Opinioni
gennaio, 2022

Il congresso scientifico lo fanno i piloti: “Il freno a disco è meglio dei vaccini contro il Covid”

Nel convegno mondiale online molto apprezzata la relazione di Marco Melandri sui nuovi rimedi in pandemia e quella della casalinga Katiuscia Borzacchi sulla neurochirurgia

Si è svolto su Skype il primo Congresso mondiale degli Scienziati online. Il motociclista Marco Melandri ha tenuto una relazione sul tema “Inutilità del vaccino, utilità del freno a disco nella lotta al coronavirus”. La casalinga Katiuscia Borzacchi ha parlato di “Neurochirugia, il punto sulla situazione e le nuove prospettive”. La guardia giurata Natalino Lospunto ha tenuto una prolusione su “Paleoantropologia senza scavi: disegnare un fossile in casa propria senza averne mai visto uno”. Applauditissima la relazione conclusiva dell’imbianchino Alban Seciriescu, “Che cosa succederebbe se si romperebbe il cavo d’acciaio che unisce la Terra alla Luna?”.

 

Simpatia. Molta simpatia, e molti milioni di clic, per il nutrizionista Poldo Caterva, obeso dalla nascita, che non è riuscito a portare a termine la sua relazione, “Cibo sano ventiquattro ore al giorno” perché aveva la bocca piena a causa dell’inseparabile panino con lardo e peperonata.

 

Il patrocinio. Oltre agli ex senatori grillini Di Bertoldo e De Fausto, che hanno portato al Congresso il saluto del Gruppo Misto, ma solo a titolo personale, è arrivato anche il patrocinio della Libera Università di Ugo, diretta e fondata da Ugo Provolich, professore aggiunto di Materializzazioni Inspiegabili; della Provincia di Valdagno, non riconosciuta ufficialmente ma molto attiva nel campo enologico; di Gianluigi Paragone; della Commissione Dubbio e Precauzione, con il saluto di Carlo Freccero.

 

Il record. Ci sono stati trecento milioni di contatti in tutto il mondo, favoriti dalla traduzione simultanea, in otto lingue, di una signora di Bari che conosce solo il pugliese, ma ha grande intuito umano e prontezza di riflessi. È stato un successo planetario. Il mondo accademico è con le spalle al muro: questo congresso ha dimostrato che per parlare con familiarità delle cose che non si conoscono basta mezz’oretta di navigazione on line. L’intero castello della cultura, presuntuoso ed elitario, sta finalmente scricchiolando. «Se esistesse ancora la Biblioteca di Alessandria», spiega l’ingegnere strutturista Angelo Cairati Bolvani, «sarebbe seriamente lesionata dall’attività web dei suoi stessi dipendenti».

 

Il ripensamento. Decine di professori universitari stanno ripensando alla loro carriera con forte spirito autocritico. «Per avere la mia cattedra in filologia romanza», spiega il professor Gilbert Poderosky, «ho studiato tutta la vita e pubblicato sei libri e decine di saggi. Mi rendo conto solo adesso che è stata una cosa veramente insensata. Grazie ai social mi sono accreditato in un quarto d’ora anche come matematico, mastro carpentiere, dermatologo, astrofisico. Prima al mio corso avevo una trentina studenti, oggi ho duecentomila follower. Finalmente mi sento un uomo realizzato. Mia moglie mi stima e i miei figli non mi guardano più come un fallito. Quanto ai trovatori, ai Carolingi e al Medio Evo: dopo una settimana di navigazione online non sono più tanto convinto che siano esistiti veramente».

 

La stampa. Il convegno ha avuto grande rilievo anche sui media tradizionali, ai quali non sfugge niente di quanto accade sui social. «Non c’è stronzata letta sui social che non mi appassioni», confida la giovane stagista Belinda Krok, «e passo il mio tempo a cercarle e a pubblicarle sul quotidiano per il quale lavoro. Per altro mi pagano trecento euro al mese, pretendete forse che legga Le monde diplomatique o Elias Canetti?». Secondo una recente analisi dell’autorevole Centro Studi sul Masochismo, ogni volta che un quotidiano riporta un post di Povia, o un tweet di Simona Ventura, perde due lettori: uno è un suo lettore tradizionale al quale non importa nulla di Povia e di Simona Ventura, e gli girano le balle. L’altro è un potenziale nuovo lettore che da quel momento va a leggere direttamente sui social, gratis, che cosa pensano Povia e la Ventura. 

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