L’aiuto è arrivato, puntuale, a fine anno. La fortunata infrastruttura che godrà di 360 milioni di euro sotto forma di contributi statali e regionali è l’autostrada direttissima tra Milano e Brescia, la Brebemi. Aiuto pubblico per l’opera privata da 50 chilometri che corre quasi parallela all'A4, l’altra lingua d’asfalto che collega le due città lombarde.
Quando è stato pensato il raddoppio nel lontano 1995 non si conosceva la parola crisi e allora per snellire il traffico che collega Milano con l’operosa provincia bresciana ecco l’idea: i privati ci mettono i soldi, la costruiscono e incassano i pedaggi.
Nessun dubbio sul consumo di suolo, l’inquinamento crescente e l’insostenibile peso delle quattro ruote per i trasporti. E allora via ad una scommessa durata fino allo scorso luglio e costata due miliardi e duecento milioni di euro.
Aperta sotto gli occhi del premier Matteo Renzi è però un clamoroso flop: sbagliati clamorosamente le previsioni per i flussi di traffico. Servirebbero 60 mila veicoli al giorno, non si arriva e 20 mila. E poi ci sono i costi di costruzione lievitati a dismisura in 18 anni per vedere sei corsie in mezzo ai campi. Risultato? Per metterci una pezza si batte cassa con il Governo.
Così nella legge di Stabilità pubblicata in Gazzetta ufficiale il 27 dicembre ecco che spunta un emendamento su misura. Forse è proprio per mantenere sotto traccia l’assist ed evitare il sollevarsi di nuovi polveroni, che il contributo alla società concessionaria è stato inserito, con un nome tecnico che passa quasi inosservato.
Si chiama «Fondo interconnessione tratte autostradali» e ha una dotazione complessiva di 300 milioni di euro che verranno stanziati, 20 milioni di euro all’anno, dal 2017 al 2031. Brindano i maggiori azionisti, gruppo Gavio e Intesa Sanpaolo, che qualche anno fa ne hanno rilevato la maggioranza dentro la holding Autostrade lombarde.
Dimenticata la promessa di fare la prima autostrada “senza soldi pubblici” e scartate le ipotesi di defiscalizzazione dell’opera e di allungamento della concessione autostradale, per il riequilibrio dei conti di Brebemi pronto un impegno di 360 milioni di euro.
Nonostante i 700 milioni di prestiti dalla Banca europea degli investimenti e altri 820 milioni dalla Cassa depositi e prestiti (società controllata dal ministero dell’Economia) per la costruzione del collegamento ora drammaticamente fuori tempo massimo e inutile.
Anche il governatore lombardo Roberto Maroni ci ha messo del suo e con il bilancio del Pirellone ha spostato 60 milioni di euro per l’autostrada fantasma.
L’emendamento è dell’assessore al bilancio e maroniano doc Massimo Garavaglia che incurante delle proteste dell’opposizione («L’autostrada doveva essere realizzata interamente in project financing») sposta venti milioni di euro all’anno per il prossimo triennio dai fondi destinati all’edilizia sanitaria.
Una scelta sbagliata, come spiega il capogruppo del Pd Enrico Brambilla: «La Brebemi è un’infrastruttura di natura privatistica che si sarebbe dovuta autofinanziare interamente. Purtroppo la sua limitata utilità è stata decretata dagli stessi automobilisti, che preferiscono utilizzare la vecchia A4. L’assessore Garavaglia l’ha definito un bilancio di guerra ma evidentemente non è proprio così, visto che i soldi per le cose che interessano si riescono a trovare, anche andando a tagliare i fondi per la ristrutturazione e la riqualificazione degli ospedali lombardi».
L’aiuto smaccato e con fondi pubblici ha scatenato le ire anche di Legambiente. «L’accordo tra il ministro Maurizio Lupi e il governatore Roberto Maroni – spiega Dario Balotta – è sconcertante e in contrasto con la volontà del Parlamento, dato che la commissione Ambiente ha chiesto di monitorare l’operazione affinché i costi dell’autostrada non gravassero sulle casse dello Stato.
È inoltre paradossale che il Pirellone annunci tagli al trasporto pubblico locale (155 milioni nel 2015) e nello stesso tempo mette tra le sue priorità il salvataggio di una concessionaria autostradale sull’orlo del fallimento a pochi mesi dalla sua apertura a causa di un traffico nettamente sotto le aspettative».