Sembra che il dato sia tratto. Nel pomeriggio (alle 17) Berlusconi riunirà il parlamentino del Pdl nel quale annuncerà l’azzeramento di tutte le cariche del partito.
Vuole cancellare tutte le poltrone, compresa quella di Alfano. Un uomo solo al comando, di nuovo lui, Silvio Berlusconi. Un passaggio per serrare i ranghi e togliere ad Alfano la possibilità di allargare il consenso intorno a sé. Sembra sia questa la ragione che abbia convinto Berlusconi ad accelerare sulla decisione, certamente non facile per diverse ragioni.
Ma quali saranno le conseguenze? I fedeli ad Alfano già sono pronti a formare un nuovo gruppo, non hanno scelta «come possono rimanere in un partito che li vede già come traditori e che alle prossime consultazioni elettorali non potrà che boicottarli?». Poi, in fin dei conti quel che conta è essere rieletti. «Rimanendo in Forza Italia i “traditori” sicuramente non avrebbero futuro» queste sono le indiscrezioni che girano a tarda sera nei palazzi romani.
Bisognerà vedere solo quanti saranno alla camera e quanti al senato. Una cosa sembra certa, il numero garantirebbe già da subito una maggioranza alternativa al Governo Letta.
I falchi, in questa operazione, hanno lavorato più su Berlusconi, che con le solite sparate sui media. E sembra cantino già vittoria. «Questi sono quelli che non hanno un voto, sono quelli che sanno che senza Berlusconi scomparirebbero nell’oblio da dove sono venuti» dice all'Espresso una fonte.
Le colombe e i pompieri aspettano di vedere cosa succederà. La questione principale è vedere quanti non accetteranno questa decisione e decideranno di andar via e non confluire in Forza Italia. Se saranno subito in tanti, aumenteranno ancor di più. Non si esclude che sia in atto una strategia centrista con almeno una parte di Scelta Civica, quella che escludeva a priori la possibilità di creare un Partito popolare in Italia con la figura ingombrante di Berlusconi. Un nuova formazione politica centrista che possa vantare il credito del PPe europeo. Ma sopratutto, questo nuovo gruppo potrebbe partecipare alla redazione della legge elettorale, «che è in fin dei conti ciò che deciderà il Governo alle prossime elezioni».
«Se le cose andassero così Forza Italia potrebbe abbandonare il Governo e puntare all’opposizione, per trarne beneficio alle elezioni» conferma una fonte interna all'Espresso.