Sulle unioni civili la prossima accelerazione è affidata a un seminario, ma intanto in Senato il ddl arranca. Per il resto è il nulla: lo ius soli è un mero annuncio, di biotestamento non si parla, il ddl sul cognome materno è fermo. E della legge sull'omofobia, firmata Scalfarotto, si son perse le tracce due estati fa
Adesso le speranze per “accelerare l’iter legislativo” delle unioni civili, è affidato a un seminario, che si terrà lunedì nella sede del Pd. A febbraio, subito dopo che il capo dello Stato Sergio Mattarella ne aveva accennato nel suo discorso di insediamento, il buon proposito era affidato da Renzi a una lettera agli iscritti del Pd.
E così pure a gennaio c’era stata un’altra lettera agli iscritti. Insomma sulle unioni civili Renzi non manca di promettere impegno a profusione: “Procederemo con la stessa determinazione messa per la legge elettorale”, ha detto l’altra settimana all’Espresso. Dichiarazioni sempre apodittiche, puntuali, che si ritrovano a ritroso nei mesi: “il campo dei dritti è il settore dei lavori parlamentari subito dopo le riforme costituzionali.
Trovare un punto di equilibrio non sarà una passeggiata ma è un nostro preciso impegno”, ha detto all’assemblea del Pd il 16 febbraio; “subito dopo la riforma elettorale, che andrà entro l’anno, comincerà l’esame al Senato dei diritti civili”, diceva il 19 ottobre a domenica live; “faremo una legge: non è una battuta, è la verità”, giurava 10 ottobre; “Alla fine dei mille giorni ci sarà una legge sui diritti civili”, spiegava a settembre. “A settembre, dopo legge elettorale, realizzeremo un impegno vincolante: quello sui diritti civili”, spiegava all’assemblea del Pd il 14 giugno 2014.
E insomma, a pensare ci si pensa eh. Ma mentre l’europarlamento vota sì al riconoscimento dell’unioni civili e matrimonio tra persone dello stesso sesso come diritto umano, mentre l’Italia si impegna con le Nazioni Unite a riconoscere queste unioni, in un documento che sarà presentato a fine mese; mentre anche la Cassazione di recente ha ribadito che serve una legge, sul fronte dei diritti civili il governo Renzi arranca parecchio.
Anzi
sul fronte specifico delle unioni omosessuali, si può dire che l’unico atto ufficiale dell’esecutivo sia finora la circolare di Alfano che vieta la trascrizione dei matrimoni contratti all’estero, quella per cui da mesi il ministro dell’interno e i sindaci di mezza Italia si prendono a legnate.[[ge:espresso:palazzo:1.202993:article:https://espresso.repubblica.it/palazzo/2015/03/09/news/nozze-gay-il-tar-blocca-i-prefetti-solo-il-tribunale-puo-annullare-le-trascrizioni-1.202993]] Quanto alle unioni civili, i lavori in commissione Giustizia al Senato sono fermi alla seduta del 24 febbraio (quella precedente risaliva a novembre), nella quale la relatrice Monica Cirinnà ha accorpato le ultime proposte di legge nella discussione congiunta di tutti i testi. A stare alle ultime sue dichiarazioni, il testo dovrebbe “arrivare in Aula a marzo”.
E intanto, Giovanardi impazza.
E per le unioni civili in fondo va bene, perché sul punto Renzi si era impegnato, sin dalle primarie, a far adottare un testo sul modello tedesco. Ma, in generale, nei suoi mille cronoprogrammi il tema dei diritti civili arriva sempre in fondo. Dopo le riforme costituzionali, dice il premier: come se queste avessero una data di scadenza, si potessero concludere domani. [[ge:espresso:palazzo:1.184124:article:https://espresso.repubblica.it/palazzo/2014/10/15/news/renzi-e-le-unioni-civili-alla-tedesca-ma-le-coppie-etero-sono-escluse-1.184124]]
Allo stato invece, giusto per ampliare il campo,
la questione dello ius soli, ossia della cittadinanza per i figli degli immigrati nati in Italia, è davvero un mero annuncio: ci se ne occuperà, certo, anche la consigliera per le pari opportunità Martelli è “ottimista” sul punto; tuttavia al momento, in parlamento v’è un unico ddl, presentato a inizio legislatura da Ignazio Marino, e mai arrivato ad essere neppure assegnato ai lavori di commissione. Questioni come il testamento biologico non si nominano nemmeno. Pure dell’idea di riaffrontare la legge sulla procreazione assistita – completamente cambiata a forza di pronunce della Consulta – non v’è più traccia: del resto, Renzi fu tra gli astenuti al referendum, figurarsi. Andando giù per li rami dei cosiddetti diritti civili, si incontra pure per dire il disegno di legge sul cognome materno: già, che fine ha fatto? La Camera l’ha approvato a settembre, il 3 ottobre il testo è arrivato al Senato, e giace indisturbato da allora.
Ma l’esempio più bello, è quello che riguarda la
legge sull’omofobia: fu approvata nell’estate 2013 dalla Camera, Ivan Scalfarotto che ne è il firmatario, e che nel frattempo è diventato sottosegretario, esultò per il “passaggio epocale”: ebbene per il provvedimento, che ora è al Senato, le lancette si sono fermate al 29 aprile 2014.[[ge:espresso:attualita:1.133658:article:https://espresso.repubblica.it/attualita/2013/09/25/news/omofobia-norma-da-cambiare-1.133658]]
Naturalmente, il motivo è anche politico. Si sa che in maggioranza c’è l’Ncd, nella quale si raggruma il nocciolo duro dei Giovanardi, dei Sacconi, delle Roccella. E infatti, come s’è visto da ultimo sul divorzio breve e sull’adozione per i single, ogni volta che la maggioranza si avvicina a quelli che una volta erano i “temi eticamenti sensibili”, son scintille, scontri e spaccature.
Altrettanto, tuttavia, dal punto di vista degli equilibri politici potrebbe dirsi del tema giustizia: eppure è chiarissimo come l’interesse del governo sul punto sia ben diverso. Insomma è chiaro che, al di là della crisi, dei provvedimenti urgenti, delle riforme pur necessarie, Renzi sui cosiddetti diritti civili non è intenzionato, finora almeno, a spendere la propria potenza di fuoco.
I maligni oggi ricordano che nel 2007 partecipò al Family day: come a dire che è troppa grazia voglia almeno fare le unioni civili, entro la fine dei Mille giorni.