Ogni sei migranti, uno è un minore non accompagnato. Un libro racconta i bagagli con cui affrontano il Mar Mediterraneo

Affrontare un fenomeno in maniera laterale non può farci sentire a posto con la coscienza. Parlare e indignarsi del blitz della polizia francese a Bardonecchia non significa occuparsi di migranti, ma solo, ancora una volta, affrontare un argomento sensibile nella maniera sbagliata.

E come fare a parlarne nella maniera giusta? Difficile dirlo, soprattutto da quando le Ong, gli unici testimoni oculari di ciò che accade, sono accusate di avere, senza scopo di lucro ma solo per ragioni umanitarie (bel paradosso, eh!), rapporti con scafisti e trafficanti. Le Ong e le loro testimonianze non hanno più peso, anzi, vengono viste con diffidenza, come se avessero elaborato in segreto un piano per far invadere l’Europa. Oggi la guardia costiera libica con i suoi metodi da torturatore gode di maggiore credito rispetto a chi presta soccorso. Inutile spiegare che i profughi non vengono condotti in Italia per un capriccio delle Ong, ma perché nessun altro porto europeo (e quindi sicuro) dà la propria disponibilità.

Probabilmente l’Italia e i suoi governi passati e futuri, che si fanno forti in patria con i deboli, non hanno capacità, competenze e forse nemmeno l’interesse - i migranti servono sempre in campagna elettorale - per riequilibrare le cose in Europa. Ma la soluzione, è chiaro a tutti, non è impedire i salvataggi. Fa sensazione leggere, proprio oggi che gli sbarchi si sono ridotti rispetto agli scorsi anni del 75 per cento, che più alto sarebbe il pericolo di accogliere terroristi tra i migranti: si vuole forse giustificare lo scempio dei lager libici? O lo scopo è dare sostanza al peggiore slogan politico bipartisan di sempre, ovvero “sbarchi zero”? Oppure, più banalmente, si vuole suggerire che i migranti siano terroristi. Che nell’impossibilità di sapere chi lo sia e chi no, meglio chiudersi in casa.


Fatto sta che le percentuali che difficilmente leggerete sono quelle dei minori non accompagnati che arrivano in Italia: 1 migrante su 6 è un minore non accompagnato. Oltre il 90 per cento dei minori che raggiungono le coste italiane sono non accompagnati. La domanda che ci poniamo più spesso, per allontanare da noi ogni responsabilità, è come sia possibile che facciano partire bambini da soli e invece dovremmo chiederci che fine facciano quando arrivano. La risposta a questa seconda domanda potrebbe non piacerci perché è tremenda e ha molto a che fare con noi e la nostra indifferenza: molti di loro sono persone senza diritti che diventano schiavi, schiavi anche delle organizzazioni criminali.

Alcune delle storie che più mi hanno colpito di questi ragazzi sono raccolte nel libro “Il bagaglio”, di Luca Attanasio. Immaginatevi i vostri figli adolescenti, i vostri nipoti bambini attraversare da soli il Sahara. Immaginate che si preparino per partire. Cosa si porterebbero in quello zaino? La storia di Zahara, sedicenne eritrea, è tutta già contenuta nella preparazione dello zaino, perché la prima cosa che sceglie di portare non è biancheria, non sono scarpe, non sono bottiglie d’acqua, ma sono le pillole abortive. Lo fa - uso le sue parole - «perché ero quasi certa che mi avrebbero violentata e non avrei mai voluto avere un figlio in quel modo». Purtroppo aveva ragione: Zahara verrà stuprata durante il viaggio verso l’Italia. Mohammed, invece porta con sé due fotografie dei suoi genitori, che sono morti sotto le bombe in Costa D’Avorio, durante la guerra civile. Il suo viaggio comincia quando ha 13 anni e dura tre anni e mezzo per 8.000 chilometri percorsi. Non arriverà in Italia con quelle fotografie, perché prima di imbarcarsi su un barcone in Libia i trafficanti dicono agli immigrati di spogliarsi di tutto ciò che hanno per alleggerire il peso della barca. Mohammed consegna i vestiti e il telefonino, ma il trafficante vede spuntare le foto dalla tasca dei pantaloni. Gliele prende e gliele butta via insieme ai vestiti.

Quella carta non avrebbe pesato nulla ovviamente sul gommone, ma sarebbe stata un conforto: invece i trafficanti devono essere certi che i migranti siano soli, e soprattutto si sentano soli. Ti tolgono ogni traccia di umanità per impedirti qualsiasi forma di resistenza, di ribellione in quella condizione disumana. Mohammed non si toglie dalla testa l’immagine di quelle dita che strappano le foto dei suoi famigliari. Diventerà anni dopo un fotografo, esposto al Met di New York.

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