Pubblicità
Opinioni
luglio, 2018

Ecco il governo del peggioramento

Gli attacchi a Boeri. La guerra ai migranti. I nuovi leader usano le emoticon, ?ma calpestano lo Stato di diritto

Gli attacchi al presidente dell’Inps Tito Boeri sono l’esempio lampante di come questo governo non sia affatto il governo dal cambiamento ma, semmai, il governo del peggioramento, e non perché quello precedente fosse meglio: anzi, è evidente ogni giorno di più come la cattiva politica abbia spalancato le porte alla pessima politica.

Gli attacchi ci dicono anche un’altra cosa: chi resiste utilizzando fatti e numeri è il nemico ideale per ogni stagione. Sono anni, precisamente dal 2014, che Boeri risponde con fatti e numeri alla propaganda di governo e sono anni che viene “richiamato all’ordine” da chi (prima era Renzi, ora sono Salvini, Di Maio e anche Tria, forse allo scopo di allontanare da sé i sospetti degli altri due) impone uno storytelling che ha poco a che fare con le reali condizioni dei conti pubblici. Uno storytelling fatto di 80 euro e di ponti sullo Stretto di Messina, di reddito di cittadinanza, flat tax, di #ByebyeVitaliziDay e nessun #RestitutionDay per la Lega (eppure anche quei 50 milioni di euro potrebbero fare comodo, no?).

La narrazione di ieri era l’esortazione illuminista “no ai gufi e agli iettatori” perché l’Italia si sta rialzando; si è visto bene quella arroganza esibita quali esiti, soprattutto elettorali, ha avuto. Segno che le bugie, come ci dicono sin da bambini, hanno le gambe corte. Oggi il racconto della realtà è esemplificato dalle faccine da adolescente con cui Salvini conclude i suoi post e i suoi tweet, di solito un compiaciuto concentrato di ferocia e disprezzo per l’essere umano.

Abbiamo lasciato in mare a cuocere sotto il sole, a quasi 40 gradi, 450 esseri umani… ma bastano un sorrisino o una strizzatina d’occhio a rendere i destinatari di quella comunicazione complici e contenti di esserlo. E così, mentre i signori politici credevano, scorciandosi le maniche della camicia e comunicando sui social come fossero cittadini comunissimi, di avvicinarsi alle persone, ottenevano il solo risultato di abbassare la politica a feroce barzelletta. Ottenevano il peggiore dei risultati possibili che è poi un ribaltamento di senso rispetto a ciò che De André scrisse in “Bocca di rosa”: la politica ha smesso di sentirsi come Gesù nel tempio, ha smesso di dare buoni consigli e ha iniziato a dare il cattivo esempio. Perché, volendo descrivere questi tempi senza sentirsi oppressi dal fatto di viverli, si potrebbe dire che se fino a ieri si predicava bene e si razzolava male, oggi, scomparsa ogni remora, si agisce male e si è fieri di comunicarlo. Con l’aggiunta di una emoticon, poi, anche la crudeltà fa simpatia.

Ma mi rendo sempre più conto che, nel voler analizzare ciò che accade, è fondamentale mettere in chiaro il metodo, perché è il metodo a dare la direzione e nella sua individuazione si comprendono anche i peccati originali. Quello del M5S, per esempio, costituisce l’ostacolo principale rispetto alla possibilità di avere oggi voce in capitolo al cospetto di un alleato di governo tanto ingombrante come Salvini. Esistere solo in contrapposizione a qualcun altro segna il tuo destino sin dal principio: il M5S è perché esisteva la vecchia politica, massimamente rappresentata dal Pd, ma ora che il Pd non esiste più, fanno tenerezza tutte quelle persone che, disorientate, continuano a dire “sempre meglio di Renzi”. Isolare una azione politica che ci sembra sbagliata, e criticare chi l’ha commessa, ha senso solo se il nostro punto di riferimento non è una omologa azione di un governo di segno opposto, non è il predecessore in quello stesso ruolo, ma il rispetto di una serie di regole che riassumerei nel solo concetto di Stato di diritto.

Stato di diritto significa tante cose, ma soprattutto significa arginare ogni possibilità che il potere possa essere esercitato in maniera arbitraria. Immaginate cosa accadrebbe se bastasse una parola e non la flagranza di reato o indagini a far scattare un arresto? È questa arbitrarietà che si sta sempre più facendo largo nel dibattito pubblico ed è a questa arbitrarietà che ci si sta pericolosamente sempre più abituando.

Zittire Boeri, zittire chi analizza lo stato dei conti pubblici, zittirlo per mera propaganda e scatenare contro di lui le più feroci sentinelle di questo governo, è un passo ulteriore verso quei regimi liberticidi in cui lo Stato di diritto è solo un lontano ricordo.

L'edicola

La pace al ribasso può segnare la fine dell'Europa

Esclusa dai negoziati, per contare deve essere davvero un’Unione di Stati con una sola voce

Pubblicità