L'assegnazione gratuita a Mediaset e Rai è stata voluta dal precedente governo per evidenti motivi di interessi. Ora questo è il vero banco di prova per il nuovo premier e per il suo ministro Passera. La lettera di Altroconsumo e dei Media Indipendenti all'esecutivo. Che deve decidere subito

Il cosiddetto beauty contest per l'assegnazione delle frequenze televisive è illegittimo, rischia di privare lo Stato di preziose risorse finanziarie (miliardi di euro) distraendole a favore di soggetti privati e di rafforzare le attuali posizioni dominanti nel mercato televisivo anziché promuoverne la concorrenza come auspicato dall'Unione Europea.

E' questa la sintesi dei presupposti sulla cui base Altroconsumo e Femi - la Federazione dei media indipendenti - hanno notificato al ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera un'istanza per l'annullamento in autotutela degli atti relativi al beauty contest.

L'istanza è stata contestualmente trasmessa anche alla Commissione Europea, all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, all'Autorità Garante della concorrenza e del mercato nonché all'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici alle quali è stato chiesto di attivare i propri poteri di controllo e vigilanza al fine di verificare l'effettiva sussistenza delle ipotizzate ragioni di illegittimità dell'azione del Ministero dello Sviluppo Economico.

A questo punto il ministro Passera e, con lui, il governo Monti, sono alla prova del tele-comando: sta a loro decidere se lasciar proseguire il beauty contest e, così facendo, far proprie le scelte del precedente governo di Sua Emittenza o, piuttosto, fermare tutto e ricominciare da capo nell'interesse del Paese e nel tentativo di offrire all'Italia un futuro televisivo ed un sistema dell'informazione migliori e più liberi e pluralisti di quelli dei quali abbiamo sin qui disposto.

In difetto di un immediato intervento del ministro Passera, nei prossimi vent'anni - tanto dureranno gli effetti della concessione in uso gratuito delle frequenze che verranno assegnate con il beauty contest - nulla, o quasi, cambierà nella televisione italiana le cui sorti resteranno affidate al duopolio Raiset con tutte le conseguenze tristemente note: niente concorrenza, scarsa qualità dei prodotti televisivi e poca libertà di informazione.

L'auspicio è , tuttavia, che il governo dei Professori, chiamato a restituire al Paese quel futuro del quale è stato sin qui defraudato nell'interesse personale e privato di pochi, non voglia macchiarsi di una responsabilità tanto grave quale sarebbe quella di privare l'Italia, nei prossimi vent'anni, della possibilità – o almeno della speranza – di diventare un Paese mediaticamente normale.

Se Monti ed il suo governo, invece, preferiranno lasciar proseguire il beauty contest, dovranno, evidentemente, poi spiegare al Paese perché mentre si chiedono agli italiani sacrifici economici difficilmente sostenibili per centinaia di migliaia di famiglie, lo Stato rinuncia a rimpinguare le proprie casse, preferendo regalare miliardi di euro ad imprenditori già multimiliardari o alla scialacquatrice televisiva di Stato, Mamma Rai.

Tutto questo, peraltro, per avere negli anni che verranno una tv sfortunatamente identica a quella degli anni sin qui trascorsi.