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Opinioni
novembre, 2022

La molestia fa scandalo, il femminicidio no

L’opinione pubblica è sdegnata (giustamente) per la vicenda di Memo Remigi. Silenzio totale invece sul caso dell’uxoricida libero dopo dieci anni

Arriva un marziano da libro Urania anni 60, verde con tre nasi e l’orecchio lungo, per vedere come ce la caviamo con la questione femminile. Le marziane si sono messe in testa di avere dei diritti, come fermarle? Forse qui hanno qualche idea. Ma ci rimane male: l’Italia è il paradiso delle donne! In tutti i media donne, donne, donne, qui si respira al femminile, film libri riconoscimenti a grandine, parole parole premi mai concessi prima e omaggi, omaggi, elogi a tutto ciò che è femminile, enfasi, iperboli, come se le donne fossero appena state inventate.

 

Il marziano vede in tv Memo Remigi che allunga la mano verso una natica di Jessica Morlacchi. Lei gliela scosta più volte, con eleganza e spazientita pietà per il trisnonno importuno. Lui insiste. Topesco, volgare, misero, di un mondo lontano, dove ciò era considerato divertente. E la telecamera riprende. Scoppia uno scandalo nazionale. La Rai lo licenzia. Sacrosanto. Ha offeso Jessica, la rete, gli spettatori. Tutti ne parlano. Remigi ha l’arroganza di non scusarsi. L’Italia è sdegnata col vecchio satiro. Il marziano avverte la base: Qui le donne hanno preso il comando. Se sgarri hai il disprezzo della nazione. Le nostre mettiamole sotto subito, se no finiamo come loro. E riparte.

 

Peccato. Restando avrebbe scoperto che questa è solo la facciata. Che le donne sono pagate meno, le madri non sono aiutate. che è in atto da decenni una strage, che dal codice fu fintamente abolita la legge sul delitto d’onore, reimmessa in parte nei fatti, con pene inadeguate all’emergenza. Le vittime minacciate non sono protette se denunciano, e l’assassino agisce. Il femminicidio è spesso a buon mercato. C’è un’ambigua complicità fra chi uccide e chi giudica. Pubblico compreso. Quando l’assassino non viene adeguatamente punito, vuol dire che ha ucciso per tutti. Ho orrore della pena di morte, come dell’indulgenza verso l’assassino. Barbaro è giustiziare, barbaro non fare giustizia. C’è sotto la stessa immoralità.

 

Ma perché l’atto di Remigi risveglia l’informazione, e non accade quando un uomo che ha trucidato a freddo la moglie con 35 coltellate perché aveva un amante (lui), e voleva evitare il divorzio, viene scarcerato dopo 10 anni? (secondo il tribunale non c’era l’aggravante della crudeltà). Perché i media non sono insorti? La molestia fa scandalo. Il femminicidio no.

 

E basta con gli omaggi pelosi, gli elogi pubblici alle donne che sembrano campane a morto, noi siamo vive e vogliamo rimanerlo. Finitela di adularci come una specie protetta. La giaculatoria di lodi pelose ricorda quando ci negavano ogni diritto ma ci facevano l’inchino, per fregarci meglio. Io non sopporto più delitto e solennità. Perché mi offrite sacrifici, e operate il male? fa dire Isaia a Dio. Lo potremmo dire anche noi donne. Il santino del maschilismo italiano è la scena in cui Giorgia Meloni annunzia di avere accettato l’incarico di formare il governo “all’unanimità”, e dietro di lei Berlusconi e Salvini a occhiate esprimono con arte di mimi scettica ironia. Berlusconi sembra star serio a fatica. Annuisce, finto compunto, trattiene un risolino. Un messaggio rassicurante agli italiani: Lasciamola dire, non vi preoccupate, Ci pensiamo noi. Un duetto da eterni padroni pazienti e occulti.

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