Politica
13 ottobre, 2011

'Il Pd deve fare autocritica'

Il senatore-scrittore Gianrico Carofiglio non risparmia le critiche al suo partito: 'Bisogna separare la politica dagli affari'

Ragazze che fanno le escort perché "con un lavoro normale si guadagna troppo poco", rampolli delle famiglie bene che spacciano cocaina: nel suo "Le perfezioni provvisorie", appena pubblicato anche in Gran Bretagna e Stati Uniti, aveva anticipato la Bari degli scandali. Ma Gianrico Carofiglio non crede di avere descritto un'eccezione: "Bari non è diversa da altre città italiane. Ciò che è emerso è dovuto a un'indagine collegata con uno dei fattori di corruzione più gravi di tutto il Paese: il presidente del Consiglio. Anche altrove ci sono le stesse vite dissipate e prive di senso. Certo, quando si verifica uno scandalo come questo è sacrosanto occuparsene senza minimizzare per capire davvero cosa sia accaduto. E noi abbiamo bisogno di strumenti lucidi per individuare le patologie".

Carofiglio è magistrato (in aspettativa), scrittore e senatore del Pd. Ed ha chiara la natura dei problemi: "Esiste una questione relativa alle modalità di accesso alle carriere, al denaro, al potere, agli affari. C'è un'idea piuttosto diffusa che si possa giungere al successo attraverso varie forme di corruzione - mi riferisco all'accezione più ampia - piuttosto che lavorando in maniera corretta e mostrando le proprie capacità. È su questo che dobbiamo lavorare in Italia. Ed è compito della politica ripristinare un'idea del talento cui venga consentito realizzarsi senza trovare strade bloccate". A Bari però sono finiti sotto accusa anche esponenti di punta del Pd. L'ex vicepresidente della Regione Alessandro Frisullo, amico personale di "Gianpi" Tarantini, è stato rinviato a giudizio per corruzione. Altri personaggi pugliesi vicini a Massimo D'Alema sono indagati. "Si tratta di casi specifici che, ove accertati nelle sedi giudiziarie, dovranno essere adeguatamente sanzionati. Il problema della politica - in Puglia forse più che altrove - è però un altro: quello delle interferenze fra la politica, appunto, e gli affari, indipendentemente dalla sussistenza di reati. Queste interferenze sono sempre indebite e vanno evitate sia a destra che, direi ancora di più, a sinistra. Quando a volte sento, anche in ambienti vicini al Pd, ragionamenti che alludono a una presunta inevitabilità del rapporto fra politica e affari, ammetto di provare un notevole disagio".

Carofiglio pensa al caso Penati, all'intreccio tra tangenti edilizie di Sesto San Giovanni e vendite di quote della Serravalle in mano alla Provincia. "Al di là degli aspetti giudiziari confermo la mia opinione. Ed è molto netta: affari e politica vanno distinti. È una priorità. Questo concetto va fissato con chiarezza e praticato, altrimenti non andiamo da nessuna parte. L'uomo politico non dovrebbe interessarsi in maniera diretta e operativa di faccende come l'acquisto di banche. Ho grande stima per Fassino, ma non sono d'accordo con quello che ha dichiarato in un'intervista e cioè che sul caso Unipol non ci sia nulla da rimproverarsi. Il Pd deve imparare a fare autocritica. È indispensabile ripensare i modi di affrontare i temi generali della politica: è da lì che parte il rinnovamento. Il post berlusconismo che è già cominciato a destra, temo non sia ancora iniziato a sinistra".

Che ruolo possono avere i magistrati in politica: a Bari Emiliano è diventato sindaco per il Pd dopo avere indagato su uomini vicini a D'Alema... "Emiliano si è candidato legittimamente. Tuttavia sono del parere che anche in questo ambito si debbano evitare le sovrapposizioni fra l'attività giudiziaria e quella politica nella stessa città. Per questo con altri colleghi senatori ho presentato un disegno di legge che impedisca ai magistrati di candidarsi nel territorio in cui abbiano esercitato le funzioni giudiziarie. Per preservare l'autonomia, l'indipendenza e il prestigio della magistratura".

Quindi esclude di candidarsi un giorno a sindaco? "Assolutamente sì. Fare il sindaco implicherebbe un assorbimento totale. Sa, io non sono attratto dal potere. Da grande voglio fare lo scrittore. Ma ho ancora voglia di dare una mano ad avviare un processo di cambiamento. E se in futuro, con un nuovo governo, dovesse magari arrivare un'offerta per fare il ministro dell'Interno per qualche tempo, chissà, potrei anche valutarla". E ride di gusto.

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