Le foto con la Nutella, mentre mangia o tifa sono un’operazione di depistaggio del leader leghista. Dal momento negativo del suo partito ma anche dagli altri messaggi che lancia, intrisi di odio a cui ormai ci siamo assuefatti

Da campione del mondo di “divaning”, tuttologo sportivo basta che non si parli minimamente di svolgerlo in prima persona, rimandatore professionista di scadenze, disorganizzato ripetente, affetto da qualunque forma di rallentamento propedeutico al dolce far nulla, tendo a considerare la pigrizia un sollievo da perseguire, piuttosto che un peccato da cui smarcarsi. E tendo a comprendere quella altrui, a meno che non si incarni in comportamenti irricevibili come ritardare la riconsegna del mio cellulare incidentato.

 

Diverso è il discorso quando l’ignavia coinvolge altri comportamenti, ad esempio quello informativo. E non perché i cosiddetti giornaloni, etichetta spesso attribuita da chi non tollera il perseguimento di interessi diversi dai propri, ossia una linea editoriale differente, inseguano un unico disegno mistificante. Quelle sono verità da Blog delle Stelle, parlandone da vivo. Ma proprio per la tendenza a farsi raccontare dai poteri di ogni ordine e grado ciò che essi prediligono. Tra l’altro, realizzando una delle fottutissime idee che proprio il MoVimento inseguiva a suo tempo: disintermediare.

 

Cioè sostituire le notizie con la propaganda. Obiettivo legittimo, se sei un politico. Mefitico, se stai dalla parte di chi dovrebbe raccontare. E distinguere paglia e grano. La paglia, ad esempio, sono i tweet del Salvini in quarantena, piena prosecuzione della svolta pacioccona che al momento in cui andiamo in stampa è ancora vigente, ma domani chissà: indimenticabili immagini per festeggiare la vittoria del Milan nel derby - stavolta ha pensato bene di tacere, prima, a scopo apotropaico - o istantanee di quotidianità comprendenti l’immancabile tuffo nella Nutella, raccontate sui giornali di ogni ordine e grado con i toni che di solito si riservano a un qualunque fesso del Grande Fratello Vip.

 

Una manovra di depistaggio dal momentaccio politico del Capitone, ma anche e soprattutto dagli altri tweet. Quelli contro il Sanremo troppo gender, o contro i cosiddetti clandestini e le loro malefatte, indicate per nome, cognome, nazionalità, episodio, utili a serrare la base e attaccare la ministra dell’Interno. Con la quale il Loro governa e della quale per molti versi è una sorta di antesignano: stesse maniere con i migranti, con gli studenti, coi manifestanti pacifici in genere, e stessi guanti bianchi coi fascisti che assaltano le Camere del Lavoro o i prepotenti che si prendono le piazze e le strade rivendicando il diritto a fare quello che vogliono della salute di tutti.

 

Ma quello ci pare normale. Distillare odio, indicare bersagli, aggregare con la violenza verbale, specie ora che il suo social media manager è tornato alla base, vengono ignorati da ogni testata perché “tanto e così”. Fa notizia il Salvini con la crema alla nocciola. Così finisce il blob che si spande sui rapporti civili, col linguaggio che diventa contenuto e ottunde strati altrimenti decenti della popolazione, no, non sembra affatto cioccolata.

 

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GIORGIA MELONI
virologa
Giorgia Meloni ha dichiarato che non vaccina la figlia perché valuta il rapporto costi/benefici. Metti mai che tra i costi ci sia qualche voto in meno.