Da Roma a Gerusalemme, da Torino ?a Davos, oggi facciamo pressione e opinione. Senza nemmeno scannarci troppo

Un evento prodigioso. Per la prima volta alla condizione femminile è stata associata la parola influenza. L’accostamento arriva da Papa Francesco che del ramo «Maria» ha detto «è l’influencer di Dio, è la donna che ha avuto maggior influenza nella storia».

Si può cominciare a sperare che per le donne qualcosa stia cambiando senza quote e condiscendenza maschile, forse gli uomini sono troppo occupati a cannibalizzarsi per rendersene conto e poi, pazienza sono fatti loro. Persino nel film del momento di Yorgos Lanthimos compaiono solo come attori non protagonisti. “La favorita”- è il titolo - mica è quella di un sultano ma la preferita di una regina (Anna) e il triangolo è fatto solo da sottane.

Davos, Parigi, Torino, Gerusalemme, Roma, Washington per non parlare del potere femminile così diffuso nei Paesi nordici che oggi i superstiti dei vitelloni di Romagna rischiano di fare i trottolini amorosi e anche la mano morta (sulla riviera adriatica MeToo viene recepito in modo sentimentale, mi e tu) a un ministro in carica sotto mentite spoglie turistiche.

È successo non si sa quando ma il percorso femminile sta prendendo più che mai un’altra piega, culturale e sociologica. Gruppi di donne puntano a fare pressione, a fare squadra, a creare opinione politica e civica e soprattutto ci riescono. La strada è molto lunga come si sa ma ora sembra che i lavori di costruzione siano finiti, certo c’è voluto molto di più della Salerno Reggio Calabria, misura dell’infinito. Ed è ancora ben lontano un sovranismo femminile ma sia pure a passo di lumaca si va edificando la religione della parità. Non più solo per l’autocoscienza ma anche per la coscienza degli altri.

Ricapitoliamo con alcuni esempi. Cinque anni fa a Gerusalemme sfidando l’ira di Hamas e di Shas, il partito ultra ortodosso israeliano, è nata Women Wage Peace l’organizzazione di donne e madri ebree, musulmane, druse e cristiane, stanche del conflitto israelo-palestinese. Oggi ha più di quarantamila iscritte, oltre duemila hanno partecipato a una mitica marcia perfino attraverso la Cisgiordania occupata e in 15 mila si sono presentate alla Knesset.

Nella città della sindaca Chiara Appendino a portare migliaia di manifestanti a favore della Torino-Lione è stato il comitato di donne “Sì Torino va avanti”, le anti No-Tav. Una di loro avrebbe registrato il marchio “l’Onda” forse per farne un partito mentre le altre hanno preso le distanze. Intanto la donna che ha tormentato Emmanuel Macron, la leader dei Gilet Gialli Jacline Mouraud, ha appena annunciato la nascita del suo “Les Emergents” dopo aver abbandonato il movimento reo di violenza e centinaia di feriti. L’aspetta al varco Marine Le Pen, oh là là.

Nella Capitale italica assai provata da buche e altri disastri, le sei fondatrici di “Tutti per Roma, Roma per tutti” gruppo Facebook da 23 mila amici hanno convinto migliaia di cittadini disperati a protestare davanti al Campidoglio. Il 26 gennaio altri 1100 hanno riempito l’Auditorium coinvolti da Giulia Minoli, presidente dell’associazione CO2 per la campagna di sostegno alla Casa Internazionale delle Donne, a rischio sfratto ad opera della solidale sindaca Virginia Raggi. Dieci giorni prima nella stessa Sala Sinopoli gremitissima in occasione del Giorno della Memoria, Marilena Francese e Viviana Kasam con Euroforum e la regia di Angelo Bucarelli hanno organizzato in anteprima un concerto con le musiche composte in segreto, a volte con la complicità dei loro sorveglianti, dalle donne internate nei campi di concentramento.

Il Forum di Davos è stato il debutto di Gita Gopinath, prima donna Chief Economist del Fmi. L’ha presentata «con evidente gioia» è stato scritto, l’artefice della nomina Christine Lagarde, direttore del Fondo monetario internazionale sfatando la vecchia storia della rivalità femminile. Considerato questo (e considerato che in un’intervista assai popolare, Pablo Iglesias, leader del partito spagnolo Podemos, ha inneggiato alla mascolinità femminista e sostenuto che i maschi femministi fanno sesso meglio degli altri), dati i tempi tristi potremo essere tutte più felici no?