Mentre il Senato tira la cinghia (hanno chiuso pure il ristorante e la barberia) il presidente uscente si prepara a traslocare in un nuovo opulento ufficio a Palazzo Giustianiani, lontano dagli occhi dei grillini
8 marzo 2013
Senza barbiere, senza ristorante e, tanti, anche senza ufficio. Questo sarà il gramo inizio di legislatura per una parte non piccola di nuovi eletti a Palazzo Madama (soltanto sessanta i riconfermati). Almeno una trentina, forse di più, non avrà un ufficio dove poter lavorare, preparare disegni di legge, emendamenti e interrogazioni, e dove poter ricevere ospiti, visitatori, elettori. E, ovviamente, niente postazione di lavoro anche per la segretaria o l'assistente.
Per almeno un anno mancheranno gli uffici, dopo il recentissimo rilascio al proprietario da parte del Senato del palazzo dell'ex hotel Bologna. Un immobile tenuto in affitto per tanti anni e a tale prezzo che il Senato lo avrebbe potuto comprare almeno due volte. Abbandonato il Bologna e non ancora pronti i contestati e costosi locali di Largo Toniolo e di Santa Maria in Aquiro, ecco che mancano almeno trenta uffici, una carenza che costringerà a parcheggiare almeno una trentina di neo senatori in spazi rimediati qui e là nei tanti palazzi in uso al Senato nel centro di Roma.
Mentre molti eletti dal popolo non sapranno dove lavorare, gli ex presidenti del Senato come Renato Schifani avranno intanto a disposizione uffici extralarge per sé e per i propri numerosi collaboratori nel prestigioso Palazzo Giustiniani. Tanti metri quadrati da farci entrare quasi tutti i neo-senatori senza casa. E i centocinquanta metri di Renato Schifani hanno anche l'affaccio sul Pantheon.
A proposito di spazi, al Senato è in corso una grande Operazione traslochi: i quattro vice presidenti e i tre questori di Palazzo Madama stanno liberando gli appartamenti di servizio dei quali hanno beneficiato per cinque anni (come i loro omologhi della Camera). Le case sono all'interno di un palazzo in Largo dei Chiavari: camera da letto, soggiorno, cucina completa, doppi servizi. Tutto comodo e spazioso, riservato e tenuto lustro da squadre di donne delle pulizie. Cosa strana, il diritto alla casa i vice presidenti e i questori lo cumulano con l'indennità di funzione e la diaria, la quale dovrebbe servire appunto a pagarsi il soggiorno a Roma. E. M.