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Politica
ottobre, 2007

La mia agenda per il dialogo

Poche settimane per mettere alla prova il Pd sulla riforma della legge elettorale. E se non succede nulla si torni alle urne. Il giudizio del leader dell'Udc

L'avance di Walter Veltroni verso Veronica Berlusconi? "Piacionismo stucchevole". Il no del sindaco di Roma al modello tedesco? "Una convergenza con il Cavaliere molto più significativa del messaggio inviato alla sua signora". Il cinquantenne Pier Ferdinando Casini non è tenero con il suo coetaneo che corre per la leadership del Pd. Guarda con interesse le primarie del 14 ottobre, rilancia il governo di larghe intese e la legge elettorale tedesca, ma avverte che il tempo è quasi scaduto: "Gli amici del Pd devono chiarirsi le idee. O entro un mese si passa dalle parole ai fatti, oppure si fa concreto il rischio di tornare a votare con questa legge elettorale".

Cosa sono per lei le primarie del 14 ottobre?
"È un evento che interessa la politica italiana e dunque interessa anche me. Ma vedo un numero di contraddizioni troppo elevato perché il progetto risulti credibile. La più clamorosa riguarda la legge elettorale. Negli ultimi giorni ho visto almeno tre posizioni in campo all'interno del Pd. Ci sono Fassino, D'Alema, Rutelli e una parte importante del gruppo dirigente del nuovo partito che hanno parlato di modello tedesco con una certa serietà. Ci sono i silenzi imbarazzati di Prodi che sembra voler subordinare la riforma elettorale alla sua permanenza a Palazzo Chigi. E poi ci sono le parole di Veltroni contro il modello tedesco che rappresentano un'obiettiva convergenza con Berlusconi. Molto più significativa del messaggio inviato alla signora Veronica. Quello è folklore, il no al sistema tedesco è sostanza".

Tra lei e il sindaco di Roma ci fu il bigliettino prima delle elezioni del 2006 in cui vi lamentavate degli estremisti nei rispettivi schieramenti: Borghezio e Caruso. Che pensa Casini di Veltroni alla guida del Pd?
"Veltroni è un uomo molto attento alle forme. Dal punto di vista del galateo è il miglior avversario possibile: è garbato, usa sempre toni civili nella polemica. Però il suo Pd deve scegliere se accarezzare Grillo o contrastarlo, ma prima ancora deve chiedersi se Grillo e il grillismo siano determinati dall'inefficienza di questo governo di centrosinistra e dalla loro sbandierata pseudo-superiorità morale".

Tra i sostenitori di Veltroni, i 'coraggiosi' di Rutelli chiedono un centrosinistra di 'nuovo conio': l'alleanza tra il Pd e l'Udc. Le piace questa nuova moneta?
"Sia chiaro: non siamo interessati a discutere di nuove alleanze, il nostro obiettivo è un bipolarismo di nuovo conio. Noi con il Pd non possiamo che essere concorrenti. In Europa il Partito popolare europeo e il Partito socialista sono alternativi. Possono collaborare per il buon funzionamento del Parlamento europeo, esistono paesi come Germania e Austria dove c'è la Grande Coalizione, certo: ma restano forze alternative. E poiché il Pd non potrà che confluire nel Pse, resterà una vasta parte dell'elettorato del centrosinistra che dopo la nascita del Pd non si sentirà più rappresentato. Penso, ad esempio, a una parte del popolo del Family Day. L'Udc vuole interloquire con loro".

Non è ipotizzabile una vostra alleanza con il Pd, neanche per la prossima legislatura?
"Da molti del Pd ci divide ben poco, ma questo fa parte della fisiologia della vita democratica di un grande paese. In Germania tra i socialdemocratici e Angela Merkel esiste un comune denominatore di valori condivisi. In Italia veniamo da anni di incomunicabilità tra gli schieramenti. Per questo ho proposto un governo di larghe intese: che non coinvolge solo il mio partito, ma anche una fetta più ampia del centrodestra".

Anche Forza Italia? Anche Berlusconi?
"Lavorerò sempre di più perché si abbandonino le demonizzazioni degli avversari. Non si possono liquidare tutti i militanti del Pd come comunisti e dall'altro lato non si può continuare a trattare Berlusconi come se fosse il mostro della democrazia. Il governo di responsabilità nazionale non è il governo di pateracchio nazionale. È un governo di salute pubblica: e il Pd dovrebbe capire che farebbe bene anche per il suo tentativo di ridiscutere l'alleanza con la sinistra radicale, se questo tentativo è una cosa seria".

Dice Franceschini: "No a un centro che si allea con la destra, con la sinistra, con tutti". Ce l'ha con lei, pare di capire.
"La legge elettorale tedesca ha creato il trasformismo? In sessant'anni di storia ci sono stati otto cancellieri, stabilità politica e mai nessun voltafaccia. I voltafaccia li ho visti solo in Italia, con questo bipolarismo che secondo i promotori avrebbe dovuto evitarli. E poi l'idea di quel centro mobile appartiene ai compagni di strada di Franceschini, non certo a me".

Si può tornare a votare con questa legge elettorale? Anche Montezemolo ha avvertito che sarebbe uno scandalo.
"È un appello che non va rivolto a me. Io lo ripeto dall'inizio della legislatura: il problema della legge elettorale deve essere affrontato e risolto. Però, gli amici del Pd devono sapere che siamo agli sgoccioli: si chiariscano le idee. L'Udc voterà il sistema tedesco anche da solo, già in commissione Affari costituzionali della Camera siamo impegnati su un pacchetto di riforme. Ma siamo in zona Cesarini. O entro un mese si sblocca la situazione, e si passa dalle parole ai fatti, oppure si fa molto concreto il rischio di tornare a votare con questa legge elettorale. Il nodo è questo: scegliere quale sistema politico si vuole. È inutile che Veltroni dica di volersi liberare dall'ipoteca della sinistra radicale se poi lavora contro il modello tedesco e per una legge elettorale che costringe ad allearsi con le estreme per vincere".

Berlusconi dice che alcuni parlamentari della Margherita sono pronti a lasciare il Pd. Ha lo stesso sentore?
"Sono poco interessato ai movimenti dei gruppi parlamentari. Voglio parlare con la gente, non con spezzoni di ceto politico in cerca di ricollocazione. Il problema è ricostruire un centro che difenda i valori e modernizzi il paese. Io sento che ci sono molti italiani che non credono alle parole d'ordine di Berlusconi e molti cattolici che non vogliono essere guidati da Veltroni e da D'Alema. Sui temi etici, per esempio, il Pd dà risposte che non convincono ampie fasce di elettorato".

Nel Pd sale un nuovo leader con le primarie, nel centrodestra invece regna l'immobilismo: Berlusconi for ever?
"Le primarie nel centro-destra le ho chieste anni fa, come la democrazia nei partiti, e non ho mai cambiato idea. Ma tra i vari disastri provocati dal governo Prodi c'è quello di costringere l'opposizione a non cambiare nulla. Non ho nulla da rimproverarmi: in solitudine ho segnalato da anni i problemi del centrodestra e continuerò a farlo. Ma quando i tuoi elettori ti chiedono solo una cosa: 'mandate a casa Prodi', diventa difficile far venire a galla l'esigenza di cambiare qualcosa".

È un vento anti-governativo o anti-politico?
"Mi ha colpito uno studio del 'Sole 24 Ore' che dimostra che la politica era più impopolare nel 2001 che nel 2006. La paralisi di questo governo favorisce fenomeni che poi sono amplificati dai media. Io giro tra la gente, vado a fare la spesa, non vedo tutta questa ostilità verso i politici".

Eppure sono state usate parole grosse: nuovo 1992, fascismo alle porte... Mastella ha invocato il terrorismo.
"Mastella è sotto pressione, a volte usa espressioni sopra le righe. Però esiste un elementare principio di onestà politica e intellettuale: identificare Mastella come l'emblema dei disastri di questo paese è tanto comodo quanto falso. Attenzione, poi: quando si mettono in campo parole a sproposito, diventano più pesanti delle armi".

Veltroni vorrebbe Veronica Berlusconi in squadra, lei chi strapperebbe agli avversari?
"Guardi, non partecipo a questo gioco. E francamente l'avance di Veltroni non mi è sembrata di gran gusto. Un piacionismo davvero stucchevole".

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