Nella serie tv Master of None si preferisce ?un’anarchia postmoderna agli stereotipi novecenteschi. Con sprazzi d’amore old style
Ci sono serie televisive che già dal titolo obbligano il telespettatore ad accomodarsi sul divano e consumare nel più breve tempo possibile le puntate disponibili. È il caso di Master of None, cioè Maestro di Nulla, che giunta alla sua seconda stagione su Netflix è sintesi esatta della complessità dei tempi attuali. Da un lato l’esigenza commerciale e strutturale di conferire al proprio profilo umano e professionale una specificità sufficiente per essere competitivi, e dall’altro invece il fluttuare (in)consistente tra attitudini vere o presunte e curiosità spesso dissonanti.
Questo, in fondo, è il destino che affronta Dev Shah (personaggio con il volto di quell’Aziz Ansari che è anche anima e ideatore dell’intero progetto). Americano con origini indiane, presenta al mondo esterno come biglietto da visita quello di essere il conduttore del programma Clash of the Cupcake in cui si sfidano esperti di dolci, ma intanto sogna la grande occasione (che fatica ad arrivare) sul grande o piccolo schermo e recita in una serie di spot che contribuiscono alla sua frustrazione e a un certo punto lo spingono a cambiare aria per trasferirsi qualche mese in Italia (a Modena, dove lavora da un’anziana pastaia che gli svela i segreti del mestiere e gli fa conoscere una coppia di ragazzi interpretati da Alessandra Mastronardi e Riccardo Scamarcio).
Trattasi di cosiddetto loser (ovvero un uomo incapace di realizzare ciò che desidera e che gli conferirebbe, con molte probabilità, prestigio sociale) oppure Dev abbatte gli stereotipi novecenteschi a favore di un’anarchica fluidità di pensieri e azioni? Entrambe le cose, probabilmente. Ma lui è il primo a non dispiacersene. Affatto. Neppure quando l’argomento sul tavolo si chiama amore. Costruisce infatti un rapporto stabile con una trentenne di ottime intenzioni e poi fa il possibile per ritrovarsi solo, e disincantato, a praticare incontri con ragazze contattate tramite inserzioni online.
L’unica costante attorno a sé è la presenza di amici che gli garantiscono un’esistenza quotidiana serena, e che a loro volta rappresentano il più ampio spettro possibile di sensibilità, sessualità e originalità. Il che sancisce ancora come la strada maestra indicata da Master of None non sia quella del pensiero o comportamento unidirezionale, bensì il suo esatto opposto. Schiattino dunque il conformismo, la programmazione ossessiva del futuro a breve termine e la catalogazione sociale in base al reddito o colore della pelle. Il messaggio è che mischiando tutto e tutti (tradizione e mode di passaggio, sentimenti profondi e volatili o anche esperienze variegate sul fronte del lavoro) si possa sfiorare la felicità. Forse. Chissà quando. Magari anche mai. Perché dal momento in cui si è maestri di niente, appunto niente può essere garantito in partenza. Soprattutto se, in questo traffico di emozioni, a un certo punto ci si innamora dell’irresistibile e gattamortesca Mastronardi.