Ballare con una tutina verde e postare la scenetta su Instagram non provoca il Covid. Anzi, favorisce l’appetito. È la conclusione dell’esperimento scientifico condotto pochi giorni fa da Daniela Santanché nel suo locale in Versilia. Appena concluso il ballo si è sottoposta a una rigorosa visita medica, e a parte la recrudescenza di una fastidiosa tallonite, è risultata negativa a tutti i test. Sul suo esempio si moltiplicano i video di esponenti di destra che danzano, per dimostrare l’assurdità delle misure liberticide decise dal governo contro le discoteche. Migliaia di followers per lo spassoso Passo dell’Oca, progenitore del Ballo del Qua Qua, improvvisato da Ignazio La Russa.
I documenti. Non si contano i leder di destra, di tutte le epoche, che hanno dimostrato la loro predisposizione per la danza. Molti archivi storici forniscono una importante documentazione in proposito. Sono stati trovati vecchi filmati di Italo Balbo che, prima di salire sul suo aeroplano, accenna qualche passo di mazurka per divertire gli amici, e rari dagherrotipi di Quintino Sella che partecipa a un ballo contadino, probabilmente una giga, durante la vendemmia. Eppure nessuno dei due risulta morto di Covid, né di altre malattie infettive. «Non esiste relazione alcuna tra la danza e il coronavirus», spiega il virologo di riferimento della Lega, Manuel Maraglio, «e dunque le vera e propria persecuzione del governo contro i locali da ballo rivela solo l’odio della sinistra per le attività motorie, il buon umore, la gioia di vivere”».
Le prime testimonianze. Sono antichissime. In una villa di Paestum il celebre mosaico “La danza dei Tiranni” raffigura Omocle e Pisurchio, ultimi tiranni di Siracusa, che ballano ebbri di gioia dopo avere fatto sopprimere nel sonno metà della popolazione. «Vitalismo, ebbrezza, amore per le esperienze forti: sono i valori per i quali ancora ci battiamo a millenni di distanza, a dispetto di una sinistra pallida e lugubre», ha postato su Facebook il responsabile dei drink del “Bonifica”, locale vintage di Latina inaugurato da Mussolini in persona nel 1937.
Il saggio. Nel saggio “L’egemonia muscolare della destra” lo studioso Fabbio Moricone, ordinario di Educazione Fisica all’Università di Frascati e molto vicino a Giorgia Meloni, dimostra che la cultura di destra difende da sempre l’attività fisica e l’esercizio ginnico, contro la mortificante cappa finto-intellettuale della sinistra. Per esempio, non risultano testimonianze storiche di Palmiro Togliatti che balla il twist o di Berlinguer che balla la disco-music: eppure erano proprio quelli i balli più popolari durante le rispettive segreterie del Pci. Non potevano non saperlo: se dunque non li ballavano, era solo per ostentare il disprezzo della nomenklatura per i costumi del popolo. Riprese effettuate da un drone sopra i casali di Capalbio, ben distanziati già da prima della pandemia per sottolineare la loro lontananza dalla gente comune, mostrano decine di intellettuali inerti, con l’iPad in mano, che fingono di leggere qualcosa e in realtà si stanno appisolando. Nessuno di loro che stia ballando, o almeno tamburellando con le dita su un tavolino. Una conferma schiacciante della tesi di Fabbio Moricone.
La resistenza. È al Papeete, il locale martire, che si organizza la resistenza contro la stretta governativa. Il proprietario, Alex Papeete, europarlamentare leghista e autore del libro-testimonianza “Confesso che ho sudato”, sta preparando una grandiosa manifestazione di protesta nel corso della quale lancerà il nuovo ballo dell’estate, la Trivella. Si gira su se stessi, sulla sabbia, fino a che non si scava una buca di circa tre metri, dalla quale, a un segnale del deejay, si deve gridare, all’unisono, “aiuto!”. L’arrivo dei soccorsi è ulteriore motivo di divertimento perché avviene a luci spente, nel buio fitto, con frequenti cadute nelle buche di medici e barellieri.