A 78 anni George Soros è ancora una delle menti più lucide di Wall Street. L'anno scorso, quando capì che sarebbe esplosa la crisi dei mutui subprime, decise di tornare a dirigere personalmente il suo fondo di investimenti, il Quantum Fund. E dimostrò che il suo fiuto funzionava ancora: secondo una stima di 'Alpha magazine', una rivista specializzata in hedge fund, solo nel 2007 Soros ha guadagnato 2,9 miliardi di dollari e (secondo 'Forbes') questo ha fatto salire il suo patrimonio a 9 miliardi.
Soros, speculatore e filantropo, divenne noto nel 1997 quando guadagnò un miliardo di dollari in un solo giorno speculando sulla sterlina, e in quell'occasione mandò al collasso finanziario la Banca d'Inghilterra. Soros è un personaggio contraddittorio. Come fondatore di uno dei più redditizi hedge fund della storia è considerato il massimo esperto della finanza speculativa degli ultimi trent'anni. Ma come intellettuale progressista è uno dei critici più feroci di quello che lui definisce il 'fondamentalismo del libero mercato', cioè l'idea che il governo non debba mettere il naso nel mercato perche questo possiede in sé la capacità di correggersi e di trovare l'equilibrio. In un libro uscito da pochi mesi ('Cattiva Finanza. Come uscire dalla crisi: un nuovo paradigma per i mercati', pubblicato in Italia da Fazi Editore), Soros spiega le ragioni della crisi finanziaria che sta scuotendo i mercati, la morte del reaganismo e l'avvento di una nuova era di interventismo statale. 'L'espresso' lo ha intervistato.
C'è un nuovo New Deal nel futuro dell'America?
"C'è bisogno di una nuova leadership. E io spero che un'amministrazione Obama possa darci qualcosa di simile al New Deal di Roosevelt. Un altro tipo di New Deal. Bisognerà andare al cuore del problema. I consumatori americani non possono più svolgere il ruolo di motori dell'economia mondiale: da decenni consumano più di quello che producono. Per questa ragione il nostro deficit ha toccato il 7 per cento. Ma questo non è più sostenibile. Le famiglie americane hanno usato l'aumento del valore delle case come strumento per aumentare i consumi e non per risparmiare. Ora c'è bisogno di un nuovo motore: e l'opportunità viene dal global warming e dalla necessità di raggiungere l'indipendenza energetica. Ci sarà bisogno di enormi investimenti in energie alternative e nelle tecnologie per rimuovere il carbonio dai combustibili fossili, in particolare dal carbone. Questo vorrà dire meno disoccupazione, più investimenti e rilancio dell'economia mondiale".
Quando cominciò a vedere i primi segnali di questa crisi?
"Sono decenni che vedo crescere questa superbolla. Pensavo che sarebbe scoppiata nel 1998-99, ma mi sbagliavo: in quell'occasione le autorità finanziarie riuscirono a rimettere insieme i pezzi. Ma restai all'erta aspettando nuovi segnali di pericolo nel mondo finanziario. Nell'agosto dell'anno scorso mi sono reso conto che la crisi stava esplodendo. Per questa ragione ho ricominciato a occuparmi in prima persona del mio fondo. L'ho fatto per tutelare il mio capitale, ma anche perché era una buona occasione per studiare il mondo della finanza e dimostrare che alla base di questa nuova crisi c'erano idee profondamente sbagliate su come funzionano i mercati".
Come è nata la crisi?
"Non è stata causata da cause esterne al sistema, ma da processi interni. Questo contraddice il paradigma tradizionale della finanza, secondo cui i mercati tendono verso una situazione di equilibrio. Questo paradigma si è rivelato falso. Io ne ho proposto uno alternativo, secondo cui i mercati finanziari distorcono sempre la realtà in un modo o nell'altro. Non è possibile fare previsioni, c'è sempre qualche situazione imprevista che in certe situazioni può alterare i fondamentali del mercato e i relativi prezzi. È quello che io chiamo riflessività".
Molti accusano Alan Greenspan, che è stato capo della Federal Reserve per 19 anni, di avere causato l'attuale crisi finanziaria...
"Greenspan è un fondamentalista del libero mercato, cioè un sostenitore delle teorie sbagliate che hanno dominato la recente epoca storica. A causa di queste sue convinzioni si è sempre rifiutato di regolare il mercato e di prevenire gli eccessi che nascevano dallo sviluppo. L'esempio più evidente è quello del mercato dei mutui. Greenspan ha lasciato che i prezzi delle case crescessero senza sosta. Inoltre non è intervenuto nei processi di innovazione che hanno prodotto i nuovi strumenti finanziari che erano alla radice dei problemi. Poi ha sbagliato lasciando i tassi di interesse troppo bassi e troppo a lungo. Greenspan è stato l'architetto della superbolla".
"Un errore fatale, il colpo di grazia inferto al sistema finanziario, che è andato in pezzi. Tutti avevano paura del suo crollo, e il crollo è avvenuto. Dopo la Lehman è crollato il mercato monetario, e il credito commerciale è arrivato alla paralisi. Alla fine il panico si è diffuso in Borsa. Questo è stato l'ultimo collasso di una lunga sequenza. Prima sono crollati tutti gli altri mercati del credito e poi è arrivato il crollo del mercato azionario. E questo ha spinto le autorità finanziarie ad abbandonare ogni remora e a fare tutto il possibile per rimettere insieme il sistema. Una delle lezioni che abbiamo imparato dalla Grande Depressione del '29 è che bisogna fare il possibile per far sì che il sistema finanziario continui a funzionare".
Ora Usa ed Europa sono sulla strada giusta?
"Sì. La crisi ha raggiunto il culmine nel corso tra l'11 e il 12 ottobre. Proprio mentre era in corso l'incontro tra Fondo monetario e Banca mondiale a Washington".
E adesso?
"La crisi non è ancora alle nostre spalle. Il sistema finanziario è crollato. Ora i pezzi si stanno ricomponendo al centro del sistema, ma ci sono ancora gravi problemi alla periferia. Per esempio in Islanda e in Ungheria, e in molti altri paesi del mondo. Perché tutti i depositi bancari sono garantiti in Europa e negli Stati Uniti. E questo fornisce una garanzia pressoché certa che nessuna istituzione finanziaria sarà lasciata fallire come è accaduto con la Lehman. Ma non è facile dare questa garanzia al resto del mondo".
In concreto cosa bisogna fare per uscire dalla crisi finanziaria?
"Cinque cose. Primo: i governi devono ricapitalizzare le banche. Secondo: bisogna far ripartire i prestiti e la fiducia tra gli istituti di credito. Terzo: è necessario riformare il sistema dei mutui negli Usa, rinegoziando i prestiti. Quarto: l'Europa deve creare una rete di sicurezza per le banche. Quinto: il Fondo monetario deve offrire garanzie ai paesi alla periferia".
Che cosa accadrà all'economia reale?
"Dopo la scossa finanziaria, ci saranno pesanti effetti sull'economia reale. L'economia americana sta cadendo in un precipizio, e anche quella europea è sotto stress. I consumatori e gli investitori sono spaventati, e il mondo degli affari si sta contraendo. Stiamo assistendo alla nascita di una recessione mondiale di prima grandezza".
È il momento giusto per investire?
"Spetta agli investitori decidere. Non sta a me dirlo. Non dirò una parola su questo".
Il ministro italiano dell'Economia Giulio Tremonti ha chiesto di mettere al bando gli hedge fund, definendoli 'strumenti demenziali'...
"Mi sembra una reazione eccessiva...".
Ma anche il tedesco Steinbruech ha lanciato una campagna per 'civilizzare' i mercati finanziari...
"Tutto ciò ha le caratteristiche di una caccia alle streghe. Si cerca di trovare un capro espiatorio. In realtà è stato il fallimento delle autorità finanziarie a causare la crisi, non l'attività degli hedge fund".
Come dovrebbero essere regolati i mercati finanziari?
"Ci sono alcune lezioni importanti da imparare. I mercati finanziari hanno bisogno di regole perché hanno una naturale predisposizione agli eccessi e alla creazione di bolle. Ed è responsabilità delle autorità finanziarie fare in modo che queste bolle non diventino troppo grandi. Le bolle non si possono eliminare, sono intrinseche al sistema, ma bisogna fare di tutto perché non crescano troppo. Il controllo del mercato dei capitali non è sufficiente. Bisogna anche tenere sotto controllo il credito e il leverage. E questo non può essere fatto solo con strumenti monetari. Bisogna utilizzare nuovi strumenti, più sofisticati, strumenti che sono caduti in disuso e che devono essere riattivati".
"Per esempio i depositi di garanzia e i requisiti di capitale minimo, che vanno utilizzati in in modo attivo. E questo significa modificare continuamente il loro valore per controbilanciare le tendenze del mercato. Abbassarli quando il mercato è in una situazione di panico e alzarli quando c'è esuberanza. Questo richiede capacità di giudizio da parte delle autorità finanziarie. È loro compito tenere i mercati in equilibrio. Ed evitare che si creino le situazioni che si sono sviluppate negli ultimi 25 anni. Le autorità finanziarie possono commettere errori, ma questi possono essere corretti studiando il feed-back dei mercati".
Che cosa dovrebbe fare un'amministrazione Obama per fare uscire l'economia dalla crisi?
"Dovrebbe indicare una strategia da adottare a livello internazionale perché questa non è una cosa che gli Usa possono fare da soli. Gli Usa non godono più della posizione dominante che avevano in passato".
Il reaganismo è morto?
"Sì. Il fondamentalismo del libero mercato ha dimostrato di essere una falsa ideologia".
Lei crede che i prezzi alti del petrolio siano una bolla?
"Erano una bolla. è gia esplosa".
Che cosa vuol dire?
"Il prezzo del barile è sceso da 140 dollari a 70. Forse non andrà più giù di così. Ma questo significa che c'era una bolla che si sovrapponeva a una tendenza verso un aumento dei prezzi dovuto ai costi crescenti di trovare nuovi giacimenti di petrolio. Questa bolla si è creata dopo che è esplosa la bolla della casa. E si è sviluppata soprattutto a causa dell'aumento del prezzo del dollaro".
Quando questa crisi sarà passata, il dollaro avrà perso il suo ruolo di moneta di riferimento a livello mondiale?
"Il dollaro non è più l'unica moneta di riserva come è stata per decenni. Non c'è ancora un'alternativa praticabile al dollaro. Ma l'euro è diventato un rivale".
Lei sta scommettendo sul dollaro forte o debole?
"Negli ultimi anni il dollaro ha avuto un declino accentuato, poi una crescita recente. Nel futuro prossimo sono prevedibili grandi fluttuazioni. Ma è probabile che a lungo termine la tendenza sarà verso il basso".
C'è il rischio che le banche asiatiche smettano di investire in dollari?
"In realtà questo sta già accadendo perché i paesi che hanno comprato grandi quantità di dollari hanno creato i fondi sovrani e stanno diversificando gli investimenti"