in nuove sub famiglie, le quasi fake news e le no news.
ALLA FINE i codici d’interpretazione semiologica si sono così invertiti da riuscire a confondere, anche se solo per un attimo, chi ha ricevuto l’annuncio-boutade «Assessore per un giorno! Nella magica cornice del Campidoglio condividi anche tu l’entusiasmante esperienza di far parte della giunta Raggi per poche ore» prima di leggere la beffarda scritta «quota di partecipazione 25 euro». In un turbine d’informazione schizofrenica, notizie vere che sembrano false e notizie false che sembrano vere, non era per nulla scontato che l’annuncio potesse essere una bufala, una post verità, o una quasi fake news. Senza contare poi la post confusione e il quasi smarrimento.